F1. Charles Leclerc più efficace delle McLaren: ecco cosa ha stravolto le qualifiche del Gran Premio d'Ungheria 2025

F1. Charles Leclerc più efficace delle McLaren: ecco cosa ha stravolto le qualifiche del Gran Premio d'Ungheria 2025
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Ecco come Charles Leclerc ha beffato le McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris prendendosi la pole position nelle qualifiche del Gran Premio di Ungheria 2025 di Formula 1
2 agosto 2025

È stato il vento a spazzare via la scuderia dominatrice della stagione 2025 di Formula 1 per il tempo del giro buono nelle qualifiche del Gran Premio di Ungheria. È bastato che le folate cambiassero direzione di 90° in Q3 per far prendere una piega totalmente diversa a una battaglia che vedeva le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri come naturali favorite. Sembrava di vedere una Formula 1 al rovescio, con un maiuscolo Charles Leclerc capace di prendersi una partenza al palo che sa di rivalsa, ancora di più perché colta su una pista che per sua stessa ammissione non ha mai digerito.

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La tempesta perfetta per il giro di Leclerc si è creata per una serie di fattori. Il crollo di una decina di gradi della temperatura della pista, la maggiore umidità, le gocce di pioggia. E, soprattutto, il vento in curva 5 e nell’ultimo settore. Le monoposto dell’attuale ciclo tecnico della Formula 1 sono talmente sensibili anche ai più piccoli cambiamenti delle condizioni. E la reazione della MCL39 alle folate di vento e alla loro direzione era già tracciata, segnata com’è nel DNA della mappa aerodinamica della vettura. Dei cinque decimi persi tra Q2 e Q3, quattro secondo il team principal Andrea Stella sono attribuibili al vento, e uno alla troppa prudenza dei piloti.

Con un mondiale piloti in gioco, è inevitabile che Norris e Piastri abbiano naturalmente cercato di mettere insieme un giro pulito porgendo l’altra guancia di fronte agli schiaffoni del vento. Charles Leclerc, invece, non aveva assolutamente nulla da perdere. Ed è riuscito a cogliere un tempo speciale, lasciandosi trasportare in condizioni in cui spesso l’anteriore e il posteriore della vettura perdono la loro intesa, smettendo di viaggiare in sincronia. Ha preparato al meglio le gomme, migliorandosi quando altri risultavano ben più lenti che nel Q2. Scatterà dalla prima fila accanto al leader del mondiale Piastri, mentre il suo compagno di squadra Lewis Hamilton sarà nel bel mezzo della mischia.

La differenza tra Leclerc e Hamilton in Ungheria appare gigantesca, ma è esacerbata dalle circostanze. Hamilton non ha passato il taglio della Q2 per 15 millesimi, e in Q3 le condizioni sono cambiate in maniera così repentina da rendere impossibile valutare cosa avrebbe potuto fare il sette volte campione del mondo se fosse approdato alla parte finale della qualifica. Lewis è stato laconico con la stampa presente in pista, ma alla TV inglese ha mostrato tutta la sua emotività. A casa sua, in Inghilterra, direbbero che porta il cuore sulla manica. E una debacle come quella di oggi pesa sul suo morale, portandolo a definirsi inutile. Ma non c’è nulla di costruttivo nel definirsi superfluo.

Può invece dirsi soddisfatta una rediviva Aston Martin. La AMR25 è risultata docile nell’entrare nella corretta finestra di utilizzo, permettendo a Fernando Alonso e Lance Stroll di toccare i tasti giusti per portare a casa un risultato solido. È la conferma di un percorso di crescita passato da un piano di aggiornamenti corposo. Il fondo portato a Imola, quello arrivato a Silverstone, l’ala anteriore di Spa: tutto funziona come dovrebbe, ed è soprattutto un’ottima notizia per il 2026. Questi sono i primi upgrade frutto delle strutture all’avanguardia costruite nel quartier generale di Silverstone. Sono le armi che Adrian Newey userà per costruire un futuro di successo. E la correlazione nel presente fa ben sperare, e sorridere persino il solitamente recalcitrante Lance Stroll.

A precedere le due verdone ha pensato George Russell, una macchina da qualifica che, per sua stessa ammissione, ha perso la pole con quel deficit di tre decimi che ha accumulato in curva 14, facendosi prendere alla sprovvista dal vento. Il crollo delle temperature ha giovato alla W16 che, con il ritorno alla sospensione posteriore precedente a quella introdotta a Imola, sembra essere diventata meno recalcitrante. Russell ha beneficiato della sua capacità di migliorarsi nella fase finale della qualifica, mentre Andrea Kimi Antonelli ha steccato l’ultimo tentativo nella Q2. La buona notizia è che la nuova sospensione posteriore gli ha dato maggiore fiducia. Ma è stato troppo impreciso per poter arrivare a beneficiare delle condizioni che hanno galvanizzato una W16 per cui un passo indietro in termini sospensivi potrebbe significare un passo in avanti per una seconda parte di stagione meno turbolenta.

E senza pace è stata la qualifica di Max Verstappen, ottavo con una RB21 che mancava di grip sia all’anteriore che al posteriore. La cosa più grave, a ben vedere, è che stando a quanto ha spiegato Verstappen i correttivi sull’assetto non solo non funzionano, ma non aiutano a comprendere le storture di questa macchina. L’obsolescenza infrastrutturale di Milton Keynes pesa come un macigno sull’economia dei weekend di gara della Red Bull. E se Charles Leclerc ha danzato col vento, Verstappen è stato spazzato via lontano dalle posizioni che contano, ben più delle McLaren che talloneranno il monegasco in partenza.

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