Allarme in Cina: scoppia la bolla delle auto elettriche, i prezzi a picco e nessuno sa bene perché

Allarme in Cina: scoppia la bolla delle auto elettriche, i prezzi a picco e nessuno sa bene perché
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Voci di crisi di liquidità imminente e piccate smentite dei canali ufficiali, fra eccesso produttivo e guerra dei prezzi al ribasso; la Cina si interroga sul futuro delle EV.
17 giugno 2025

Azioni crollate a picco, calo delle vendite, riduzione dei margini di guadagno, il richiamo del governo, le voci di corridoio su un settore in crisi di liquidità e persino l'ipotesi di una nuova bolla pronta a esplodere. Sono settimane complesse per il settore automobilistico della Cina e per i veicoli elettrici costruiti oltre la Muraglia. Colpa della guerra dei prezzi (al ribasso) decisi dalle aziende, di modelli troppo low cost e, soprattutto, di un circolo vizioso che rischia di trascinare nel baratro il nuovo paradigma scintillante e hi-tech del Made in China dell'era Xi Jinping, un Made in China lontano anni luce da quello dei primi anni Novanta quando la produzione nei territori cinesi faceva rima bassa qualità e imitazione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? L'ennesima riduzione dei prezzi - di ben 22 modelli – decisa da BYD per promuovere le vendite che ha messo in dubbio le prospettive di guadagno dei produttori cinesi di Ev. Il motivo? Questa tornata di promozioni stagionali coincide con una domanda interna debole, un'intensa concorrenza e forse pure con un'eccessiva sovrapproduzione da smaltire. Il calo del prezzo, tuttavia, ha spinto ogni attore del settore a giocare al ribasso per non perdere quote di mercato. Preoccupatissimo Wei Jianjun, presidente della Great Wall Motor, secondo il quale, se non controllata, la “guerra dei prezzi degli Ev” potrebbe spingere l'industria delle quattro ruote verso una crisi di liquidità in stile Evergrande.

La bolla Ev rischia di esplodere?

Una crisi in stile Evergrande significa alludere alla bolla immobiliare (quasi) esplosa nel 2020 e al fallimento del colosso del mattone che ha generato default a catena e rallentamenti economici nell'intera Cina. Non è assolutamente d'accordo Li Yunfei, responsabile del branding e delle pubbliche relazioni presso BYD "Non c'è nessuna Evergrande nel settore automobilistico tra le principali case automobilistiche cinesi. Qualsiasi osservazione che sminuisca i veicoli cinesi a nuova energia è inaccettabile". Secondo JPMorgan Chase ad aprile le case automobilistiche del Paese hanno intanto tagliato i prezzi del 16,8%, e cioè più del doppio del taglio medio del mercato relativo al 2024. La banca d'investimento statunitense ha aggiunto che la “guerra dei prezzi” ha probabilmente compresso ulteriormente i margini di profitto del settore, dopo che questi erano scesi dal 4,3% di un anno fa al 3,9% nel primo trimestre del 2025. Certo, alcune aziende hanno registrato una forte crescita delle vendite a maggio – come Leapmotor e Geely – ma tanti altri produttori hanno faticato. Alcuni esempi? Le consegne di Nio sono diminuite del 2,8% spingendo rivali a seguire l'esempio. La battaglia è però andata troppo oltre, a giudicare dai recenti commenti pubblicati sul People's Daily secondo il quale avrebbe "gravemente colpito l'ecosistema industriale e l'ordine di mercato, incidendo sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento".

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Un rischio enorme

"L'ultima competizione sui prezzi delle automobili sottolinea come lo squilibrio tra domanda e offerta continui ad alimentare la deflazione", ha affermato Robin Xing, capo economista di Morgan Stanley per la Cina. Il Financial Times, intanto, ha scritto che alla fine dell'anno scorso le passività correnti superavano le attività correnti per oltre un terzo delle case automobilistiche cinesi quotate in Borsa. In uno scenario del genere il quadro di indebolimento della liquidità evidenzia come le principali aziende del settore siano costrette a fare pressione sui fornitori per mantenere il capitale circolante e finanziare la loro lotta per la quota di mercato. "Data l'attuale tendenza al ribasso si prevede che l'industria automobilistica cinese entrerà in una fase di eliminazione totale al più tardi nel 2026. Durante questo processo, alcune aziende moriranno per crisi di liquidità", si legge in un paper di Citic Securities. Pare che appena una manciata di produttori cinesi di Ev (BYD, Li Auto, Xpeng, Leapmotor e Changan) disporrebbero attualmente di liquidità netta sufficiente a coprire il calo delle riserve di liquidità che seguirebbe all'implementazione di un ciclo di pagamento più breve.

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