I comandi touch distraggono di più e per più tempo delle classiche manopole e bottoni

I comandi touch distraggono di più e per più tempo delle classiche manopole e bottoni
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Un test svolto dalla rivista svedese Vi Bilägare testimonia quello che tutti abbiamo sperimentato: usare i comandi touch in auto distrae dalla guida
23 agosto 2022

Il campione delle auto messe alla prova non è né completò né ampio, ma una dozzina di modelli sono stati sufficienti per far emergere una complicazione non da poco nei layout dei modelli più recenti. Le azioni da svolgere più di frequente sono più complesse (e quindi potenzialmente più pericolose) se fatte per mezzo di uno schermo touch rispetto ai classici bottoni o manopole. Il team di Vi Bilägare (in svedese "La nostra auto", una rivista che è pubblicata dal 1930) ha ripetuto i test con dodici modelli dal più touch in assoluto (Tesla Model 3) ad un benchmark del tutto privo di funzioni di tocco schermo (e cosa poteva essere se non una Volvo V70 del 2005?).  

Quattro pezzi facili (forse)

Il test è stato svolto ad una velocità di 110 km/h, quindi piuttosto impegnativo, e ai vari driver è stato permesso di prendere confidenza con i sistemi di guida e di controllo prima di chiedere loro di svolgere quattro semplici azioni: 

  • Accendere il riscaldamento del sedile, alzare la temperatura di due gradi e accendere lo sbrinamento.
  • Accendere la radio e sintonizzare una particolare stazione
  • Resettare il computer di viaggio
  • Abbassare la luminosità al minimo e spengere il display centrale. 

 

Le distanze percorse durante le operazioni del test a 110 km/h
Le distanze percorse durante le operazioni del test a 110 km/h Vi Bilägare

Un chilometro di differenza

Dalle distanze percorse nel grafico è chiaro che la vecchia Volvo  - diciamo così' - "analogica" ha ottenuto i migliori risultati in assoluto con le quattro operazioni svolte in soli 10 secondi e 306 metri. Su versante opposto la MG Marvel che ha richiesto al conducente ben 44,6 secondi durante i quali ha percorso 1.372 metri, presumibilmente senza guardare la strada. Hanno funzionato meglio la BMW iX e la Seat Leon ma la complicazione dei vari menù ha richiesto un chilometro di spazio. Un'altra Volvo, la C40 e la Dacia Sandero hanno ugualmente delle funzioni touch ma la prima usa un'intefaccia griffata Google molto simile ad uno smartphone, quindi l'uso è più intuitivo, mentre la seconda ha poche funzioni nel touchscreen. Emergono poi alcuni inconcepibili "risparmi" come la mancanza di retroilluminazione per i comandi clima slider della Volkswagen ID.3 e della Seat Leon, invisibili al buio.  

Sulle orme degli smartphone

Come mai i comandi touch piacciono tanto? Perché sono "fighi", ma c'è anche un'altra ragione. È chiaro che la loro integrazione a bordo dell'auto ha seguito l'evoluzione degli smartphone, oramai quasi del tutto privi di pulsanti fisici, ma i due usi si svolgono in ambienti del tutto diversi, e un conto è usare lo smartphone camminando (comunque rischioso), un conto è cercare la funzione su un touchscreen viaggiando a 110 o più km/h. Secondo la nostra esperienza, maturata guidando centinaia di auto e avendo sempre poco tempo a disposizione per imparare, ci dev'essere la separazione fra i comandi di uso più frequente (ad esempio il clima, gli ADAS, alcune funzioni audio) e le opzioni di uso più saltuario come l'impostazione della modalità audio. Alcuni costruttori seguono questa filosofia, altri no. Perché? 

Caccia al risparmio

Il motivo è presto detto: integrare i comandi negli schermi è diventato meno costoso che realizzare pulsanti, manopole, cablaggi e plance finemente intarsiate di bottoni. Per esempio, Volkswagen e altri impiegano lo stesso tipo di schermo per molti modelli di fascia media e alta, e per differenziarli usano interfacce grafiche diverse, più o meno raffinate. È software, e si può aggiornare nel tempo, molto meno costoso che progettare una plancia e una sequela di comandi fisici diversa per ciascun modello. Il caso estremo è quello di Tesla, che sin dalla nascita ha optato per il "total touch" senza pulsanti. Persino il tergicristallo si aziona toccando lo schermo (ma va in automatico in caso di pioggia). Nel test la Model 3 in realtà non è andata affatto male, segno che l'esperienza di dieci anni ha permesso di raffinare l'interfaccia meglio di altri, ma il tempo impiegato è comunque più che doppio rispetto alla Volvo V70.       

Comandi vocali e gestuali

Con la connessione permanente alla rete delle auto è stato finalmente possibile raggiungere un certo livello di affidabilità per i comandi vocali, che in teoria dovrebbero eliminare qualsiasi interazione con gli schermi, ma non tutti gli IPA (Intelligent Personal Assistant) rispondono a tono e molte delle loro funzioni hanno bisogno di un utente "smart" che parli in modo chiaro, senza rumori di fondo o frasi troppo complicate. Famoso il caso dell'MBUX Mercedes che non riconosce la parole "Ehi Mercedes, alza il volume", ma è in grado di dirvi fra quanti chilometri fare il pieno. I comandi gestuali, invece, molto spettacolari da mostrare agli amici, sembrano non aver risolto alcun problema reale.

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