Vettura francese del segmento B che incarna oggi più di altre connazionali il vero stile della propria nazione, essendo abbastanza singolare fuori e anche dentro. Per non essere troppo omologhi ma nemmeno esagerati, anche sul fronte dei costi, rispetto alla media. L’ultimo restyling dona alla C3 quella minima raffinatezza d’immagine assente in passato sul modello. È dotata di ottimo bagagliaio (300 litri), visibilità e spazio vivibile, con le cinque porte, senza sforare i quattro metri in lunghezza.
I motori sono di due cilindrate per benzina come per gasolio, oltre una espressamente dedicata al GPL; se i tre cilindri benzina sono davvero moderni e silenziosi, ma non brillantissimi nelle riprese, i diesel per garantire un effettivo risparmio carburante hanno un costo di acquisto maggiore, giustificato in caso di percorrenze elevate. Non fatta per essere la più grintosa e sportiva del segmento, ma semmai pratica e confortevole, alla C3 manca forse qualche innovativo ausilio elettronico per assistenza alla guida, rispetto alle rivali premium e al prezzo. Con tre allestimenti e quattro pacchetti di accessori, oltre qualche variante in edizione limitata spesso vistosa, non manca modo di ritagliarsi su misura la C3. Tra gli optional di rilievo, il tetto panoramico che si integra col parabrezza (Zenith), l’infotainment eMyWay, la telecamera posteriore e il cambio automatico cinque rapporti, ma solo per alcune motorizzazioni.
La prima generazione, a quotazioni oggi molto popolari, si difende ancora sul fronte dell’usato grazie a uno stile che, singolare dalla nascita, ha sempre un proprio "perché”. Sempre apprezzate più della media le versioni Pluriel. Tecnicamente qualche soluzione di elettronica è un po’ particolare sulle C, dedicata rispetto alla concorrenza più diffusa come quella italiana, comportando saltuari costi imprevisti, comunque non eccessivi. La seconda generazione, che ha visto un testa a testa tra diesel e benzina in quanto a diffusione, denota un deprezzamento maggiore della media solo per le versioni Picasso, mentre sente come quasi tutte le concorrenti il delta-prezzo iniziale dovuto ai vari incentivi promozionali sulle vendite del nuovo e km 0.
Nacque nel 2001, pensando tra le altre cose di reinterpretare il mitico stile delle 2CV e Dyane del secolo scorso in chiave moderna. Non una banale utilitaria cinque porte, ma una vettura con tanto stile proprio, oltre a soluzioni ben più moderne della Saxo che andava a sostituire. Tecnicamente la prima C3, prodotta in Francia e Brasile, condivideva molte parti fondamentali con Peugeot 206 e in seguito 207, senza però arrivare a usare le motorizzazioni più spinte, per differenza di target, che include per Citroen buona parte di utenza femminile. Nel 2003 si affianca la simpatica versione due porte con tetto apribile, Pluriel, mentre nel 2007 avviene un restyling che le da un tono lievemente più serioso. La seconda generazione debutta nel 2009 a Francoforte, ingrandendosi nelle misure e nello spazio fruibile, ma anche nella varietà di motorizzazioni. Più raffinata della precedente, punta all’economia di carburante con sistemi di Start&Stop prima della concorrenza, oltre che con il downsizing dei propulsori (tre cilindri, anche a GPL). La nuova C3 subisce l’ultimo restyling nel 2013 divenendo leggermente più grintosa. Molte versioni esteticamente ricercate, ma tecnicamente analoghe alla normale produzione, si sono susseguite in edizione limitata, spesso associate a marchi extra-settore (D&G e Vanity Fair) o ispirate a stili particolari (Charleston e Blackcherry).