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A pochi mesi da una vera e propria rivoluzione tecnica in Formula 1, in Ferrari si registrano due defezioni di peso per quanto riguarda la divisione legata alle power unit. Come riportato da Autoracer, Wolf Zimmermann e il suo vice, Lars Schmidt, lasceranno Maranello per approdare in Audi, dove ritroveranno Mattia Binotto, l’uomo che li aveva voluti alla Rossa. La struttura demandata allo sviluppo del propulsore, guidata da Enrico Gualtieri, perde così l’Head of ICE Research and Development – cui spettava lo sviluppo della parte endotermica della power unit - e il Lead Engineer Performance Development ICE.
Si tratta di addii che fanno specie se si pensa che tra pochi mesi – per la precisione a fine gennaio in pista a Barcellona – debutteranno ufficialmente le nuove power unit 2026, completamente riviste anche per quanto riguarda la parte endotermica. Pur restando un V6 turbo, infatti, il propulsore cambia in moltissimi dettagli, per far sì che tutti i costruttori potessero effettivamente cominciare da un foglio bianco. Era una conditio sine qua non per accogliere Audi, che lavora alacremente dal 2022 alla sua power unit nello stabilimento di Neuburg.
I nuovi innesti consentiranno alla casa dei Quattro Anelli di poter sfruttare al meglio l’eventuale tempo extra a disposizione per lo sviluppo della power unit previsto per chi dovesse rimanere indietro a livello prestazionale nel nuovo ciclo tecnico. Zimmermann, papà del motore Superfast del 2022, lascia un vuoto all’interno della Rossa che, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, sarà colmato con innesti in arrivo da Brixworth, il quartier generale dei motori Mercedes, e da Viry-Chatillon. Lo smantellamento del programma power unit di Renault, con l'Alpine che nel 2026 avrà proprio motori della Stella a tre punte, ha fatto sì che sul mercato fosse disponibile un certo numero di esperti non vincolati dal gardening.
Contrariamente a quanto riportato negli ultimi giorni, il responsabile dell’aerodinamica della Ferrari in F1, Diego Tondi, resterà invece a Maranello, per traghettare la Rossa verso un’era in cui la sua area di competenza rivestirà un ruolo inedito. Vista la preponderanza della gestione dell’energia con le power unit con una ripartizione 50-50 tra endotermico ed elettrico, l’aerodinamica attiva in arrivo sulle monoposto 2026 viene vista dai tecnici come uno strumento per controllare lo sfruttamento dell’energia e non un’arma prestazionale in sé. È un regolamento tecnico complesso, quello che entrerà in vigore nel 2026, con tanti punti interrogativi che prescindono dalla singola scuderia.
La power unit sarà un elemento cruciale la prossima stagione, anche se il cambio regolamentare totale e le peculiarità delle monoposto 2026 a livello aerodinamico e telaistico faranno sì che non si tratti del solo fattore determinante delle fortune dei team. Stando a quanto si dice nel paddock, sarebbe la Mercedes – fornitrice di McLaren, Williams e Alpine nel 2026 – ad avere il miglior motore sulla carta, o meglio al banco. Ma la prova del nove arriverà solamente all’atto pratico in pista. Per ora a Maranello si conduce una campagna acquisti silenziosa, che consentirà al team principal Fred Vasseur di affinare il gruppo di lavoro in attesa di scoprire cosa porterà il nuovo ciclo tecnico alla Ferrari.