Industria dell'auto in crisi, la Lombardia cerca soluzioni

Industria dell'auto in crisi, la Lombardia cerca soluzioni
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La regione lombarda in prima linea a Strasburgo per chiedere la neutralità tecnologica e salvare mezzo milione di posti di lavoro
20 giugno 2025

In un momento di grave incertezza per il settore automobilistico europeo, la Lombardia si pone in prima linea per difendere una delle industrie più strategiche del continente. A Strasburgo, l'assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi ha rappresentato la regione in una missione diplomatica che ha rafforzato il ruolo della Lombardia come portavoce di un cambiamento urgente nelle politiche europee sull'automotive.

I dati emersi durante gli incontri tra le 40 regioni dell'Automotive Regions Alliance non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: il 75% della capacità produttiva europea è attualmente ferma, mentre mezzo milione di posti di lavoro è in bilico. Solo in Italia, la produzione di vetture è crollata del 20% rispetto al 2019, con picchi del 30% tra i fornitori di componenti.

La Lombardia, cuore pulsante dell'automotive nazionale, vive questa crisi da protagonista: oltre 30.000 aziende, 100.000 addetti e un fatturato di 40 miliardi di euro dipendono da un settore oggi a rischio. "Serve un cambio di rotta immediato per evitare quello che potrebbe essere ricordato come il suicidio economico più importante della storia", ha dichiarato Guidesi, chiedendo alla Commissione Europea azioni concrete.

Due i documenti simbolo di questo impegno: la Dichiarazione di Monza, firmata da tutte le regioni dell'Alleanza per chiedere neutralità tecnologica, e il Manifesto dei Carburanti Rinnovabili, sottoscritto da associazioni e stakeholder italiani per promuovere una pluralità di trazioni a basse emissioni, non solo l'elettrico.

Durante la plenaria di Strasburgo, i concetti chiave della strategia lombarda hanno trovato ampio consenso, anche tra i Land tedeschi come Baviera, Sassonia e Baden-Württemberg, da sempre protagonisti del settore auto. Il punto centrale è semplice: non si può puntare solo sull'elettrico, ma bisogna valorizzare anche biocarburanti e carburanti sintetici per abbattere le emissioni del parco circolante esistente.

Per Guidesi, il principio della neutralità tecnologica "non è negoziabile" e l'unità delle regioni europee su questo tema è un segnale forte verso Bruxelles. La richiesta è chiara: coinvolgere maggiormente i territori nel nuovo piano d'azione europeo e abbandonare politiche che rischiano di distruggere intere filiere industriali.

La missione lombarda non si è limitata all'automotive. L'incontro tra Guidesi e Franck Leroy, presidente della regione francese Grand Est, ha gettato le basi per un programma congiunto di sostegno alla siderurgia, altro settore cruciale per le economie regionali. Già ad aprile, Guidesi aveva guidato una delegazione di Confindustria Brescia a Bruxelles per chiedere maggiore attenzione alle industrie strategiche, sempre più penalizzate da un eccesso di regolamentazione. L'obiettivo è chiaro: salvare non solo posti di lavoro, ma un saper fare industriale che rischia di scomparire.

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