Autovelox non omologati, c'è una data: dal 12 giugno spenti tutti

Autovelox non omologati, c'è una data: dal 12 giugno spenti tutti
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Scontro tra Salvini e Comuni: rischio caos multe dal 12 giugno
2 maggio 2025

Il tema degli autovelox torna a infiammare il dibattito politico, e questa volta il confronto si fa acceso tra il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e l’ANCI, l’associazione dei Comuni italiani. In gioco non ci sono solo regole tecniche, ma la possibilità concreta che dal 12 giugno migliaia di dispositivi su tutto il territorio nazionale debbano essere spenti, con il rischio di vedere annullate multe già elevate e di compromettere la gestione della sicurezza stradale.

Il cuore del problema è la mancanza, da ben 33 anni, di un decreto ministeriale che certifichi l’omologazione degli autovelox. Senza questo atto, previsto ma mai emanato, è impossibile effettuare una taratura annuale certificata dei dispositivi, come invece imposto dal recente decreto del 2024. La scadenza è fissata per il 12 giugno: da quella data, gli autovelox non in regola con le nuove disposizioni dovranno essere disattivati, rendendo inefficaci sanzioni e controlli automatici della velocità.

A marzo il governo aveva tentato una sanatoria, inviando a Bruxelles una bozza di decreto che avrebbe regolarizzato i dispositivi e chiuso numerosi contenziosi legali. Ma dopo le polemiche – legate anche all’uso percepito come “strumento per fare cassa” degli autovelox – lo stesso esecutivo ha deciso di fare un passo indietro e ritirare il provvedimento.

Nel frattempo, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha chiesto all’ANCI un censimento dettagliato dei dispositivi installati: una mappatura precisa, comprensiva del numero esatto e della localizzazione, suddivisa in base all’anno di approvazione (prima o dopo il 2017, anno spartiacque per l’omologazione).

La risposta dell’ANCI non ha convinto Salvini, la quale ha fornito solo percentuali: il 59,4% dei dispositivi fissi e il 67,2% di quelli mobili risultano approvati prima del 2017, il resto successivamente. Ma per il Mit non bastano percentuali: servono numeri assoluti e luoghi d’installazione. Il ministero ha ribadito la necessità di avere dati certi “per poter riavviare il procedimento relativo all’adozione del decreto interministeriale sulle regole di omologazione”.

L’ANCI ha replicato sottolineando che la ricognizione è stata fatta su un campione rappresentativo di 1.000 Comuni e che i dati sono “affidabili”. Tuttavia, ha anche promesso di sollecitare ulteriormente gli altri enti locali per raccogliere ulteriori informazioni, senza rinunciare a difendere la bontà del lavoro già svolto.

Intanto il tempo stringe e, se entro il 12 giugno non arriverà una soluzione normativa, gran parte degli autovelox italiani rischia lo spegnimento forzato. Con effetti a catena: niente controlli automatici della velocità, possibili ricorsi per multe già emesse, e una gestione della sicurezza stradale che tornerebbe indietro di anni.

 

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