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La Formula 1 di quest’anno sembra parlare la lingua dei giovani. È la stagione in cui i rookie hanno iniziato davvero a farsi sentire, e non è difficile immaginare che presto qualcuno di loro possa finire in un top team. Andrea Kimi Antonelli ha già assaggiato la Mercedes, Isack Hadjar vede la Red Bull sempre più vicina il prossimo anno: gli altri inseguono la loro occasione. Tra questi c’è Oliver Bearman, un ragazzo di appena vent’anni che sogna in grande. E il suo sogno ha un nome ben preciso: Ferrari.
Intanto, a Maranello, per ora, la situazione è chiara. Lewis Hamilton e Charles Leclerc hanno firmato contratti lunghi, il futuro sembra blindato. Ma nel paddock nessuna certezza dura per sempre. Leclerc, in particolare, si trova davanti a un bivio. A ottobre compirà 28 anni: non è vecchio, anzi, ma non è più neppure il giovane rampante della FDA. Il titolo mondiale resta un miraggio, almeno attualmente, mentre intorno a lui i rookie bruciano le tappe. Con il cambio regolamentare alle porte, fatto di nuovi motori, aerodinamica attiva e carburanti ecosostenibili, l’incognita è enorme. E forse, per Charles, è arrivato il momento di chiedersi se continuare a legare il suo destino alla Ferrari o guardare altrove.
La storia con il Cavallino, del resto, è densa di passione. Leclerc è cresciuto dentro la Ferrari Driver Academy, ha giurato amore eterno al rosso fin dal primo giorno in Scuderia. Ma a volte anche gli amori più forti rischiano di diventare soffocanti. Prima della pausa estiva, ai microfoni di Sky, gli è stato chiesto cosa pensasse del fatto che Oscar Piastri, nato nel 2001, stesse già lottando per il titolo con la McLaren. La risposta è stata netta: “Io rappresento la Ferrari”. Una dichiarazione di fedeltà che suona quasi come un giuramento. Ma basterà a cancellare i dubbi?
Ed è proprio qui che entra in scena Oliver Bearman. Classe 2005, inglese, un percorso interamente costruito dalla FDA. La prima chiamata in Formula 1 è arrivata nel 2024, in Arabia Saudita, quando sostituì l’infortunato Carlos Sainz. Una gara che ha cambiato tutto: da lì il sedile in Haas, la prima vera stagione completa e, soprattutto, la consapevolezza che quel sogno chiamato Ferrari non è più un’utopia.
Lo abbiamo incontrato a Monza, nel motorhome della Haas. Lo sguardo è quello di chi sa cosa vuole, anche se i modi restano quelli semplici di un ragazzo che ha ancora tanto da dimostrare. “Correre per la Ferrari è il mio obiettivo nella vita” – ci ha detto con un sorriso mentre giocherella con i lacci delle scarpe. “L’anno scorso ho avuto un assaggio con la chiamata a Jeddah, ed è ciò che mi motiva ogni giorno. Ma ci sono tanti passaggi intermedi: adesso devo dimostrare di meritarmelo in Haas, con prestazioni più costanti. Non è facile, ma è l’unica strada”.
Nel frattempo, nel paddock i riflettori restano puntati anche su Lewis Hamilton, che sta vivendo una prima stagione in rosso più complicata del previsto, e i segnali di un possibile ritiro non possono essere ignorati. Ogni mossa dei campioni lascia spazi che i giovani talenti sognano di occupare: per Bearman, la prospettiva di un top team non è solo legata al futuro di Leclerc, ma anche agli scenari che si aprono tra i veterani della Formula 1, dove ogni decisione può cambiare le carte in tavola.
Poi, gli chiediamo quando immagina che possa arrivare quel momento, magari nel 2027 o nel 2028. Si stringe nelle spalle: “Non lo so. Io penso solo a guidare veloce, il resto arriverà da sé”. Poi si sofferma sul punto che più lo tormenta: la consistenza. “Il primo passo è l’esperienza: siamo solo a metà della mia prima stagione e devo ancora imparare molto. Ma c’è anche la parte mentale. Durante la pausa estiva ho passato ore a studiare i dati per migliorare macchina e guida, ma ho trascurato il mindset. Quando pensi a troppe cose, è difficile concentrarsi. Avere la mente chiara e fissare i propri obiettivi è fondamentale. È su questo che sto lavorando”.
Infine, per ora, Bearman resta lì, nel mondo di mezzo della Haas, con il casco sempre pronto e la testa piena di sogni. A Maranello, però, lo guardano con attenzione. Perché la Ferrari vive di presente, ma non può mai smettere di immaginare il futuro. E chissà che un giorno quel futuro non abbia gli occhi vispi di un ragazzo inglese che, fin da bambino, si è ripetuto sempre la stessa frase: “Il mio obiettivo è correre per la Ferrari”.