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La Ferrari oggi è una squadra sotto osservazione. La stagione della “rinascita” della Scuderia si è rivelata un vero e proprio fallimento, con una SF-25 mediocre che sta creando più di qualche spaccatura nell’ambiente di Maranello. A commentare la situazione della Rossa è stato Alessandro Benetton.
Secondo Benetton, le difficoltà recenti del Cavallino Rampante non sono dovute soltanto a problemi tecnici. “Ci sono momenti in cui sembra impossibile creare quella discontinuità necessaria per andare avanti e migliorare”, ha spiegato, ospite della scorsa puntata di Race Anatomy su Sky Sport F1. “Con la gara di Singapore, ad esempio, si percepisce una certa staticità”.
Il manager ha offerto un paragone chiaro: “Gli orientali dicono che una pianta, quando smette di crescere, muore. Succede nelle aziende, succede nei progetti: a un certo punto si perde il desiderio di andare oltre. E questo diventa difficile da gestire, perché c’è sempre qualcuno che emerge, come abbiamo fatto noi con Benetton Formula, e può fare la differenza”.
Un esempio concreto di come un team possa rinascere è la McLaren, che sotto la gestione di Andrea Stella, attuale team principal, ha dimostrato come una leadership chiara, capace di riconoscere gli errori e reagire rapidamente, possa fare la differenza. Stella ha mostrato come analizzare i punti critici e adottare strategie mirate possa portare risultati concreti, mantenendo alto morale e motivazione. Basti pensare che la McLaren, in soli tre anni e sempre sotto lo stesso ciclo tecnico, è passata dall’essere fanalino di coda a vincere due Mondiali Costruttori consecutivi. Compito in cui, per il momento, Frédéric Vasseur sta disattendendo le aspettative.
Benetton ha sottolineato anche come la chiave del successo sia spesso legata a figure eccezionali capaci di trasmettere energia e determinazione: “Quello che posso dire è che Ferrari ha vinto di nuovo, anche e soprattutto grazie a Michael Schumacher, che non era solo un grande pilota, ma portava con sé un livello di energia e la capacità di contagiare il team con determinazione, precisione e una volontà totale di dedicarsi alla causa. Questo tipo di leadership diventa contagiosa e trasforma un gruppo in difficoltà in un team vincente”.
Secondo Benetton, per tornare a competere ai massimi livelli, Ferrari deve saper individuare leader in grado di fare la differenza: “I team vincenti quasi sempre partono da un fuoriclasse e costruiscono attorno a lui l’intero team, piuttosto che fare una pianificazione ordinaria di tutte le attività. La discontinuità è un marchio che porta innovazione e risultati”.
L’analisi di Benetton è chiara: per tornare a vincere, Ferrari deve saper creare figure capaci di trascinare il gruppo, come avveniva in Benetton Formula e come oggi fa McLaren sotto Stella. Ad inizio stagione, molti speravano che questa figura potesse essere Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo è arrivato a Maranello portando con sé l’esperienza accumulata in team come McLaren e Mercedes, notoriamente strutturati con un approccio diverso dalla Scuderia. Eppure, al momento, risultati concreti devono ancora arrivare.