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Abu Dhabi ha chiuso il sipario su una stagione amara per la Ferrari, ma nei box di Maranello già si respira aria di rivoluzione. La stagione 2025 di Formula 1 si è conclusa da pochi giorni, eppure il pensiero è già proiettato al 2026: un anno destinato a segnare l’inizio di una nuova era tecnica. Con un regolamento che rivoluzionerà sia aerodinamica sia motore, per i team sarà fondamentale curare ogni minimo dettaglio per non restare indietro. E in casa Ferrari la pressione è alle stelle, con l’obiettivo di rimettere Hamilton e Leclerc nella lotta per la vittoria.
Foto copertina: Antoine Truchet
Le nuove vetture 2026 saranno più compatte, leggere e con un sistema ibrido profondamente rivisto: la componente elettrica diventerà protagonista, mentre l’aerodinamica sarà semplificata per favorire i sorpassi e limitare la dipendenza dal carico generato dal fondo. Un cambiamento radicale che imporrà a tutte le scuderie di ripartire quasi da zero. L’annata appena terminata è stata complessa per la Rossa. Dopo aver sfiorato nel 2024 il titolo Costruttori, perso per soli 14 punti contro la McLaren, la Ferrari ha deciso di ricominciare da capo.
Il vecchio progetto, ormai saturo, non offriva più margini di crescita e così è nata la SF-25, ultima vettura dell’era dell’effetto suolo. Ma la realtà si è rivelata ben diversa dalle aspettative. Con l’addio del direttore tecnico Enrico Cardile nel luglio 2024, Frédéric Vasseur ha dovuto correre ai ripari e attendere fino a ottobre per accogliere Loïc Serra, in arrivo dalla Mercedes. Nel frattempo, la monoposto è stata sviluppata senza una chiara direzione tecnica, e i limiti si sono visti sin dalle prime gare: la SF-25 disponeva di una finestra di utilizzo estremamente ristretta.
I problemi principali riguardavano la gestione della piattaforma, in particolare sull’altezza da terra. Già in Cina era evidente che la vettura non poteva sfruttare appieno il proprio potenziale senza rischiare sanzioni, rischio confermato dalla squalifica a Shanghai per eccessiva usura del pattino di protezione del fondo. Maranello ha provato a intervenire sul lato meccanico con una nuova sospensione posteriore, ma lo sviluppo aerodinamico era stato interrotto già in aprile per concentrare tutto sul progetto 2026. Il sacrificio, ora, dovrà portare frutti
Charles Leclerc non ha usato mezzi termini dopo Abu Dhabi: “Credo che le performance del 2026 determineranno chi dominerà i quattro anni successivi. Forse non nelle prime tre o quattro gare, ma entro il sesto o settimo GP avremo un quadro chiaro”. Poi l’avvertimento alla squadra: “Il team è molto carico per il 2026. È un cambiamento enorme, un’opportunità per mostrare di cosa è capace la Ferrari. È ora o mai più: dobbiamo partire con il piede giusto, perché questo sarà decisivo per i quattro anni a venire”. Leclerc ha confermato piena fiducia nella Rossa, convinto che il progetto 2026 possa rappresentare il punto di svolta tanto atteso: “Ci credo. E il prossimo anno sarà cruciale”.
Più misurato ma altrettanto determinato il team principal Frédéric Vasseur, che ha invitato alla cautela: “La filosofia della vettura sarà completamente diversa. I problemi di quest’anno non ci saranno, ma ne arriveranno altri. Il campionato non si decide in Australia: sarà lungo, e la chiave sarà lo sviluppo rapido e costante”. Una linea chiara, che punta sulla collaborazione interna: “Se i piloti ci chiedono di migliorare, è positivo. Charles e Lewis devono spingere il team al limite in ogni area, dall’aerodinamica al simulatore. Non c’è nulla di magico nei loro report: è il loro lavoro, e il nostro compito è migliorare continuamente. L’importante è mantenere questo approccio per far crescere macchina, squadra e performance”.
Chi spera maggiormente in un cambiamento, favorito soprattutto dal nuovo regolamento, è Lewis Hamilton, che ha messo un punto a una delle sue stagioni più difficili da quando corre in Formula 1 — sia in termini di risultati, con nessun podio conquistato, sia sul piano morale. Consapevole che il suo primo anno in Ferrari non sarebbe stato una passeggiata, sin dall’inizio il numero 44 ha sostenuto la decisione di Frédéric Vasseur di interrompere lo sviluppo della SF-25. “Continuo a pensare che sia stata la decisione giusta – ha dichiarato – soprattutto considerando la situazione in cui ci trovavamo con la macchina: non stavamo lottando per il campionato.” Una fase complicata, che però non lo ha portato a considerare il ritiro. “È amore per quello che fai. È amore per le corse. Ho un supporto incredibile dalle persone che mi circondano, dai miei fan. È quel tenere costantemente d’occhio il sogno: ho ancora un sogno che mi tiene viva la speranza nel cuore, ed è per questo che continuo a lavorare”, ha concluso.
In un panorama in cui Mercedes pare essere la favorita, McLaren continua la propria crescita tecnica e Red Bull sta lavorando con Ford per la prima power unit made in Milton Keynes, la Ferrari non può permettersi altri passi falsi. Il 2026 sarà molto più di una stagione di transizione: sarà l’anno in cui si capirà chi guiderà davvero la nuova era della Formula 1. La sfida è lanciata, e a Maranello lo sanno bene: il 2026 dovrà essere l’anno in cui la Ferrari dimostrerà di poter tornare dove la storia le impone, al vertice. Altrimenti per Charles Leclerc si potrebbero aprire concretamente nuovi scenari, così come per Lewis Hamilton.