F1 GP Cina 2016: le ultime dal box Renault

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Renault è tornata stabilmente in Formula 1. Non di soli motori, però, vive l'uomo. Meccanici, piloti e team manager hanno bisogno di sfamarsi e rilassarsi, e chi meglio di noi italiani sa come racchiudere questi piaceri? Ce ne parla Max Portioli, chef Renault.
15 aprile 2016

La Cina è sempre una tappa un po’ complicata per noi del catering, a partire dal traffico intenso e le distanze che ci obbligano a delle belle levatacce per soddisfare il nostro team. Ordinare il cibo dai fornitori locali (almeno un mese prima) la quale comunicazione è sempre complicata, e spesso ci sono malintesi anche dopo anni di collaborazioni.  

Le hospitality che qui sono villette in mezzo a dei laghetti allocate in un giardino all’interno del circuito non aiutano  di certo il lavoro, sentieri tortuosi con sassolini, mattonelle e solchi sono una tortura per noi che spesso dobbiamo fare avanti e indietro con carrelli di spesa e cibo tra garage e hospitality.

I primi giorni di set up siamo sempre sommersi da  chiassosi cinesi che vanno e vengono a controllare che tutto sia in ordine che tutto funzioni. Arriva la spesa dal fornitore, alcune cose mancano alcune sono diverse, si tratta si contratta e soprattutto si cerca di capirsi a vicenda che se anche i cinesi parlano inglese alcune terminologie non le capiscono e nascono incomprensioni.

Cerchiamo sempre di proporre menù in grado di soddisfare tutti, team e ospiti, buttando un occhio anche ai prodotti e gli usi del luogo.

In Cina proponiamo un menù che spazia dalla zuppa, allo sformatino di formaggio e patate, dagli gnocchi ai noodle, dal filetto avvolto nel bacon e salsa di balsamico al salmone allo zenzero, dalla tarte tatin, alla lemon meringue.

Max Portioli

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