F1. Red Bull e il 2026 da brivido con Ford, Mekies ammette: “Fare i motori da soli è una follia”

F1. Red Bull e il 2026 da brivido con Ford, Mekies ammette: “Fare i motori da soli è una follia”
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Laurent Mekies svela i rischi e le sfide che attendono la Red Bull nel 2026: fare i motori da soli sarà una follia… ma anche un’opportunità unica
18 dicembre 2025

Con il 2025 alle spalle, è ufficialmente giunto il momento di voltare pagina e iniziare un capitolo completamente inedito. La prossima volta che la Formula 1 scenderà in pista, tutto sarà diverso: dal cuore pulsante all’aerodinamica delle monoposto. Letteralmente nulla sarà come prima – terminologia inclusa – dando forma a una stagione che promette colpi di scena non solo per i tifosi, ma anche per le squadre stesse. Anche per una realtà consolidata come la Red Bull si tratterà di un vero salto nel buio: per la prima volta, infatti, la squadra di Milton Keynes capitanata da Laurent Mekies sarà anche motorista.

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Il nuovo regolamento tecnico prevede profonde modifiche alle vetture. Esternamente saranno più piccole e leggere: il passo sarà ridotto di 200 mm (a 3.400 mm), la larghezza diminuirà di 100 mm (a 1.900 mm), quella del fondo di 150 mm, mentre il peso minimo scenderà di 30 kg (a 768 kg). Il carico aerodinamico sarà ridotto di circa il 15–30%, con la rimozione dei tunnel del fondo a effetto suolo, mentre la resistenza complessiva calerà fino al 55% per favorire gare più ravvicinate. Le ali anteriori e posteriori mobili sostituiranno il DRS, introducendo configurazioni ad alto e basso carico aerodinamico in grado di offrire maggiore aderenza o velocità in base alle esigenze dei piloti.

Ma è l’interno a essere rivoluzionato profondamente. I motori che debutteranno nel 2026 avranno una potenza suddivisa equamente tra combustione interna (ICE) ed elettrico (50%-50%). Il sistema ibrido sarà semplificato con l’eliminazione della MGU-H, mentre la potenza della MGU-K aumenterà in modo significativo, passando da 120 kW a 350 kW, per migliorare le possibilità di sorpasso e le velocità sui rettilinei. Le vetture utilizzeranno inoltre carburanti sostenibili avanzati, senza compromessi sul fronte delle prestazioni.

Tutto, dunque, ripartirà da zero. Un cambiamento rivoluzionario soprattutto sul fronte dei motori, rimasti invariati dal lontano 2014, e che ha fatto da catalizzatore all’ingresso di nuovi costruttori. Renault ha detto addio, lasciando Alpine passare alle power unit Mercedes, che fornirà motori anche al team di Brackley, a McLaren e Williams. Ferrari avrà come clienti Haas e Cadillac. Red Bull saluterà Honda, che dal 2026 passerà ad Aston Martin, mentre Audi debutterà come motorista, esattamente come Ford, che lavorerà in sinergia con Red Bull, destinata a diventare a tutti gli effetti sia costruttore sia motorista.

Per la famiglia di Milton Keynes la sfida sarà dunque ancora più complessa, perché si partirà letteralmente dalle basi. A guidare il progetto ci sarà Laurent Mekies, che ha ereditato il timone dell’operazione Red Bull-Ford lo scorso luglio. Il nuovo team principal ha dovuto gestire in parallelo la stagione 2025 — chiusa con Verstappen a soli due punti dal titolo Piloti — e lo sviluppo della nuova power unit, iniziato sotto la precedente gestione di Christian Horner. “Decidere di fare il motore da soli è una delle scelte più folli che si possano fare. Solo Red Bull poteva farlo. Ora abbiamo un edificio, 600 persone… e sfideremo chi fa motori da 90 anni. Ci piace la sfida, è molto Red Bull, e siamo orgogliosi di farla con Ford. Sarebbe ingenuo pensare di arrivare ed essere subito davanti. Ci aspettano mesi durissimi, notti insonni, qualche mal di testa, ma fa parte del privilegio di essere coinvolti in una sfida così. L’intensità del weekend in cui ti giochi un titolo in un colpo solo è la stessa del 2026: è per vivere cose così che si lavora”, ci ha dichiarato Mekies.

Il salto nel vuoto per Red Bull sarà ancora più alto perché, a differenza degli altri top team, ha continuato a sviluppare e a concentrarsi sul 2025 fino a pochi mesi fa. Una scelta che potrebbe rivelarsi tanto azzardata e penalizzante quanto utile. Lavorare fino all’ultimo ha infatti permesso a Mekies di oliare al meglio gli ingranaggi in vista del 2026. “Se guardiamo alla stagione, credo davvero che il turnaround sia stato sensazionale. Le ragazze e i ragazzi a casa devono essere fieri: non capita spesso, negli ultimi anni o decenni. Questo ci dà fiducia nei nostri strumenti, nelle metodologie e nel nostro approccio. Alcune di queste cose conteranno anche con i regolamenti dell’anno prossimo, altre meno. Ciò che importa è come abbiamo ribaltato la stagione come gruppo. Tutto il merito va alle persone di Milton Keynes per aver creduto nel progetto e aver avuto ragione”.

La preoccupazione per il futuro, però, resta palpabile. “Abbiamo cercato di capire fino in fondo la macchina, non abbiamo voluto fermare gli sviluppi e tutto questo, forse, avrà un costo l’anno prossimo. Ma per noi era importante andare alla ricerca del limite della vettura”, ha aggiunto Mekies in occasione della cerimonia dei Caschi d’Oro organizzata da Autosprint. Tracciando una linea netta con il suo passato in Ferrari, il team principal ha concluso: “È stato un privilegio incredibile passare da una famiglia straordinaria come la Ferrari a un’altra famiglia incredibile come Red Bull. Forse la cosa più sensazionale di questo team è la capacità di prendersi dei rischi per spingere tutto al limite. Non sono mai scelte gratuite: è facile dire ‘prendo dei rischi’, poi però può succedere che ti fai male. E posso dire che ci siamo fatti male tante volte quest’anno, anche nella seconda parte del campionato in rimonta. Posso ricordare Budapest, Zandvoort o il sabato del Brasile. Ma tutto questo fa parte del modo in cui ci piace andare a disputare le gare. È ciò che ci spinge a essere appassionati di questo bellissimo sport e a svegliarci ogni mattina per lanciare una nuova sfida”.

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