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Un incendio scoppiato lo scorso 16 settembre nello stabilimento Novelis di Oswego, New York, potrebbe mettere in difficoltà la Ford Motor Company per diversi mesi. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la casa di Detroit, che è il principale cliente dell’impianto, sta già valutando come gestire le conseguenze della sospensione produttiva.
L’incendio, fortunatamente senza feriti, ha fermato la linea calda di lavorazione dell’alluminio, materiale fondamentale per la produzione di scocche leggere e pannelli delle auto Ford, tra cui F-150 e Bronco. Fonti vicine all’azienda riferiscono che Ford informerà gli investitori delle possibili ripercussioni industriali e finanziarie in occasione della presentazione dei risultati trimestrali prevista entro fine mese.
Novelis, che appartiene al gruppo indiano Hindalco e rappresenta uno dei maggiori riciclatori di alluminio al mondo, ha comunicato che la ripresa delle operazioni nello stabilimento non avverrà prima del primo trimestre del 2026.
In una nota ufficiale, Ford ha dichiarato di essere al lavoro con un team dedicato per limitare i danni e trovare fornitori alternativi di alluminio, così da evitare ritardi significativi nella produzione. Al contrario, Hyundai Motor North America ha confermato che le proprie attività non subiranno conseguenze dirette dall’incendio di Oswego.
La situazione, però, riaccende i riflettori sulla fragilità delle catene di approvvigionamento globali e sull’elevata dipendenza dell’industria automobilistica da pochi grandi fornitori di materiali strategici.