Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Enrico Cardile è un nome noto a molti appassionati di Formula 1. È lui il vero padre della SF-25, e oggi si prepara a iniziare una nuova avventura. Conclusa la vicenda giudiziaria che lo aveva visto coinvolto a inizio anno con la Scuderia Ferrari, l’ingegnere italiano è ora pienamente al lavoro in Aston Martin, concentrato sul progetto legato alla prossima era tecnica della Formula 1. Ma dopo una carriera quasi ventennale a Maranello, poco o nulla porterà con sé a Silverstone.
Nel luglio 2024, mentre nel cuore pulsante di Maranello la SF-25 prendeva vita, Cardile ha spiazzato il paddock annunciando un addio a sorpresa. Dopo quasi vent’anni al fianco del Cavallino Rampante, ha deciso di lasciare il suo ruolo di direttore tecnico per unirsi ad Aston Martin. L’obiettivo era chiaro: affiancare Adrian Newey nella progettazione della prima monoposto della squadra di Lawrence Stroll pensata per il nuovo regolamento tecnico, con un solo traguardo in mente — vincere nel più breve tempo possibile. Tuttavia, se il sogno è rimasto intatto, una parte del piano si è complicata. La Ferrari ha infatti avviato (e vinto) un’azione legale che ha esteso il periodo di gardening leave dell’ingegnere fino alla fine dello scorso luglio.
Nella corsa al talento che anima il paddock di Formula 1, Stroll non ha badato a spese per assicurarsi Cardile il prima possibile. Ma la Scuderia ha fatto di tutto per impedirglielo, ottenendo un’estensione di almeno quattro mesi del periodo di inattività forzata. Come previsto dai contratti dei tecnici di alto livello, ogni dipendente che cambia team deve rispettare un periodo di congedo retribuito per tutelare i segreti industriali della squadra di provenienza.
Il piano iniziale prevedeva il debutto a Silverstone già lo scorso 3 aprile, ma il tribunale di Modena ha stabilito che un ingresso anticipato avrebbe potuto garantire ad Aston Martin un vantaggio competitivo, violando l’accordo di non concorrenza firmato con la Ferrari. “L’ex dipendente stava già violando l’impegno di non concorrenza assunto a favore di Ferrari, il cui scopo era proprio quello di evitare che gli altri team di F1, ingaggiando Cardile prima di quanto consentito, potessero trarre un ingiustificato vantaggio competitivo, causando a Ferrari un pregiudizio irreparabile”, è stata la pronuncia del Tribunale riportata da La Repubblica.
Ora, a pochi mesi dal suo effettivo ingresso a Silverstone, Cardile ha chiarito come intende costruire la nuova Aston Martin, sottolineando le differenze culturali rispetto al passato in Ferrari: “Penso che ci sia una differenza di cultura. Gli obiettivi sono gli stessi: tutti sono concentrati sulla vittoria, ma il team di F1 della Ferrari ha una storia molto lunga e stabile, con processi e strumenti consolidati. Qui, stiamo ancora sviluppando queste cose. Abbiamo la nuova galleria del vento CoreWeave, il nuovo simulatore, e dobbiamo lavorare per sfruttarne il potenziale. Dobbiamo anche sviluppare i processi interni all'azienda per adattarli al nostro modo di lavorare, costruendo un'organizzazione snella che eviti gli sprechi".
“È uno dei primi messaggi che ho dato al mio team quando ho iniziato: dobbiamo trovare la nostra identità e usare la nostra visione per plasmare l'organizzazione in modo che funzioni come vogliamo", ha aggiunto. Va bene prendere ispirazione da altri luoghi, ma copiare il modo in cui è stato fatto altrove non è la cosa giusta da fare. Dobbiamo costruire qualcosa che si basi sui nostri punti di forza e ci permetta di lavorare sui nostri punti deboli. Vogliamo essere il punto di riferimento, non un clone del punto di riferimento esistente. Non puoi semplicemente copiare ciò che fa qualcun altro, per quanto efficace sia, perché questo significa essere un seguace, piuttosto che un leader, e questa non è la strada per il successo".
“È un lavoro in corso che procede passo dopo passo. Ho una visione chiara e un piano chiaro, concordato con Andy Cowell, con Adrian Newey e con Lawrence, su cosa dobbiamo fare per migliorare l'organizzazione”. Con queste parole, Cardile ha sottolineato come Aston Martin voglia costruire un team competitivo a propria immagine, senza limitarsi a replicare modelli già affermati. L’obiettivo resta chiaro: vincere nel più breve tempo possibile, ma facendo le cose a modo proprio.