Formula 1 Monza 2014: cosa serve per essere efficaci al GP d'Italia

Formula 1 Monza 2014: cosa serve per essere efficaci al GP d'Italia
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Paolo Ciccarone
Monza è il tracciato di Formula 1 con la velocità media più elevata, pertanto ènecessario azzeccare un ottimo bilanciamento aerodinamico per essere competitivi. Ecco che attenzioni si devono prestare | <i>P. Ciccarone, Monza</i>
5 settembre 2014

Monza è considerato il tempio della velocità, dimenticadosi forse di Indianapolis. Di sicuro, fra i tracciati di F.1, è quello con la velocità media più alta e con punte che dovrebbero raggiungere i 370 orari. Una follia, forse, se non fosse che già 10 anni fa queste velocità si raggiungevano con i motori 10 cilindri. E su una pista così veloce, cambia anche l'aerodinamica.

Nei disegni di Gabriele Pirovano ecco alcune modifiche che userà la Ferrari domenica prossima, sperando che funzionino e che non si debba tornare all'antico. Le didascalie spiegano come sono fatte:

Ala posteriore: paratie laterali più linerari con piccoli tagli orizzontali in sostituzione di quelli standard con tantissime feritoie, 3 piccole feritoie provate a Spa ma che possono diventare solo una se si punta alle alte velocità in rettilineo. Flap di coda minori e più piccoli. Tolto il Mokey seat sopra lo scarico.

Ala anteriore: senza gli elaborati flap sollevati esterni, ci saranno due derive nuove verticali per deviare aria all'esterno. Flap principali più piccoli e separi nella zona interna.

A Monza il basso carico aerodinamico aiuta in rettilineo, ma ha due gravi problemi: le frenate, durissime e difficilissime, senza carico diventano più difficili quindi tutto dipende dal bilanciamento del telaio. Una macchina squilibrata avrà difficoltà in frenata, ma senza carico aerodinamico si perde tutto nella variante Ascari e alla Parabolica, per cui bisognerà trovare il giusto compromesso fra il carico sufficiente per non essere lenti in rettilineo e quello per andare forte nelle poche curve del tracciato.

Guadagnare tre decimi sul dritto e perdere mezzo secondo in una curva sola, può fare la differenza. Se la frenata è importante così come la potenza, diventa fondamentale un altro punto: saltare sui cordoli. Da qualche tempo sono più alti, ma il taglio giusto c'è sempre per cui un telaio in ordine permette di "pelare" il cordolo senza infossare la macchina e quindi scorrere veloce verso il rettilineo seguente.

E' una guida da stop and go, stressante per i freni, l'accelerazione del motore e la trazione (e senza carico aerodinamico chi ha più motricità meccanica è avvantaggiato) e se dovesse piovere potrebbe saltare fuori la sorpresa di una vettura meno potente (Red Bull...) ma con caratteristiche adeguate. Sempre ammesso che alla prima chicane non succeda il solito parapiglia dopo il via...

Disegni: Gabriele Pirovano

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