F1, GP Bahrain 2020: ecco cos'ha salvato Romain Grosjean

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Romain Grosjean è uscito con le sue gambe dalla sua monoposto in fiamme a Sakhir grazie ai dispositivi di sicurezza di cui sono dotate oggi le vetture di F1. Vediamoli nel dettaglio
29 novembre 2020

L'incidente occorso a Romain Grosjean nel Gran Premio del Bahrain 2020 di Formula 1 ha evidenziato l'aumento della sicurezza negli anni. Oggi i piloti nell’abitacolo della loro monoposto sono molto protetti in caso di incidenti grazie alle normative FIA adottate nel corso degli anni. Dopo l’incidente di Senna, la federazione ha introdotto di volta in volta sino ad oggi regole che garantiscono una protezione massima al pilota. Il telaio in carbonio offre una cellula di sopravvivenza massima. Il telaio deve sopportare test di resistenza agli urti molto severi, test sul roll bar, test laterali e test frontali.

Le dimensioni dell’abitacolo sono fisse per tutti per agevolare interventi al pilota. Ci sono protezioni per le gambe del pilota all’interno dell’abitacolo. E una protezione della testa del pilota in caso di urti laterali. Oltre alle cinture, nell’abitacolo il casco del pilota adotta il sistema HANS, che non permette urti e movimenti in avanti della testa. Fondamentale anche l'halo, struttura posta sopra l’abitacolo che protegge in pilota da oggetti o da cappottamenti.

La Haas di Romain Grosjean si è spezzata in due, tutto il telaio ha resistito. La spaccatura è avvenuta tra il finire del telaio e il motore posto subito dietro. E l'iepilogo dell'incidente è una prova della sicurezza delle monoposto di oggi. 

Disegni: Gabriele Pirovano 

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