Formula 1 2025, l’anno dei rookie: chi è cresciuto, chi si è perso e chi può sognare il titolo

Formula 1 2025, l’anno dei rookie: chi è cresciuto, chi si è perso e chi può sognare il titolo
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La stagione F1 2025 ha visto i rookie protagonisti: Antonelli, Hadjar, Bearman e Bortoleto tra alti, bassi e podi. Scopri chi ha sorpreso, chi ha faticato e chi può già sognare il titolo
29 dicembre 2026

La Formula 1 si gode ancora la pausa natalizia prima di tornare all’opera in vista della prossima era tecnica. Una sfida ardua che attende l’intera griglia, ma che i rookie del 2025 non vedono l’ora di affrontare. A differenza di molti piloti più esperti, i debuttanti hanno una maggiore capacità di adattamento alle nuove vetture, come dimostrato proprio nel corso della stagione appena conclusa. Un’annata in cui, chi più chi meno, sono stati loro i veri protagonisti. Ma chi ha realmente stupito di più tra Andrea Kimi Antonelli, Oliver Bearman, Isack Hadjar, Gabriel Bortoleto e Jack Doohan?

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 Il 2025 è stato un anno spartiacque, con un regolamento tecnico ormai agli sgoccioli e uno nuovo già alle porte. Le squadre, loro malgrado, hanno dovuto scendere a compromessi per bilanciare presente e futuro, dividendo risorse e attenzione tra il 2025 e il 2026. Con una nuova era pronta a riscrivere i valori in campo, molti team hanno deciso di cogliere l’occasione per far debuttare giovani piloti, sfruttando una stagione di transizione per permettere loro di prendere confidenza non solo con le monoposto, destinate a cambiare radicalmente, ma soprattutto con l’ambiente della Formula 1. Dalle operazioni di pista alla gestione degli impegni tra squadra, tifosi e media, passando per una preparazione fisica e mentale completamente diversa rispetto alle categorie minori. Il Circus, infatti, ha una propria armonia, complessa e non immediata, che richiede tempo per essere compresa. E quale momento migliore se non il 2025, anno in cui gli sviluppi delle vetture sono stati bloccati anzitempo per concentrarsi sul 2026?

Andrea Kimi Antonelli: crescita, pressione e un apprendistato vero

Questo è stato il ragionamento fatto soprattutto in casa Mercedes. Toto Wolff, fin dall’inizio, ha chiarito come su Andrea Kimi Antonelli non ci fossero aspettative smisurate, se non quelle di completare nel miglior modo possibile la sua curva di apprendimento. Il prossimo anno, infatti, la squadra di Brackley — voci di paddock — dovrebbe disporre del miglior motore della griglia e potrebbe ambire a tornare stabilmente in prima linea nella lotta al titolo. Far debuttare il bolognese direttamente in Mercedes, nonostante la giovanissima età, è servito proprio ad accelerare il suo ambientamento, evitando di fargli ripercorrere un iter simile a quello di George Russell, passato prima da Williams.

Una scelta ardua, ma che ha pagato. Antonelli ha portato a termine una stagione ricca di alti e bassi, con i primi decisamente più numerosi. Ha preso progressivamente le misure alla Mercedes e al metodo di lavoro del team, sostenuto anche nei momenti più difficili. Le principali criticità si sono concentrate nella tournée europea, quando Kimi ha dovuto fare i conti con due fattori determinanti. Il primo è stato l’introduzione della nuova sospensione posteriore, da Imola fino all’Ungheria, che ha causato un calo prestazionale evidente sia per lui sia per il compagno di squadra, quest’ultimo però forte di un bagaglio di esperienza ben più ampio. Il secondo fattore è stato l’adattamento su piste a lui già conosciute. A differenza dei tracciati inediti, affrontati quasi “a mente libera”, Antonelli ha spesso faticato nel bilanciare l’esperienza accumulata negli anni precedenti con quella costruita nel corso del weekend di gara, finendo talvolta in overdrive. Un approccio che lo ha portato a commettere errori anche significativi, soprattutto al venerdì, giornata chiave per la preparazione del fine settimana.

Andrea Kimi Antonelli sul podio in Brasile
Andrea Kimi Antonelli sul podio in Brasile ANSA

Su piste nuove come Miami, Canada, Brasile o Las Vegas, Antonelli non ha invece mostrato le stesse difficoltà, conquistando una pole nella Sprint e salendo per ben tre volte sul podio nella sua stagione di debutto. Un anno complessivamente positivo, come confermato anche dal secondo posto nel Mondiale Costruttori, ma tutt’altro che semplice, soprattutto per la gestione degli impegni e della pressione, come ci ha raccontato in un’intervista esclusiva. Questo è stato il vero tasto dolente per Antonelli, che nel 2026 spera di ripartire con maggiore sicurezza, dentro e fuori dalla pista, per emergere in quella che lui stesso ha definito una “vasca piena di squali”. Il suo animo da racer, però, lo ha portato anche a stringere un rapporto speciale con il più predatore di tutti, Max Verstappen, che non gli ha fatto mancare consigli preziosi.

Isack Hadjar: dalle lacrime di Melbourne alla consacrazione

Proprio Verstappen sarà il compagno di squadra di Isack Hadjar il prossimo anno. Il franco-algerino si candida seriamente a essere il miglior rookie della stagione. Il pilota che ha tagliato il traguardo ad Abu Dhabi sembra quasi un’altra persona rispetto a quello che non ha nemmeno preso parte al Gran Premio d’apertura in Australia. Le lacrime sul volto, nascoste dal casco e confuse con la pioggia di Albert Park, avevano raccontato tutta la fragilità di quel momento. A consolarlo era stato il padre del suo idolo Lewis Hamilton, mentre Helmut Marko — allora ancora super consulente Red Bull — non aveva risparmiato commenti durissimi. Una scena che ha mostrato senza filtri la realtà di questo mondo: quella di un ragazzo che ha sacrificato tutto per arrivare in Formula 1 e che, proprio nel momento del debutto, è stato costretto a fermarsi per un errore nel giro di ricognizione.

Da quel momento di realtà — non di debolezza — Hadjar ha ricomposto i pezzi e affrontato il Circus con un approccio completamente diverso. Con una camminata quasi da pugile, suo sport preferito, pronto a salire sul ring, il pilota della Racing Bulls ha disputato una stagione impressionante per crescita e, soprattutto, costanza. A queste qualità si sono aggiunte la velocità sul giro secco e la capacità di gestire situazioni critiche in gara, come dimostrato in Olanda, dove ha conquistato il suo primo podio iridato. La vera sfida arriverà però nel 2026, quando debutterà in Red Bull al fianco di Verstappen e dovrà trovare una sua dimensione all’interno di un team storicamente complesso. Per ora, Hadjar non si dice intimorito dal confronto con il quattro volte campione del mondo, ma pronto a sfidarlo e a crescere apertamente al suo fianco.

Isack Hadjar festeggia il terzo posto al GP d'Olanda 2025
Isack Hadjar festeggia il terzo posto al GP d'Olanda 2025 Red Bull Content Pool

Oliver Bearman: talento puro in cerca di continuità

Chi attende una grande promozione, ma dovrà ancora aspettare gli sviluppi in casa Ferrari, è Oliver Bearman. La sua stagione non è stata semplice in termini di costanza, ma la velocità non è mai mancata. L’inglese ha confermato quanto di buono mostrato nel 2024, quando era stato chiamato a sostituire l’infortunato Carlos Sainz a Jeddah e successivamente in Haas, squadra che lo ha accolto a braccia aperte nel 2025. Ha fatto dell’aggressività in pista il suo marchio di fabbrica, come dimostrato soprattutto in Messico, dove ha ottenuto il miglior risultato in carriera sfiorando il podio. Manca però ancora l’ultimo tassello: la stabilità necessaria per estrarre al massimo il potenziale suo e della vettura. Lui stesso ha ammesso più volte, nei giovedì pre-weekend, che la costanza è l’aspetto su cui deve lavorare maggiormente. Ma si sente pronto — altrimenti non sarebbe in Formula 1 — qualora dovesse arrivare la chiamata del Cavallino Rampante, con cui è cresciuto lungo tutto il percorso nelle categorie propedeutiche.

Oliver Bearman
Oliver Bearman ANSA

Gabriel Bortoleto: talento intatto, ma stagione complicata

Non è andata altrettanto bene a Gabriel Bortoleto, protagonista di una stagione ricca di alti e bassi in Sauber. Complice una vettura poco competitiva, il brasiliano ha faticato a trovare la propria dimensione, soprattutto nella prima parte del mondiale, dopo un 2024 chiuso con il titolo di Formula 2. Il passaggio in Formula 1 senza poter ambire alle posizioni che contano e con difficoltà croniche nel raggiungere la zona punti è stato uno shock per un pilota che aveva dominato le categorie cadette, vincendo da rookie anche in Formula 3. Con il passare dei mesi, però, Bortoleto ha iniziato a crescere, arrivando a pareggiare in qualifica il ben più esperto Nico Hülkenberg e mostrando picchi di velocità interessanti. A questi non si è però accompagnata la necessaria costanza, con diversi errori in gara che hanno spesso portato a ritiri pesanti nel bilancio finale della stagione. Errori che non hanno comunque cancellato il talento del brasiliano, atteso nel 2026 da un’altra rivoluzione tecnica: la terza monoposto diversa in tre anni, con il debutto del progetto Audi, occasione ideale per dimostrare definitivamente il suo valore.

Gabriel Bortoleto
Gabriel Bortoleto ANSA

Lawson, Doohan e Colapinto: occasioni mancate e scelte discutibili

Rookie non rookie, infine, Liam Lawson, retrocesso da Red Bull dopo solo due Gran Premi, e Franco Colapinto, che avevano già avuto una prima chance in Formula 1 nel 2024 rispettivamente con Visa Cash App RB e Williams. L’argentino, però, dal GP di Imola in poi ha vestito i colori Alpine. Il team francese aveva già affidato il secondo sedile a Jack Doohan nel finale della scorsa stagione per favorirne l’ambientamento in vista di questo anno di transizione. Le prestazioni dell’australiano a inizio 2025 non hanno però convinto Flavio Briatore, portando a una rapida retrocessione a pilota di riserva dopo poche gare. La pazienza di Alpine nei confronti di Doohan è stata minima, nonostante si trattasse di un rookie assoluto, complice una serie di errori costosi che hanno pesato anche sul bilancio economico del team. L’episodio decisivo è stato l’incidente di Suzuka, frutto di un azzardo del pilota, che aveva provato quella manovra in curva 1 con DRS aperto solo al simulatore. Al suo posto è stato chiamato Colapinto, che però non ha trovato pace in una stagione segnata da un progetto tecnico fallimentare, chiusa a zero punti, esattamente come Doohan.

Jack Doohan e Flavio Briatore nel box Alpine
Jack Doohan e Flavio Briatore nel box Alpine ANSA
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