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In un'epoca in cui molte aziende guardano all'estero per ridurre i costi, c'è chi invece sceglie di puntare con convinzione sul Made in Italy. È il caso di Gruppo Beta, leader europeo nella produzione di utensili professionali, che ha appena annunciato un piano di investimenti da oltre un milione di euro per rafforzare la propria presenza produttiva in Lombardia.
Per comprendere appieno il significato di questa decisione, è importante considerare il contesto attuale. Mentre l'economia globale attraversa un periodo di grande incertezza e molte imprese delocalizzano la produzione verso paesi con costi inferiori, Gruppo Beta compie una scelta che va nella direzione opposta. Roberto Ciceri, Presidente e Amministratore Delegato dell'azienda, parla di una "visione chiara" per lo sviluppo in Italia, dimostrando come sia possibile coniugare competitività e radicamento territoriale.
Il primo pilastro del piano prevede investimenti per oltre un milione di euro sui due stabilimenti lombardi esistenti, ciascuno con caratteristiche e funzioni specifiche che ci aiutano a comprendere la logica industriale complessiva.
A Castiglione d'Adda, nel Lodigiano, verranno investiti 450.000 euro per l'acquisto di un nuovo impianto che permetterà di produrre internamente componenti fondamentali delle chiavi dinamometriche e delle chiavi a T con bussola snodata. Questo stabilimento rappresenta il cuore produttivo di alcuni dei prodotti più iconici dell'azienda, come le famose chiavi a T e i cricchetti reversibili che hanno reso celebre il marchio Beta tra i professionisti di tutto il mondo. La scelta di internalizzare la produzione di componenti critici rivela una strategia di controllo qualitativo che va al di là del semplice contenimento dei costi.
A Sovico, in provincia di Monza-Brianza, dove ha sede la direzione del gruppo, verranno invece stanziati 680.000 euro per una nuova isola automatica destinata allo stampaggio plastico delle impugnature di tutti gli utensili utilizzati a torsione manuale. Questo investimento, previsto per fine anno, rappresenta un esempio perfetto di come l'automazione possa essere utilizzata per migliorare la qualità e l'efficienza produttiva senza compromettere l'identità manifatturiera dell'azienda.
Il secondo pilastro della strategia rappresenta forse l'elemento più ambizioso e visionario dell'intero piano: la costruzione di un completamente nuovo stabilimento a Seregno. Questo progetto merita un'analisi approfondita perché rivela come Gruppo Beta stia pensando al futuro della propria organizzazione produttiva.
L'azienda ha acquisito un terreno di 18.000 metri quadrati nella città brianzola, un'area che sarà suddivisa in modo funzionale e strategico: 16.000 metri quadrati dedicati alla produzione e 2.000 metri quadrati riservati agli uffici. Queste proporzioni ci dicono molto sulla filosofia aziendale: la prevalenza schiacciante dello spazio produttivo rispetto a quello amministrativo conferma la vocazione manifatturiera del gruppo.
Ma è la destinazione produttiva di questo nuovo impianto a rivelare l'intelligenza strategica dell'operazione. Il nuovo stabilimento ospiterà infatti la produzione delle cassettiere e dell'arredo officina, un segmento in cui Beta detiene già una posizione di leadership. Questa specializzazione non è casuale: concentrando in un unico sito la produzione di una gamma di prodotti correlati, l'azienda può ottimizzare i processi, ridurre i tempi di lavorazione e migliorare il controllo qualitativo.
Uno degli aspetti più interessanti del nuovo stabilimento di Seregno riguarda l'impatto sulla logistica aziendale. L'obiettivo dichiarato è quello di raggiungere tempi di evasione degli ordini inferiori alle 96 ore, un target che in un settore come quello dell'utensileria professionale rappresenta un vantaggio competitivo significativo.
l terzo elemento della strategia riguarda l'impatto sociale e occupazionale degli investimenti. Il nuovo stabilimento di Seregno genererà nuovi posti di lavoro nel territorio brianzolo, contribuendo allo sviluppo economico locale. Questa dimensione sociale degli investimenti si integra con l'approccio già adottato negli stabilimenti esistenti.
Nello stabilimento di Castiglione d'Adda, dove sono impiegate 68 persone, l'azienda mantiene stabili le assunzioni bilanciando i pensionamenti previsti. Questo approccio rivela un'attenzione particolare alla continuità produttiva e alla valorizzazione dei giovani attraverso la formazione interna, elementi che rappresentano la vera forza competitiva di un'azienda manifatturiera moderna.
La filosofia che emerge è quella di un'impresa che considera le risorse umane non come un costo da ottimizzare, ma come un investimento strategico da valorizzare nel tempo. In un settore come quello dell'utensileria, dove la qualità del prodotto dipende fortemente dalla competenza e dall'esperienza dei lavoratori, questa scelta rappresenta un elemento distintivo importante.
Particolarmente interessante è l'approccio alla sostenibilità adottato nello stabilimento di Castiglione d'Adda. Grazie all'impianto fotovoltaico installato nel 2022, oltre il 65% del fabbisogno energetico è oggi coperto da fonti rinnovabili, con un risparmio di 500 tonnellate di CO₂ all'anno. Questo dato ci aiuta a comprendere come sia possibile integrare efficacemente obiettivi produttivi e ambientali, creando un modello di sviluppo sostenibile che non sacrifica né la competitività né la responsabilità ecologica.
Per apprezzare completamente la portata di questi investimenti, è utile conoscere la storia di Gruppo Beta. Nata nel 1923 ad Erba, in provincia di Como, per intuito della famiglia Ciceri, l'azienda ha saputo evolversi nel corso di un secolo mantenendo sempre salda la propria identità italiana. Oggi il gruppo vanta un fatturato di 252 milioni di euro e conta oltre 1.000 collaboratori distribuiti in cinque aziende (Beta Utensili, 3D Beta, BM, Abra Beta ed Helvi) con dieci stabilimenti produttivi in Italia.
La presenza internazionale è altrettanto impressionante: Beta è presente in oltre 100 paesi, dimostrando come sia possibile conquistare i mercati globali partendo da una solida base produttiva nazionale.
La strategia del Gruppo Beta ci insegna qualcosa di importante sul futuro della manifattura italiana. In un mondo sempre più globalizzato, la competitività non si costruisce necessariamente delocalizzando, ma può nascere dalla capacità di innovare mantenendo saldi i propri valori e le proprie radici territoriali.
Come sottolinea lo stesso Roberto Ciceri, gli investimenti rappresentano "l'ulteriore tappa di un percorso di crescita" basato su qualità, cultura dell'innovazione e attenzione ai dettagli: ingredienti che rappresentano l'eccellenza del saper fare italiano e che continuano a orientare le scelte strategiche future dell'azienda.
In definitiva, la storia di Beta dimostra che è possibile coniugare tradizione e innovazione, territorialità e internazionalizzazione, creando un modello di sviluppo che potrebbe ispirare molte altre realtà manifatturiere italiane.