Formula 1. Accadde oggi, la fine del tunnel e l'inizio del sogno. 25 anni da Suzuka 2000

Formula 1. Accadde oggi, la fine del tunnel e l'inizio del sogno. 25 anni da Suzuka 2000
Pubblicità
Una data memorabile per la Ferrari, che l’8 ottobre del 2000 torna a conquistare un titolo piloti dopo 21 anni di attesa, inaugurando una cavalcata memorabile
8 ottobre 2025

Come diceva Gianni Agnelli “Non tutti gli italiani tifano per la Nazionale, ma tutti gli italiani più il 50% dei non italiani tifano per la Ferrari”. D’altronde anche l’Avvocato, pur avendo un rapporto di enorme amore con il calcio, ben sapeva il peso rappresentato dalla Ferrari in Italia e nel Mondo, senza esagerazioni, paragonabile ad una vera e propria religione. E se come ogni altra religione che si rispetti anche la Ferrari avesse un giorno più rappresentativo di altri, uno di quelli in cui la dedizione e il tifo vengono celebrati e ricordati nel modo più intenso, quello sarebbe senza ombra di dubbio l’8 ottobre. Perché nella sua perfetta assonanza, l’8 ottobre è il giorno in cui la passione per la Scuderia ha raggiunto forse il suo apice più grande. In una mattina autunnale di 25 anni fa infatti, Michael Schumacher conquistava il suo primo titolo Mondiale con la Ferrari, interrompendo un digiuno che durava ormai da 21 anni e che sembrava assumere sempre più le sembianze di una maledizione.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

La F1 del nuovo millennio comincia ancora una volta dal dualismo Schumacher-Häkkinen e dalla lotta Ferrari-McLaren. Il tedesco arriva decisamente carico per la nuova stagione, dopo l’infortunio del ‘99 che lo ha privato di un probabile trionfo finale, mentre il finnico, forte del suo secondo titolo consecutivo è riuscito ad agganciare il tedesco nell’albo d’oro dopo aver sconfitto in extremis Eddie Irvine. In sostanza quindi, chi si aggiudicherà il titolo sarà il primo a raggiungere 3 titoli mondiali ed entrare nella leggenda. Per Schumi e la Ferrari la stagione comincia in modo folgorante con 5 vittorie in 8 gare, mentre Mika e la McLaren sono costretti ad inseguire. La F1-2000 sembra avere definitivamente colmato il gap con le frecce d’argento e il mondiale, ad inizio estate, pare saldamente nelle mani del tedesco. A partire dal GP di Francia del 2 luglio, dove il V10 della rossa #3 cede, sulle sorti della rossa e di Schumacher però sembra arrivare un vero e proprio malocchio. In Austria e Germania addirittura la gara del Kaiser non supera nemmeno la prima curva. La rimonta di Mika viene coronata poi col leggendario sorpasso di Spa di fine agosto, che lo proietta di nuovo in cima alla classifica. A Monza serve tornare a vincere, e Schumacher non manca il bersaglio nella famosa gara del pianto liberatorio in conferenza stampa. Il momento decisivo arriva poi ad Indianapolis. Stavolta a cedere è il motore Mercedes di Häkkinen che mestamente deve ritirarsi. Schumi, complice anche un grande sorpasso ai danni di Coulthard, vince di nuovo e si riporta in testa al Mondiale; con 8 punti di vantaggio a due gare dalla fine, l’appuntamento di Suzuka ha il sapore del primo matchpoint.

Il tedesco è in pole, così come nel ‘98 e nel ‘99, ma domenica 8 ottobre, proprio come nel ‘98 e nel ‘99 Häkkinen parte meglio e vola in testa alla corsa. Arrivare dietro significherebbe rimandare la resa dei conti in Malesia. È una gara di nervi e i fantasmi delle 3 annate precedenti aleggiano sulla Ferrari. Stavolta però l’occasione è davvero troppo ghiotta. Con un capolavoro strategico a Schumacher viene caricato un quantitativo di carburante leggermente superiore cosicché nelle tre tornate dopo il pit stop di Häkkinen possa spingere al limite la sua Ferrari e balzare davanti al rivale dopo la sosta. Gli ultimi minuti di gara sono probabilmente tra i più lunghi mai vissuti dal popolo ferrarista. Al termine dei 53 giri Schumacher vince l’ottava gara della sua stagione e si aggiudica matematicamente il suo terzo titolo rompendo un digiuno che per la Ferrari durava da 21 lunghi anni dal trionfo di Scheckter e della T4 del 1979. Hakkinen da grande pilota e signore, depone la corona dopo aver lottato come un leone fino alla fine. “Sei grande Ross, ce l’abbiamo fatta! Dai un bacio a Corinna da parte mia”. Dirà poi un emozionato Schumacher in radio. Il titolo costruttori di due settimane dopo conquistato in Malesia coronerà poi una stagione perfetta. Il duro lavoro di risalita cominciato nel 1996 dà finalmente il suo frutto più gustoso e il Cavallino torna sul tetto del Mondo inaugurando un ciclo vincente irripetibile che manderà la Ferrari e Schumacher nell’Olimpo del motorsport. Ironia della sorte, questa epopea si interromperà bruscamente in un altra Suzuka e in un altro 8 ottobre; quello del 2006 e del motore V8 che va in fumo, ad un passo da un incredibile 8° titolo.

“Corsi fuori, presi la macchina e imboccai l’autostrada, in giro c’erano già tantissime macchine con le bandiere nonostante fosse mattina presto. Arrivare a Maranello è stato indimenticabile.”

Luca Cordero di Montezemolo

Oggi, ad un quarto di secolo di distanza e in un momento storicamente molto difficile per la Scuderia, l’impresa di Schumacher e della Ferrari, una squadra allora pressoché perfetta, è ancora ricordata come una delle pagine più memorabili ed emozionanti della storia della Formula 1 e non stupisce come il tedesco sia ancora osannato con grande affetto come il pilota più rappresentativo e amato della Scuderia. I ricordi di quella mattina, la sveglia all’alba dei tanti tifosi, l’iconica telecronaca di Gianfranco Mazzoni, i caroselli e le campane di Maranello continuano a rimanere impressi così come 25 anni fa.

Pubblicità