Formula 1, i tre giorni che hanno portato la Haas sull’orlo del baratro

Formula 1, i tre giorni che hanno portato la Haas sull’orlo del baratro
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Quando la VF-22 è scesa in pista per uno shakedown a Barcellona, la Haas sembrava avere basi solide. E invece sono bastati pochi giorni per cambiare tutto
28 febbraio 2022

Due giorni prima dell’inizio dei test di Barcellona, la Haas ha portato in pista la sua VF-22 per uno shakedown, mostrandola in una veste ben diversa rispetto al rendering che la scuderia americana aveva impiegato settimane prima per svelare la livrea della monoposto 2022. Vedendola per la prima volta in pista, la VF-22 dava l’idea di essere una vettura in avanzato stato di sviluppo, con soluzioni interessanti. Ma le apparenze, a volte, ingannano. O, quantomeno, raccontano solo una parte della storia. 

Nel corso dei tre giorni successivi, la Haas ha accusato problemi tecnici di ogni genere, dalla rottura del fondo a perdite di olio. Ed è riuscita a girare pochissimo. Con i suoi 160 giri a Barcellona, la Haas si è assicurata l’ultimo posto in classifica per chilometri accumulati. La scuderia americana ha colto poco più di un terzo delle tornate della Ferrari, prima della classe con 469 giri. È una pessima notizia, dato che con pochi giorni a disposizione per i test, il tempo speso in pista è una valuta preziosissima. 

Ma la mancanza di affidabilità, emersa sin da subito nei test, sarebbe diventata secondaria di lì a poco. L’inizio delle ostilità della Russia nei confronti dell’Ucraina, giovedì scorso, ha avuto conseguenze anche nel paddock della F1. La Haas, infatti, ha deciso di togliere le insegne dello sponsor Uralkali dalla vettura, priva, inevitabilmente, anche dei colori della bandiera russa che la caratterizzano dallo scorso anno.

La VF-22 si è così presentata in pista nuda, spogliata dell’identità figlia del valsente di Dmitry Mazepin, padre di Nikita e, soprattutto, facoltoso magnate russo. E la sensazione è che sarà molto difficile rivedere il title sponsor della Haas in quella F1 che ha già disposto la cancellazione del GP di Russia, previsto per il 25 settembre prossimo. Per una scuderia con il cuore americano come il suo proprietario, Gene Haas, era impossibile fare diversamente.

La Haas scricchiola, insomma. Ma anche la posizione di Nikita Mazepin è precaria. Venerdì il pilota russo ha disertato la conferenza stampa, per proteggersi da domande indiscrete. E su propri canali social ha spiegato: “È un momento difficile e non ho il controllo di molto di ciò che viene detto e fatto. Ho scelto di concentrarmi su quello che posso controllare lavorando duramente e facendo il mio meglio per il mio team”. 

Il destino di Mazepin, lo dice lui stesso, è fuori dal suo controllo. E la sensazione è che al via della prima gara stagionale vedremo qualcun altro al suo posto. Steiner ha individuato come primo indiziato per prendere il sedile di Mazepin il test driver della Haas, Pietro Fittipaldi, che nel 2020 subentrò a Romain Grosjean dopo il terribile incidente del francese in Bahrain. Fittipaldi, però, non ha grande esperienza con le monoposto di F1.

Nel paddock di Barcellona è circolata una suggestione che, a ben vedere, sarebbe più che sensata. Antonio Giovinazzi, scaricato dall’Alfa Romeo a fine 2021, potrebbe essere un candidato più che valido per il posto di Mazepin, grazie alla sua recente esperienza in F1. E Giovinazzi, ancora in orbita Ferrari, sarebbe opzione gradita proprio in virtù del legame con la scuderia di Maranello, partner tecnico della Haas. 

Quanto alla Haas, il vero ostacolo sarà trovare nuove fonti di sostentamento. Vista l’importanza di avere dieci team in griglia qualsiasi cosa accada, la sensazione è che una soluzione sarà trovata. Ma la Haas, nell’arco di pochi giorni, è passata da una situazione promettente a una posizione piuttosto precaria. E Mick Schumacher, unico punto fermo al momento, si starà sicuramente chiedendo che ragni riuscirà a cavare dal buco in un 2022 nebuloso. 

 

 

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