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Max Verstappen a Monza si è preso la vittoria con la media più elevata di sempre, come se non avesse già lasciato abbastanza il segno in una Formula 1 che, tuttavia, non domina più con la facilità di una volta. Affinché il quattro volte campione del mondo potesse mettere il suo segno sul Gran Premio d’Italia 2025 di Formula 1 è servita una commistione di fattori. L’aggiornamento al fondo ha portato i suoi frutti, ma a fare la differenza è stata la configurazione scarica della vettura, con un’ala posteriore aggressiva. Tra le monoposto attuali, la Red Bull RB21 presenta la maggior efficienza con un assetto a basso carico.
Questo era diventato evidente a Silverstone, quando Verstappen con un’ala scarica apparentemente contro logica si era preso una pole position sensazionale. In quel caso si trattava di un azzardo, mentre a Monza la configurazione scelta dalla Red Bull – che ha lavorato appositamente a un’ala per queste circostanze – risultava perfetta. Dopo qualche turbolenza in partenza, con la bagarre con Lando Norris, Verstappen ha potuto gestire senza alcun problema la corsa, grazie a un altro fattore decisivo. A Monza, infatti, il degrado degli pneumatici è stato praticamente nullo.
Se non fosse stato per l’obbligo del cambio mescola, si sarebbe potuto disputare l’intero Gran Premio senza cambiare gomme. Lo dimostra lo stint monstre di Esteban Ocon da 51 giri con le hard. Il degrado nullo ha di fatto reso trascurabile uno dei punti forti della McLaren MLC39, la capacità di preservare le gomme. Verstappen ha spinto come un matto, riuscendo ad aprire un distacco di quasi 20 secondi su Lando Norris su una pista su cui il carico extra generato dalla MCL39 diventa un handicap non di poco conto.
Verstappen ha regalato la prima vittoria – se non si conta la Sprint di Spa – al suo nuovo team principal, Laurent Mekies, nel giorno in cui la McLaren ha creato un precedente potenzialmente scomodo. La scelta di far avvicendare Oscar Piastri e Lando Norris dopo la lunga sosta accusata da quest’ultimo sul finale di gara sembra un modo per non girare ancora di più il coltello nella piaga dopo i 25 punti persi da Lando a Zandvoort per un ko tecnico di cui non aveva alcuna colpa. E se una settimana fa era stata la MCL39 ad ammutolirsi, in questo caso a penalizzare Norris è stato l’errore umano di un meccanico.
L’impegno di Andrea Stella nel rendere il più possibile equa la sfida tra Norris e Piastri gli fa indubbiamente onore. Ma viene da chiedersi dove verrà tracciato il confine. Se uno dei due papaya dovesse ritrovarsi sfavorito dalle circostanze, la bilancia verrebbe rimessa in pari nello stesso modo? Per quanto una scuderia possa essere corretta con i propri piloti, non è improbabile che un imprevisto possa cambiare le sorti di un mondiale. Ne sa qualcosa Lewis Hamilton, il cui mondiale 2016 fu fortemente influenzato dal ko tecnico in Malesia. La sfortuna, a volte, ci mette lo zampino. Anche questo, dopotutto, fa parte delle corse.
Charles Leclerc, re di Monza lo scorso anno, ha dovuto abdicare accomodandosi ai piedi del podio. La prima parte di gara del monegasco è stata fortemente condizionata dalle difficoltà nel mandare in temperatura le gomme. Lo scivolamento delle coperture ha fatto sì che finissero per surriscaldarsi, generando un effetto boomerang che ha impedito a Leclerc di cercare di tenersi alle spalle Oscar Piastri. È difficile valutare quali sarebbero state le effettive possibilità di cogliere un podio. Resterà un interrogativo sullo sfondo di un weekend di gara in cui la McLaren è risultata effettivamente vulnerabile. Ma ad approfittarne non è stata la Rossa.
È stato tutto sommato un weekend incoraggiante per Lewis Hamilton, apparso particolarmente guizzante e aggressivo nelle prime fasi della corsa, quando si è fatto strada tra gli avversari con grande efficacia. Il fine settimana di Hamilton, però, era stato compromesso in partenza dalla penalità di cinque posizioni comminatagli dopo la gara di Zandvoort. Resta solo un dubbio sull’economia di gara della Ferrari. Cosa sarebbe effettivamente successo se la Rossa avesse deciso di tentare la carta della scia nella Q3, con Hamilton ad agevolare Leclerc?
Se il weekend di Monza non ha portato il podio che i tifosi della Ferrari avrebbero desiderato, l’altro idolo di casa, Kimi Antonelli, ha vissuto un fine settimana tormentato. L’errore nelle FP2 gli ha impedito di effettuare le simulazioni di passo gara, complicandogli il compito. E ci sono state ulteriori criticità in gara, dalla partenza al mancato rispetto dei track limits che gli è costato una penalità di cinque secondi. E mentre Verstappen si involava verso una vittoria presa di prepotenza, con la fame di chi non ha mai vinto nulla pur avendolo fatto moltissimo, Antonelli chiudeva in zona punti l’ultima gara europea di una stagione fatta di alti e bassi.