ACI: lo sciopero della benzina del 6 giugno non è contro i terremotati

ACI: lo sciopero della benzina del 6 giugno non è contro i terremotati
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L’ACI ha sottolineato che lo sciopero della benzina del 6 giugno non è contro i terremotati, a favore di cui il Governo ha deliberato l’aumento di due centesimi sulle accise, ma contro una tassa ingiusta che colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli
4 giugno 2012

Sono passate alcune settimane da quando l’Automobile Club d’Italia ha indetto il primo sciopero della benzina, che si metterà in atto mercoledì 6 giugno per lanciare un forte segnale di protesta contro i continui aumenti fiscali che gravano sui carburanti e più in generale sull’auto nel nostro Paese.

Dal momento che alcuni giorni fa il Governo ha deliberato l’aumento di due centesimi sulle accise dei carburanti, al fine di reperire in maniera immediata risorse economiche per sostenere le zone colpite dal terremoto, l’ACI ha tenuto a precisare che lo sciopero della benzina non è contro i terremotati, ma contro una tassa ingiusta, che colpisce soprattutto lavoratori e fasce sociali deboli e deprime ulteriormente il comparto auto, vitale sia per l’occupazione che per l’economia del Paese.

Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia, ha dichiarato: «E’ infondata l’ipotesi secondo cui ACI si oppone all’idea di aiutare le popolazioni colpite dal sisma, perché siamo sempre vicini alle popolazioni colpite da calamità naturali, con tutti gli uomini, i mezzi e il know-how di cui disponiamo. Stiamo attivando una task force di soccorso per la rimozione delle auto distrutte oltreché un centro mobile di servizi di pratiche automobilistiche.»

«Il nostro obiettivo è quello di opporci ad una tassazione che ha raggiunto, da tempo, livelli insostenibili, che colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli e i lavoratori e che rischia di mettere in ginocchio il comparto auto, con conseguenze drammatiche per l’occupazione e l’economia italiana.»

Sticchi Damiani ha poi aggiunto: «La benzina è il prodotto più tassato in assoluto: circa il 60% del prezzo alla pompa è fatto di tasse e di tasse sulle tasse (l’IVA sulle accise). Gli automobilisti italiani pagano ancora accise per la guerra in Abissinia (1935), la crisi del canale di Suez (1956), la tragedia del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966) e i terremoti in Belice (1968), Friuli (1976) e Irpinia (1980). E’ ora di dire basta e tassare le ricchezze, non le povertà. L’auto è un limone dal quale non si può più spremere neanche una goccia.»

Lo dimostrano il crollo dei consumi (benzina -16,1% e gasolio -14,3% ad aprile, ultimo dato ufficiale Ministero dello Sviluppo Economico) e la rilevante riduzione del traffico autostradale, che solo a febbraio ha toccato il -14,5% (ultimo dato ufficiale Aiscat).

Il Presidente dell’ACI ha concluso dicendo: «Per ora, malgrado il crollo dei consumi, il gettito continua ad aumentare, ma se non si farà qualcosa per bloccare questa emorragia, presto anche l’Erario ne risentirà e la tassazione, oltre che soffocante e iniqua, si rivelerà addirittura dannosa per le casse dello Stato

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