Alla 24H del Nurburgring con Audi Sport. Altro che F1 [Video]

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Alberto Pellegrinetti
  • di Alberto Pellegrinetti
Un'Audi R8 V10 Spyder, 580 km, 24 ore e l'amara scoperta che andare forte è un'altra cosa
  • Alberto Pellegrinetti
  • di Alberto Pellegrinetti
21 maggio 2018

24H. Giorno, notte, pioggia, asciutto, rischio, adrenalina, paura, asfalto, cordoli e… di nuovo, ancora una volta. Siete fan dell’endurance? Ci fa piacere, ma se vi considerate tali per seguire il WEC, Le Mans e le altre gare, sappiate che probabilmente il vostro concetto relativo a questa disciplina sarà notevolmente ridimensionato nel caso decidiate di partecipare, come spettatore, alla 24H del Nurburgring.

Eccoli qua, pronti per la qualifica. Ci vogliono 8' per fare 25 km
Eccoli qua, pronti per la qualifica. Ci vogliono 8' per fare 25 km

Cosa? 24H di corsa sull’anello dell’inferno perduti per le foreste dell’Eifel, con i guard rail a meno di due metri dalla strada, cordoli così inclinati che sembrano prenderti a pugni se decidi di osare troppo e il classico zig zag tra le vetture più lente. Sì e non solo. LeMans con i suoi 13 km è di certo una delle piste più impegnative, ma la sede stradale è sufficientemente ampia per ospitare una fianco all’altra anche quattro vetture, le curve hanno tutto il garbo di offrirvi parecchio spazio per metterci una pezza e ci sono dei ‘rilassanti’ rettilinei in cui si può tirare il fiato.

Salite, discese, curve cieche, traffico. Poi ci sono anche gli altri problemi
Salite, discese, curve cieche, traffico. Poi ci sono anche gli altri problemi

La stessa gara al Ring ha quasi il sapore di una corsa clandestina per le stradine di campagna, dove non avete spazio per il minimo errore e dove spesso dovete gestire una vettura con gomme da asciutto sul bagnato e viceversa, per non parlare degli inseguimenti con gli avversari quando siete su una macchina che si mangia 25 km di pista in 8 minuti, dovendo pure stare attenti a non tuonare nel posteriore delle vetture più lente. Ve lo diciamo senza giri di parole, qui il motorsport ha un sapore diverso, qui i piloti sembrano sapere qualcosa che non vi immaginate nemmeno. Qui, in confronto, la F1 sembra il saggio di danza di vostra figlia con il tutù rosa.

Vedete la distanza tra guard rail e pista?
Vedete la distanza tra guard rail e pista?

Chi scrive però non si aspettava niente di tutto questo quando ha accettato l’invito di Audi, che per la gara schierava le sue R8 LMS GT3, a partecipare come ‘rookie’ delle fila della faraonica ospitality appositamente allestita. L’esperienza era partita con un piacevole trasferimento dall’aeroporto di Monaco fino al circuito al volante della R8 V0 Spyder Plus, dove plus sta evidentemente per ‘non plus ultra’, dato che con difficoltà verrebbe in mente qualcosa da volere oltre ai 610 CV da godersi a cielo aperto. 520 km sulle Autobhan tedesche sono bastati a farci tornare in mente come l’R8 riesca a non stancare mai chi la guida: una supercar di razza con un motore che è un inno al mondo di queste vetture formidabili, capace di farti battere il cuore e prenderti a schiaffi il cervello nelle gallerie. L’S-Tronic è sublime e quando la melodia raggiunge gli 8500 giri fa partire la saetta che vi regala di nuovo lo stesso piacere nella marcia superiore.

Si dice che il colore sia il riflesso dell'invidia delle persone
Si dice che il colore sia il riflesso dell'invidia delle persone

L’R8 però sa anche prendersi cura di voi; dimenticate il Mr. Hide e in modalità comfort troverete un docile Dr. Jekyll pronto a macinare chilometri senza spezzarvi la schiena. In un battito di ciglia (grazie Germania per i mancati tratti con limiti di velocità) siamo ad Adenau, uno dei territori attraversati dalla pista. L’accoglienza è forte, calorosa e dal gusto di carne alla griglia e tifosi accampati da giorni in balia della peggiore birra da 66. Socializziamo facendo sentire qualche nota del propulsore e dopo aver scatenato il delirio della folla raggiungiamo finalmente i ‘race cottage’, delle amabili strutture con tutto il necessario per sopravvivere alla notte.

No, non siamo a Ingolstadt, ma non è così scontato
No, non siamo a Ingolstadt, ma non è così scontato

Poco tempo per sistemarsi e raggiungere l’hospitality, dove, con le qualifiche, abbiamo già un primo assaggio di cosa occorra avere in mezzo alle gambe per questo sport. Le GT3 qui, senza il dominio delle LMP1, sono le regine, 500 CV messi su strada in maniera impeccabile, aerodinamica evoluta con appendici estreme e una voracità da squalo bianco. Siamo tranquilli al tavolo quando sugli schermi proiettano l’onboard di una delle auto impegnate nel giro veloce e per tutto il tempo non facciamo altro che chiederci “sta succedendo davvero?”. Mai visto una strada scorrere così veloce, mai visto un’auto attaccare una pista, e che pista, con tanta ferocia, senza pensare che il girono dopo tutto questo si sarebbe ripetuto per 24H con condizioni diaboliche e il traffico delle vetture più lente.

UuuuuuuuuuuuuuuuuuuOOooooooooooooooooooooommmmmmmmmmmmmm
UuuuuuuuuuuuuuuuuuuOOooooooooooooooooooooommmmmmmmmmmmmm

Parte forte Porsche con una pole firmata da Laurens Vanthoor, seguono l’altra 911 GT3 R della Falken Tyres e in terza piazza la AMG GT3 del Black Falcon. Ancora storditi da quanto visto ci dirigiamo agli alloggi, visto che la mattina dopo avremmo avuto il nostro turno al volante.

Si parte con una carrellata di TT RS RS4 e R8 V10 RWS nel prooving ground allestito nei dintorni della pista. Sempre un piacere tornare al volante di queste vetture, soprattutto la RS4, la quale, già nel test, ci aveva colpito con la suo nuova dinamica di guida, che senza perdere d’occhio la sicurezza raggiunge quel pizzico di brio in più alla guida. Ancora di più, in fatto di feeling, è l’R8 a trazione posteriore. 70 CV in meno rispetto alla Plus, ma un posteriore che spinge e anima l’auto. Guardate il video se non ci credete.

Eh sì, la RS4 sa il fatto suo
Eh sì, la RS4 sa il fatto suo

Ancora di più, guardate il video se volete scendere in pista con noi dentro la Nordschleife. Eh sì, quando ce lo hanno detto davvero faticavamo a crederci. Tutti e 22 i chilometri dell’anello infernale più temuto al mondo a bordo della nostro R8 Spyder Plus (ovviamente a capotte chiusa per motivi di sicurezza). Entriamo in pista dal lungo rettilineo che congiunge con il GP, ma prima di concluderlo, svoltiamo a destra per entrare nel parco giochi degli adulti. Prime impressioni? Follia, sgomento, incredulità ecc. I video di You Tube non arrivano a far capire di cosa si parli finché non ci si trova davanti. Pendenze da montagne russe, vie di fuga inesistenti, guard rail come avvoltoi e il brutto è che ricordandoci delle velocità che i piloti raggiungono in certi tratti con le auto stradali rimaniamo delusi da noi stessi vedendo che alziamo il piede nonostante si vada giusto alla metà. Altro mestiere, altro sport, anche se ogni tanto per la gioia dei tifosi disseminati in campeggio per tutto il circuito facciamo cantare l’R8. Proprio loro contribuiscono a rendere tutto ancora più unico e affascinante, tra schiere di tende, griglie, piscine, gazebi e ponteggi per godersi la gara senza il fastidio delle reti; ecco un altro bello schiaffo alla Formula 1.

Il rettilineo dove i piloti hanno giusto il tempo per ricordarsi che la lotta sta per cominciare di nuovo
Il rettilineo dove i piloti hanno giusto il tempo per ricordarsi che la lotta sta per cominciare di nuovo

Nel frattempo scocca l’ora X. Sono le 15:30 e la gara prende il via. A questo punto già saprete che la Porsche 911 N912 del Manthey Racing guidata da Makowieki, Pilet, Lietz e Tandy ha regalato alla casa di Stoccarda la 12^ vittoria in questa gara. Ecco perché vorremmo sorvolare la parte di pura cronaca, considerato anche il pesante ritardo e concentrarci sulle sensazioni che questa gara ci ha regalato.

24H sono tante, ma sempre poche per pensare troppo
24H sono tante, ma sempre poche per pensare troppo

Per quanto 24H possano essere lunghe, sembra non siano abbastanza per lasciare spazio ai convenevoli. Le GT partono con un ritmo indiavolato e fin dai primi giri le battaglie infuriano tra le varie R8, AMG GT, GT3 R, M6 GT3 e Vantage. Poi arriva il bello, la seconda batteria con le vetture più lente, che dopo pochi passaggi diventano dei veri e propri bersagli mobili. Solo a questo punto si comincia ad avere un’idea di cosa sia questa gara: quando le due auto in testa si inseguono a pochi secondi una dall’altra, costrette a uno zig zag delirante su una pista che non lascia scampo. Già qui ci rendiamo conto di come ogni volta che abbiamo spinto su un’auto in strada o in pista sentendoci dei leoni, in realtà non sia stata solo una presa in giro nei confronti di noi stessi. Le cose peggiorano quando comincia a calare il buio. La visibilità si riduce e l’aria più fresca fa sì che il motore lavori meglio permettendo di essere più veloci (anche se crediamo che pochi si lamentino delle velocità a cose normali). 

Già qui ci rendiamo conto di come ogni volta che abbiamo spinto su un’auto in strada o in pista sentendoci dei leoni, in realtà non sia stata solo una presa in giro nei confronti di noi stessi

Ancora qualche ora e ci rendiamo conto di cosa voglia dire 'non c'è fine al peggio'. Pioggia e nebbia, su tutto il circuito. Da una parte è un bene perché in questo modo la scelta di gomme è una sola e non ci sono sezioni diverse in termini di condizioni. Il problema è che la visibilità si riduce, la pista diventa ancora più pericolosa, sorpassare è un suicidio e vedere due GT3 che si rincorrono dentro una nube d'acqua a una velocità che non raggiungereste nemmeno sull'asciutto è il culmine di un'esperienza terrificante che vi sconvolge. Dopo la bandiera rossa la gara è ripresa a un'ora dal termine delle 24 previste. E assistere a quel duello da cardiopalma tra Porsche e Mercedes è stato davvero inquietante. Un finale thrilling per un weekend di paura, passione e motorsport.   

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