F1, GP USA 2019: Hamilton, un campione che ha sempre fame

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Paolo Ciccarone
Lewis Hamilton, giunto al sesto titolo mondiale della sua carriera grazie al secondo posto nel GP degli USA 2019 di Formula 1, è un campione che ha sempre fame. Bottas di sostanza, male la Ferrari
3 novembre 2019

E' finita come doveva e ci si aspettava: Valtteri Bottas vincitore del GP USA e Lewis Hamilton campione del mondo per la sesta volta, con l'ennesima doppietta della Mercedes. Un Gran Premio scontato nel risultato ma non nel modo in cui si è materializzato. Ancora una volta Hamilton ha saputo gestire le gomme e con un pit stop in meno aveva in mano la vittoria fino a 4 giri dalla fine, prima che Bottas, con gomme fresche, piazzasse il sorpasso vincente. E meno male che Verstappen, terzo, non ha avuto lo spunto per infilare a sua volta Hamilton soffiandogli un secondo posto che valeva più per il morale che per la classifica. Alla fine della stagione Lewis può dire di aver ottenuto il massimo possibile, specialmente nelle prime gare dell'anno, quando è clamorosamente mancata la Ferrari.

Proprio come accaduto negli USA con un ritiro di Vettel per cedimento della sospensione (evento rarissimo e tutto da analizzare) e un Leclerc staccato di quasi un minuto. In un lampo siamo tornati a prima dell'estate, al GP d'Ungheria, quando le due rosse non erano mai state in gara. Stessa cosa anche qui, seppure la prima fila di Vettel ad appena 12 millesimi da Bottas, avesse fatto pensare a un altro tipo di gara, svanita dopo appena una curva e 4 giri dopo con un Vettel ormai staccato e alle prese con una macchina inguidabile. Quali i motivi della crisi Ferrari non si sa, di certo c'è che la Mercedes fin dal venerdì aveva il passo gara giusto, aveva la macchina per vincere e lo ha fatto col pilota numero 2, quel Bottas che è poco appariscente ma molto di sostanza, uno che riesce ad essere veloce come Hamilton pur non avendo quel qualcosa in più di Hamilton.

Adesso, con sei titoli mondiali all'attivo, per Lewis comincia la caccia più difficile: eguagliare Michael Schumacher. Ha solo l'anno prossimo per farcela, perché dal 2021 si cambia. Nuove auto, nuove regole. Non è detto che Mercedes sia ancora la vettura da battere. E per questo Hamilton deve farcela il prossimo anno. Con la certezza che troverà una Ferrari più competitiva e grintosa e con Red Bull e Verstappen in crescita non sarà una passeggiata. Ma Hamilton è il pilota delle imprese impossibili. Quello che gestisce le gomme per 50 giri mentre gli altri le bruciano dopo 30. Quello che parte 4 volte dalla pole position e vince 10 gare.

E' un campione che in pista non si accontenta, ha sempre fame e l'origine di questo risale alla sua adolescenza

E' un campione che in pista non si accontenta, ha sempre fame e l'origine di questo risale alla sua adolescenza, unico ragazzo di colore in un mondo di bianchi alla periferia di Londra. Di un padre separato che faceva tre lavori per farlo correre coi kart, di un fratello disabile di cui si prende cura con affetto. Ma Lewis sta antipatico per il suo stile di vita attuale, il jet set, la fama, gli atteggiamenti da divo. E perché vince con una Mercedes contro la Ferrari. Questo è un difetto che in Italia per alcuni è insormontabile. Fino a quando non correrà e vincerà con una rossa e allora diventerà davvero il più grande di tutti i tempi. O almeno uno dei più grandi...

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