Staurenghi e la F.1 vista dall'hospitality Pirelli: il GP del Canada

Staurenghi e la F.1 vista dall'hospitality Pirelli: il GP del Canada
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Christian Staurenghi, Responsabile del catering Pirelli F1, ci parla del Circus della F1 visto dall'interno. Tappa a Montreal, in Canada, tra cibo prelibato, feste esclusive e un paddock old school
5 giugno 2015

La F1 sbarca in Quebec, per la precisione a Montreal, una cittadina che sa bene come far provare forte emozioni. La gente cerca, chiede, si interessa alla F1. Da queste parti la passione è forte, è ancora viva. Del resto eredita uno dei campioni più amati di sempre: Gilles Villeneuve, che ha dato il nome all'omonimo circuito. Anni fa ho lavorato alla Bar Supertec con il figlio Jacques che a volte torna al nostro ristorante per farci visita. Devo dire che fa sempre piacere rivedere i vecchi amici. Il circuito è allestito su delle isole collegate alla terra ferma grazie ad una serie di ponti. A lato del circuito domina il casinò, luogo dove il mio vecchio capo passava le serate in compagnia della moglie.


Il paddock e uno tra i peggiori del panorama mondiale. Il posto è angusto, con poco spazio e montato sopra a delle chiatte, all'interno di una pista per gare di barche a remi. Si sviluppa all'intero di una parte del vecchio villaggio olimpico e viene utilizzato solamente per la F1. Tutto infatti è rimasto come lo abbiamo lasciato l'anno precedente, rassegna stampa compresa, ancora attaccata all'ingresso dell'hospitality. Oggi tutti i circuiti si modernizzano, ma non quello del Canada che ha fatto davvero pochi cambiamenti dagli anni '90. Sia chiaro è migliorato - prima c'erano solo roulotte di legno - ma a mio avviso non è ancora all'altezza delle esigenze della F1 moderna.

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Le feste a Montreal sono veramente ambite

 

La città aspetta con fermento la F1, e si vede, visto che i negozi prendono forma e si addobbano in ogni angolo, quasi per sedurre i turisti che accorrono durante questa magica settimana. Le strade vengono chiuse e nel week end si alternano feste su feste, con i locali pronti a ricevere fiumane di gente pronte a far festa.  In ogni angolo un locale c'è un locale, dal ristorante al bar fino al ritrovo per fare festa, con negozi che rimangono aperti fino a tardi. Il paddock nel frattempo parte a rilento, dopo le due gare europee e, come dicevo, lo spazio non aiuta proprio. Si parla della partita di sabato e tutti fanno preparativi per vederla in qualcuna delle Hospitality. Pare che Sky abbia addirittura portato la fibra ottica fino alla hospitality Ferrari per far vedere la finale ai tifosi!

 

Il clima sembra impazzito, oggi 4 gradi domani 28 con un caldo che si muore per poi tornare ad un freddo quasi polare. Non ci si riesce a vestire la mattina. Le voci del paddock parlano anche della bozza per il campionato 2016. Ci sarebbero un sacco di gare tutte di fila e pare si cominci in aprile per poi finire a novembre. Molti si lamentano già, fanno due conti e sanno che ci sono possibilità di rimanere fuori, e a non tutti piace.

 

Approvigionamento: questa parola a Montreal non crea mai problemi. Al di là di carni meravigliose e con gusti unici anche l'astice è piuttosto rinomato da queste parti e per di più a prezzi modici. Ci si può sbizzarrire in menu high level, con piatti da sceicchi. Piace molto l' idea di fare campeggio o barbecue all'aperto. Ristoranti e steak house si fanno concorrenza per il miglior taglio di carne e per accaparrarsi il cliente. I costi possono essere proibitivi per un portafoglio comune. The keg, la cos de cheval, il prima donna sono alcuni tra i locali più ambiti per accaparrarsi il tavolo nel week end canadese nelle serate dove la F1 assaggia il glamour cittadino.

 

Il cod 20è l'altro status symbol per la festa della domenica sera dove vengono ammesse un massimo di 400 persone, rigorosamente vip. Caccia la biglietto, giro di parole, ricerca di questo o quel contatto pur di entrare. Andarci significa pole position per quella che io chiamo F1 by night. In generale a Montreal si vive bene e vi dirò che la tappa del Canada è divenuta piacevole considerando che siamo qui per lavorare e non al club med.

 

Christian Staurenghi

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