Di Maio-Salvini: c'è intesa sull'auto elettrica

Di Maio-Salvini: c'è intesa sull'auto elettrica
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Daniele Pizzo
Stando ai programmi, i due leader sono concordi sull'incentivazione della mobilità elettrica e sulla penalizzazione dei motori più inquinanti, uno dei non molti punti di convergenza per un ipotetico Governo M5S-Lega
5 marzo 2018

Che Governo sarà quello della diciottesima legislatura della storia dell'Italia repubblicana? Il rebus, all'indomani delle elezioni politiche del 4 marzo e con gli scrutini ancora in corso ma con i pesi dei vari partiti già ben delineati, sembra difficile da sciogliere anche per gli analisti politici più navigati.

Con la coalizione di centrodestra al 37% circa, ma con la Lega come primo partito dello schieramento con il 18% e Forza Italia al 15%, il Movimento 5 Stelle solitario oltre il 32% ed un Partito Democratico al 23%, l'assegnazione del premierato e la composizione dell'esecutivo sembra un percorso piuttosto incerto.

Nessun partito ha infatti ottenuto il 40%, la quota che garantisce la maggioranza assoluta e di conseguenza il diritto a governare in solitaria o quasi. Sarà dunque un Governo che scaturirà per forza di cose dal numero dei seggi che saranno assegnati e dalle convergenze sui programmi. Nessuna forza politica, cioè, potrà attuare i provvedimenti che ha presentato agli elettori prima del voto, senza prima accordarsi con quelli che fino al giorno prima erano avversari.

Il PD ha annunciato nella notte ancora a spoglio in corso che sarà all'opposizione, visti i minori consensi raccolti rispetto agli altri due schieramenti principali ma anche perché non raggiungerebbe la maggioranza né con l'uno né con l'altro degli schieramenti avversari. Difficile anche che esponenti di M5S e FI siedano fianco a fianco a Palazzo Chigi. L'ipotesi ventilata come più probabile è dunque quella di un esecutivo affidato a M5S e Lega, più un'altra forza minore in grado di assicurare la maggioranza assoluta, di 158 seggi in Senato e 316 alla Camera.

Le due fazioni sono abbastanza lontane nelle posizioni, ma su una cosa sembrano convergere: il sostegno all'auto elettrica. Sia Salvini che Di Maio, stando almeno ai programmi, dicono che la transizione verso l'elettrico sia una tappa irrinunciabile in un sistema di trasporti moderno, efficiente ed al passo coi tempi.

«Quello dei trasporti su strada è responsabile di più del 25% delle emissioni di anidride carbonica prodotte ogni anno nell’Unione europea. Secondo le statistiche, oltre il 50% delle emissioni dei trasporti sarebbero prodotte dalle automobili, responsabili dunque di oltre il 10% delle emissioni di CO2 totale. I progressi recenti prospettano già a breve veicoli elettrici sempre più performanti, che delineano nuovi scenari di mobilità in grado di migliorare la qualità dell’aria», si legge nel programma della Lega, che riconosce che «La diffusione della mobilità elettrica richiede tuttavia la rimozione di alcune barriere e l’adozione di misure temporanee che incoraggino tale transizione».

Il partito leghista pensa anche ad «adottare misure limitative od ostative per i veicoli a più elevato impatto ambientale, valutando ove possibile, e per aree di particolare rispetto, dei termini temporali dopo i quali sarà consentito l’accesso ai soli mezzi ibridi, elettrici o comunque non inquinanti». Dunque anche la Lega, almeno stando al programma, è favorevole alla limitazione delle motorizzazioni tradizionali.

Sul versante pentastellato, Di Maio nei giorni scorsi aveva anticipato sulla stampa che l'obiettivo è di arrivare a 1 milione di auto elettriche entro il 2020. Nella visione dei 5 Stelle la ricetta è quella degli incentivi/disincentivi sul modello francese: « Per supportare il passaggio alle tecnologie elettriche, oltre al superamento dei deficit infrastrutturali per la ricarica, saranno contemplati strumenti di supporto per finanziare l’acquisto a fronte della rottamazione - vendita di un mezzo con motore endotermico o per interventi di retrofit, accanto all’introduzione di meccanismi bonus-malus su acquisto o possesso di veicoli alimentati a benzina o gasolio, al di sopra di una certa potenza: chi inquina di più è giusto che paghi». , il cosiddetto bonus/malus

Insomma, il primo punto di convergenza di un ipotetico governo Lega-M5S ci sarebbe, però ne mancano tanti altri che non riguardano trasporti e mobilità. Staremo a vedere.

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