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Il sipario sul weekend del Gran Premio d’Italia 2025, sedicesimo appuntamento stagionale di Formula 1, è calato con lo scenario insolito di un’eclissi. Con le tenebre a fare da sfondo, la McLaren ha iniziato a smontare l’hospitality – che tornerà solo il prossimo anno – dopo una lunga riunione con tutti i membri del team. Monza, infatti, ha messo in evidenza limiti già emersi in Canada, con una MCL39 sofferente sulle piste a bassissimo carico aerodinamico, dove il maggior grip naturale generato, utile per le curve, sia lente che ad alta velocità, finisce per penalizzare la velocità di punta sui lunghi rettilinei. A complicare ulteriormente l’esito finale della gara è arrivato anche un errore umano che ha fatto perdere secondi preziosi a Lando Norris.
Immagine di copertina: ANSA
Fin dalle prime libere il team papaya è apparso in difficoltà, salvo poi recuperare in qualifica, anche se senza conquistare la pole position: appena 77 millesimi hanno separato Norris dal giro più veloce, complice un carico aerodinamico superiore rispetto all’assetto scarichissimo scelto dalla Red Bull di Max Verstappen. Una scelta che la McLaren sperava potesse dare dividendi in gara, e così è stato: sia Norris che Piastri sono rimasti alle calcagna dell’olandese fin dal via. Non a caso, Lando è riuscito anche a superare Verstappen, che lo ha però spinto sull’erba alla prima variante. Red Bull, per evitare penalità, ha subito chiesto al suo quattro volte campione del mondo di restituire la posizione, persa poi definitivamente nel corso dei 53 giri anche per via della strategia della squadra austriaca.
In attesa di una Safety Car mai arrivata, la McLaren ha richiamato ai box i due piloti per montare gomma rossa, cercando così un vantaggio di mescola su Verstappen, già in pista da diversi giri con le hard. Tuttavia, al pit stop di Norris si è verificato un errore: un meccanico ha tardato nell’avvitare il bullone dell’anteriore sinistra, facendo perdere tempo prezioso al britannico. Così Piastri ha ereditato la seconda posizione che apparteneva al compagno di squadra. Da qui la decisione di Andrea Stella di ristabilire le gerarchie, chiedendo all’australiano di lasciar passare il numero 4: una scelta che crea anche un precedente destinato a pesare nella lotta al titolo mondiale.
“Apprezzo quello che i ragazzi hanno fatto oggi, soprattutto in nome dell’equità. Non si trattava soltanto di una questione di correttezza, ma di coerenza con i nostri principi. A prescindere da come andrà il campionato, ciò che conta davvero è che venga rispettato lo spirito delle corse e i valori che abbiamo costruito insieme ai nostri piloti”, ha dichiarato Stella. “La sequenza dei pit stop non era pensata per favorire uno scambio di posizioni: volevamo fermare prima Oscar e poi Lando per coprire l’attacco di Leclerc e allo stesso tempo attendere fino all’ultimo, nel caso fosse arrivata una bandiera rossa o una safety car. L’intento era chiaro: non creare un cambio di posizione. Purtroppo, il pit stop lento di Lando ha generato la situazione, ma ci è sembrato giusto ripristinare l’ordine precedente e poi lasciare i piloti liberi di correre. Questo è in linea con i nostri valori”.
“Per quanto riguarda il ritmo, ci sono state differenze tra Norris e Piastri nei vari momenti della gara. Una parte è legata alla gestione delle gomme: Lando ha spinto di più all’inizio per contenere Verstappen, che però aveva già un passo superiore e ha aperto il gap. Questo ha portato a un degrado maggiore per Norris nella seconda parte dello stint, mentre Oscar ha consumato meno e ha potuto recuperare. È come avere un budget limitato di gomma: dipende da quando decidi di spenderlo. Inoltre, abbiamo avuto più degrado al posteriore rispetto a quanto visto in prova, e quasi nessun graining, motivo per cui le gomme hanno retto più del previsto”, ha aggiunto il team principal.
“Sul pit stop di Lando analizzeremo i dati per capire cosa sia successo e trarre insegnamenti. La nostra intenzione resta chiara: non vogliamo che queste situazioni creino precedenti in grado di confondere i piloti. Ogni decisione viene rivista, ma ‘rivedere’ non significa per forza cambiare: significa analizzare, confermare o migliorare, perché questo è il nostro approccio all’eccellenza. Infine, va riconosciuto che qui Red Bull è stata più veloce di noi. Ci aspettavamo di non essere dominanti come a Budapest o Zandvoort, ma non una differenza così marcata. Verstappen è stato in grado di superare Lando e poi allungare nel primo stint. C’è una lezione tecnica da imparare: quando Red Bull abbassa il livello di drag, riesce a mantenere un’efficienza aerodinamica molto elevata. Noi abbiamo progettato la macchina con un approccio diverso, che può penalizzarci in certi tipi di circuito. Il nostro obiettivo deve essere chiaro: non vogliamo essere competitivi solo su alcune piste, ma su tutte”.