F1: è la Mercedes la vera vittima della direttiva tecnica della FIA sul porpoising

F1: è la Mercedes la vera vittima della direttiva tecnica della FIA sul porpoising
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Checché ne pensino in Red Bull, sarà la Mercedes a pagare il conto più salato dovuto alla direttiva tecnica della FIA sul porpoising
17 giugno 2022

Quando si tratta di sicurezza, la FIA è in grado di intervenire con una certa prontezza. Lo dimostra la direttiva tecnica diramata nella serata italiana di ieri, volta a trovare una soluzione di emergenza per il porpoising, in attesa di modifiche regolamentari a medio termine. La decisione presa dalla Federazione era destinata inevitabilmente a catalizzare l'attenzione dell'opinione pubbilica, e degli stessi addetti ai lavori, alla vigilia del weekend di gara del GP del Canada. La domanda sulla bocca di tutti è la seguente: chi accuserà di più il colpo di questo giro di vite della FIA?

Per comprenderlo, bisogna innanzitutto entrare nel merito di quanto stabilito dalla FIA. La Federazione, tramite un accelerometro, stabilirà se la monoposto ha rispettato o meno il limite massimo di oscillazione stabilito. Qualora il valore fosse superiore al consentito, la scuderia in questione sarebbe obbligata a intervenire sul problema, per evitare la squalifica. La soluzione più semplice sarebbe alzare la vettura da terra. Una toppa che, a ben vedere, a livello prestazionale è peggio del buco, visto che aumentare l'altezza da terra riduce inevitabilmente le prestazioni delle vetture ad effetto suolo. 

A pagare le conseguenze maggiori per via della direttiva tecnica saranno così le scuderie che soffrono maggiormente del porpoisingMercedes in testa. Il team di Brackley, a ben vedere, si è tirato la zappa sui piedi. Ponendo l'accento sugli evidenti acciacchi fisici dei suoi piloti, Lewis Hamilton e George Russell, la Stella a tre punte si è prodotta in un pressing per portare a una modifica del regolamento che alleviasse le proprie pene, riducendo nel contempo la competitività dei rivali che hanno sofferto meno il porpoising, come la Red Bull. L'insistenza della Mercedes ha invece avuto l'effetto opposto. Come avevamo auspicato in un nostro pezzo, la FIA ha deciso di salvaguardare l'incolumità dei piloti, laddove le loro scuderie hanno voluto privilegiare la performance.

Checché ne dica Max Verstappen - che a Racer si è detto deluso per questo nuovo cambio regolamentare a stagione in corso - non è la Red Bull la vittima di queste novità, ma la stessa Mercedes. Verstappen ha ragione quando dice che il problema si può aggirare, e che devono essere le stesse scuderie a intervenire. Ed è proprio questa la direzione in cui si è orientata la Federazione. Anzi, la Red Bull potrebbe persino essere avvantaggiata da questa direttiva tecnica, perché la Ferrari - anche se in misura minore rispetto alla Mercedes - potrebbe essere penalizzata da questo provvedimento, dal momento che la F1-75 non è immune al porpoising.

Le sorti della Rossa dipenderanno dal numero di GP in cui il porpoising costituirà un problema significativo, e, di conseguenza, dai sacrifici in termini prestazionali che dovrà affrontare. In ogni caso, qualche team avrà anche perso, ma a vincere sono stati i piloti, per una volta ascoltati con una certa prontezza. Non ci stupiremmo se questa tempestività fosse una risposta a quell'insubordinazione da parte di veterani come Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, che sottintendeva un'insofferenza ben più grande della vexata quaestio delle mutande ignifughe e degli ingombranti moniili. La verità è che la Federazione con questa decisione ha colto nel segno. Perché chi ci scende in pista deve essere tutelato, se il proprio team non è disposto a farlo.

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