Imbattibili, indistruttibili, immuni. Quasi sempre. Hubert è morto

Pubblicità
Paolo Ciccarone
Avrebbe compiuto 23 anni il prossimo 22 settembre il francese Anthoine Hubert, protagonista di un incredibile incidente all'uscita del Radillon con Correa. Una dinamica simile a quella di Zanardi/Tagliani
31 agosto 2019

Imbattibili, indistruttibili. Immuni a qualsiasi tipo di incidente. Nel mondo della F.2, categoria cadetta alla più blasonata F.1, negli ultimi anni sono accaduti incidenti di ogni genere. Tutti conclusi senza danni. Al punto che i piloti si sentivano quasi immuni al pericolo. Facendo manovre al limite del regolamento. Ma è sempre andato tutto bene, merito di macchine ultrasicure che hanno perdonato sempre tutto, errori e incidenti. 

Stavolta la dea bendata che in passato ci ha sempre messo una mano sopra, si sarà distratta e nel corso del 2 giro di gara, è successo l'irreparabile. Il francese Anthoine Hubert, nato il 22 settembre 1996, pilota di F.2 è deceduto in seguito alle ferite riportate in una collisione multipla. Nel corso del secondo giro, sulla salita che porta al Raidillon, Giuliano Alesi, figlio dell'ex pilota della Ferrari, perde il controllo della sua vettura, fa un testacoda ma rimane in pista, procedendo lentamente. Hubert arriva lanciato e, per evitarlo, va a sbattere contro le barriere e rimbalza in pista dove viene centrato dall'americano Juan Manuel Correa, che lo prende in pieno a una velocità di circa 250 km/h. 

Una dinamica identica a quella che coinvolse Alex Zanardi nel 2001, solo che in quel caso l'urto avvenne nella parte anteriore della vettura e il pilota bolognese perse le gambe, mentre lo sfortunato Hubert è stato centrato di fianco e la violenza dell'urto è stata fatale. L'americano Juan Manuel Correa è stato trasportato con gravi fratture alle gambe all'ospedale di Liegi, ma risulta essere in condizioni stabili. Il terzo sfortunato protagonista, Giuliano Alesi, non ha invece riportato nessuna ferita dopo il testacoda che ha innescato la carambola. Le vetture odierne, pur chiamandosi F.2, hanno prestazioni superiori a quelle delle F.1 di qualche anno fa, ovvero il progresso è stato talmente elevato che un ragazzo di 20 anni oggi va più veloce di quanto non andassero Prost e Senna ai loro tempi in F.1.

L'incidente di Alex Zanardi, Lausitzring 2001
L'incidente di Alex Zanardi, Lausitzring 2001

Nonostante le misure di sicurezza, protezioni per la testa, fiancate ad assorbimento d'urto, collari e caschi sofisticati, non c'è niente da fare contro le decelerazioni improvvise. Il bollettino medico dice che l'incidente è avvenuto alle 17.07 e il decesso alle 18.35, per cui tecnicamente non esiste il dubbio sulla disputa della gara in quanto secondo la legislazione belga se il decesso fosse avvenuto in pista poteva essere sospesa la gara di F.1. Per il povero Hubert, un ragazzo di 23 anni che sognava la F.1 di cui era un "semplice" contorno, il rischio è di passare nel dimenticatoio, come altri prima di lui. 

E' una legge non scritta delle corse, un mondo in cui i piloti, negli ultimi anni, sembravano invincibili, imbattibili e indistruttibili. Il tutto perché nel corso delle ultime stagioni, moltissimi incidenti simili, si sono sempre risolti senza danni ai piloti. E la sindrome di invincibilità, nonostante i grandi progressi fatti dalla tecnica (le Dallara F.2 al pari delle altre monoposto sono fra le più sicure al mondo come dimostrano centinaia di incidenti) c'è un limite oltre il quale non si può andare. E quel limite Anthoine Hubert lo ha superato, lasciando nel dolore tutto il paddock e chi con lui e la sua famiglia, stavano seguendo quel sogno chiamato F.1, quella che correrà nonostante tutto perché lo show andrà avanti.

Anche se il cuore e la mente direbbero di no. La FIA e Liberty Media hanno aperto una indagine per chiarire tutti i dettagli della vicenda. Va chiarito che gli standard di sicurezza di una F.2 sono identici a una F.1, per cui fiancate, Halo, caschi, sistemi di assorbimento d'urto, sono tarati per velocità nettamente superiori a quelle tipiche di una F.2. Resta il limite fisico di un urto che ha superato i 60 G di decelerazione laterale e quei colpi non c'è nessun fisico umano in grado di sopportare.

Pubblicità