Caso George Floyd: le Case USA contro il razzismo scrivono ai dipendenti

Caso George Floyd: le Case USA contro il razzismo scrivono ai dipendenti
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Daniele Pizzo
GM, Ford ed FCA prendono posizione sulla morte dell’uomo di Minneapolis per mano di Derek Chauvin. Manley: «Il flagello del razzismo e della discriminazione non ha rispetto per i confini internazionali»
4 giugno 2020

Anche le Case automobilistiche americane intervengono nell’aspro dibattito che divampa negli Stati Uniti dopo l’uccisione di George Floyd a Minneapolis per mano del poliziotto Derek Chauvin, così come hanno fatto molte grandi “corporation”.

In una lettera ai dipendenti la presidente di General Motors la presidente Mary Barra si è detta «disgustata» dai fatti di Minneapolis ed ha annunciato la creazione di un “Inclusion Advisory Board”, un comitato consultivo che vigilerà sull’uguaglianza all’interno dell’azienda e ha concluso assicurando che «Per ora, il mio impegno personale è quello di garantire che la leadership di GM, e per estensione, l'intera famiglia GM, rimanga costantemente consapevole della nostra responsabilità di portare consapevolezza nell'ingiustizia. Perché la consapevolezza porta al dialogo... il dialogo porta alla comprensione ... e la comprensione porta al cambiamento».

Il presidente di Ford William Ford e l’ad James Hackett in un passaggio del loro messaggio ai lavoratori sostengono che «Non possiamo chiudere gli occhi verso il razzismo o accettare un senso di "ordine" basato sull'oppressione. Molti di noi non possono sapere com'è essere parte di una comunità di colore, sapere com'è avere paura per i nostri figli ogni volta che escono di casa o preoccuparsi che oggi possa essere il nostro ultimo giorno. Ma finché tanti dei nostri colleghi, dei nostri amici, vivono con quella paura, come possiamo vivere con noi stessi? Finché avremo il privilegio di respirare, spetta a tutti noi invocare nuovi livelli di empatia e umanità».

Dello stesso tenore le parole di Mike Manley, ad di FCA: «Respingo fermamente l'odio e il pregiudizio che ancora lacerano il tessuto della nostra società e che hanno portato alla morte di George Floyd e di così tanti prima di lui... Anche se questo problema lo stiamo vedendo sopratutto negli Stati Uniti, il flagello del razzismo e della discriminazione non ha rispetto per i confini internazionali. Come dipendenti di una delle più grandi aziende del mondo, abbiamo assolutamente il potere individuale e collettivo di fare la differenza. A partire da come ci trattiamo a vicenda sul lavoro fino a creare opportunità per tutti di realizzarsi. FCA può essere una forza potente e significativa per il cambiamento».

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