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Chi sono i promossi e i bocciati di Monza? Scopriamolo insieme, sfogliando le pagelle del Gran Premio d'Italia 2025 di Formula 1.
Osservando il trionfo di Verstappen al termine di un week end capolavoro davanti ai tifosi della Ferrari, è difficile non pensare che l’uomo della provvidenza per il dopo Hamilton in Ferrari sarebbe proprio Max. Una suggestione contrattuale complessa per tante ragioni, ma che più di un tifoso sulle tribune deve avere sognato ieri. Senza nulla togliere a Leclerc che è già fin troppo in credito con la Ferrari. Intanto l’olandese riporta al successo una Red Bull che è sempre più Verstappen dipendente, ma quando hai un pilota così la cosa più che un difetto appare quasi una naturale conseguenza di un talento infinito, mostrato in qualifica e ribadito in gara. Voto 10 e lode, a fine stagione perderà il titolo, ma è sempre lui il migliore.
Alle sue spalle un Norris rinfrancato dal supporto della squadra e dal fatto di avere chiuso davanti a Piastri, ma l’inglese doveva vincere: invece strappa al compagno-rivale solo 3 punti che in ottica mondiale non bastano. Però oggettivamente contro questo Verstappen sarebbe stato impossibile per chiunque: voto 8, senza colpe.
Del resto Piastri, a furia di sentir dire che assomiglia a Prost, visto il vantaggio in classifica si è già messo in modalità “professore”: a Monza ha capito presto di non averne per vincere e così ha corso per massimizzare il risultato, cedendo molto poco al compagno di squadra ma facendosi ugualmente ammirare per un gran sorpasso all’esterno di Lesmo 1 su Leclerc. Voto 7,5: ragioniere sì, ma con un talento speciale.
Ecco, trovare fuori dal podio Leclerc è un risultato forse inatteso, ma inevitabile con questa Ferrari, sebbene ancora una volta il monegasco abbia dato fondo a tutto il suo miglior repertorio. Anzi, proprio per questo si tratta di un risultato che disillude le ultime speranze in quel di Maranello. Voto 8,5 a prescindere.
5° un Russell che porta a casa quel che può con una Mercedes che non vale la Ferrari (per non parlare di McLaren). A inizio gara l’inglese prova a insidiare un Leclerc in difficoltà con le gomme, ma poi deve desistere. Anche a Monza Russell non sbaglia niente, ma nemmeno riesce a inventarsi qualcosa: voto 7, realista.
Alle sue spalle un Hamilton autore di una bella rimonta dal 10° posto, dove era scattato causa penalità, ma anche partendo 5° non sarebbe arrivato a podio, quindi c’è poco da entusiasmarsi: voto 7,5 e fine dei sogni di gloria (anche se quelli probabilmente sono terminati già da un bel po’).
Voto 8,5 invece ad Albon, autore di una gran rimonta dopo una qualifica fuori dalla Q3 (come Sainz del resto). Ancora una volta in thailandese è riuscito a correre con un gran ritmo emergendo sulla distanza, un tipo di gara che ormai è il suo marchio di fabbrica.
E voto 8,5 anche a Bortoleto, 8° dopo essere partito 7°: il brasiliano a Monza ha disputato un altro fine settimana solidissimo, dimostrandosi veloce sia nel giro secco sia sul passo gara, e senza commettere il minimo errore. Ennesima conferma di un talento speciale.
Ecco, il week end perfetto di Bortoleto un po’ mette in evidenza le difficoltà di Antonelli, che pure è andato meglio del solito in qualifica (6° ad un soffio da Russell) e ha chiuso a punti (9°), ma in gara ha commesso davvero troppi errori: ha sbagliato la partenza, ha commesso un dritto alla Variante Alta, è stato penalizzato per una manovra su Albon e per poco non riceveva un’altra penalità per i track limit, senza dimenticare l’uscita di pista nelle libere. E la mancanza di esperienza, a questo punto della stagione, è una scusa che lascia il tempo che trova. Voto 5,5, serve serenità.
Ultimo in zona punti un incredibile Hadjar, bravissimo a rimontare dopo essere partito dalla pit lane su una pista che evidentemente non era molto adatta alla Racing Bulls. Anche così però il francese è riuscito a muovere la sua classifica, mostrando una tenacia, oltre che una velocità, davvero sorprendenti per un debuttante. Voto 7.
Fuori dai punti, voto 5 a Tsunoda che pure era entrato in Q3, ma in gara è crollato sul ritmo chiudendo mestamente 13°.
Voto 7 invece ad Alonso, che senza un assurdo guasto alla sospensione (rotta sul cordolo in uscita dalla Ascari) sicuramente avrebbe chiuso a punti e con merito.
Voto 6 a Bearman, che avrebbe meritato ben di più se non avesse rovinato la sua gara e quella di Sainz tentando un “mezzo attacco” che poi in F1 è sinonimo di incidente. La prossima volta prenderà meglio le misure.
Voto 6 però anche a Sainz, perché anche prendendo per buono che in qualifica a frenarlo sia stato il rendimento della macchina, in gara Albon ha dimostrato di averne palesemente di più. Poi certo dell’incidente non ha colpe, però la sfortuna in F1 spesso si accanisce su chi è già in difficoltà e lo spagnolo certamente lo è.
Voto 10 ad Andrea Stella per avere costruito e mantenuto un gruppo tanto unito da permettersi di chiedere e ottenere senza tante manfrine via radio, a due piloti in lotta per il mondiale, un cambio di posizione per rimediare ad un errore dei pit stop. Una cosa mai vista in F1.
E voto 5 alla Ferrari, perché anche su una pista anomala come Monza la coperta è sempre corta, tra ali scaricate, altezze ridotte al minimo ma non troppo-che-poi-consumiamo-il-fondo, temperature delle gomme in crisi dopo due giri e via così. Anche in Red Bull hanno adottato lo stesso approccio tecnico, ma evidentemente hanno fatto meglio i compiti e le interviste post gara di un Vasseur che cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno lasciano francamente perplessi.
Voto 10 infine a Monza, non perché è il gran premio d’Italia, ma perché è l’unica e ultima superstite in F1 di un genere di piste che per qualche motivo è sparito dal calendario: i circuiti ad altissima velocità, dove le monoposto corrono scariche senza troppo assetti di “compromesso” formando trenini che viaggiano in scia. In verità è già così da molti anni (dalla scomparsa della vecchia Hockenheim) che non esiste più niente di simile in F1 e mai più ci sarà, poiché difficilmente verrà mai realizzato un nuovo circuito con queste caratteristiche: chissà perché verrebbe da chiedersi, considerando che il nuovo mantra della F1 è lo spettacolo a tutti i costi e una pista come Monza regala ogni anno un grande spettacolo.