France 30, la campagna ambientalista di Macron per le auto elettriche che non piace a Greenpeace

France 30, la campagna ambientalista di Macron per le auto elettriche che non piace a Greenpeace
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Emmanuel Macron ha presentato il suo “France 30”, parte di un investimento di 30 miliardi di euro per rendere il paese un leader nella produzione di idrogeno pulito. Si parla anche di nucleare, aerei a basse emissioni di carbonio e auto elettriche. Ma l’opposizione, da Marine Le Penn a Greenpeace, lo ha duramente attaccato
13 ottobre 2021

Lo scorso 12 ottobre il Presidente Emmanuel Macron ha presentato a Parigi “France 30”, parte di un ambizioso piano d’investimento di 30 miliardi di euro per trasformare la Francia in un punto di riferimento europeo per l’energia pulita. Un impegno che si va ad aggiungere ai 100 miliardi di euro, parte dei quali dedicati allo sviluppo di nuove tecnologie “green”, già stanziati dal Governo per risanare l’economia in seguito al coronavirus.

Per Macron le priorità sono diverse, da nuovi impianti per il nucleare di piccole dimensioni (“la sicurezza in questi casi è un tema centrale” ) a due nuove fabbriche per la produzione di idrogeno pulito. Un discorso che abbraccia anche l’automotive, dall’intenzione di implementare la produzione di semiconduttori (che hanno causato gravi ritardi nell’assemblaggio dei veicoli) alle auto elettriche vere e proprie, di cui il Governo francese è, in parte, proprietario. "Dobbiamo condurre la battaglia dell'innovazione e dell'industrializzazione allo stesso tempo - ha dichiarato Macron nel suo discorso - questo significa che abbiamo bisogno di molti fondi pubblici e privati e, come dicono gli inglesi, ‘the winner takes it all’. Abbiamo bisogno di un Paese che produca di più”.

Non tutti però hanno accolto con positività il piano d’investimento che, sottolinea l’opposizione, arriva a sei mesi esatti dalle elezioni presidenziali. Le critiche sono arrivate dall’estrema destra di Marine Le Pen, ma non solo: “A pochi mesi dalla fine del suo mandato, il presidente uscente impegna denaro francese per ripristinare la sua immagine elettorale con promesse che vincolano solo il suo successore” ha dichiarato la leader di Rassemblent National, trovandosi d’accordo con il direttore di Greenpeace Francia, Jean-François Julliard: “Tutte queste false soluzioni seguono la stessa logica: rimandare costantemente la vera transizione (energetica) e continuare a produrre come se le risorse del pianeta fossero illimitate”.

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