Italiani e WRC 2020. Ferragosto. Mente locale

Italiani e WRC 2020. Ferragosto. Mente locale
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Piero Batini
  • di Piero Batini
A una settimana dalla 2a dell’Italiano e un mese dalla… quarta di Mondiale. I nazionali si muovono, bene, gli internazionali, nonostante l’impegno enorme, faticano a fissare una prospettiva
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
15 agosto 2020

Alt! Nessuno si muova. Nessuno si sposti dall’ombra dell’ombrellone. Niente di urgente. Solo due chiacchiere “ferragostine” per rilassarci e fare il punto della situazione. Rally. Manca una settimana alla seconda del Campionato Italiano Rally. Il Ciocco e Valle del Serchio è pronto e, si dice, accompagnato da un record da “paura”. Sì, nel senso che a un’affluenza da capogiro fa riscontro, inevitabilmente dati i tempi, una pressione notevole sulla logistica. Sarà un Rally “a porte chiuse”, che come sappiamo vuol dire tutto e niente, ma intanto si deve fare in modo che si possa stipare tutto, dai parchi chiuso e di assistenza, all’interno della tenuta de Il Ciocco, e di imparare a memoria un’intero “contenitore” di nuove regole. Valerio Barsella, che ha già messo mano più volte sul suo Rally cambiandolo strada facendo e Coronavirus permettendo, non si sposta di una virgola. Nuovi problemi? Nuove soluzioni. Nuove richieste? Nuove risposte. Ma il Rally si fa. E bene! VB17 è una via di mezzo tra un frantoio e un rullo compressore. Con un’anima.

C’è da dire che i Rally nazionali, e gli italiani in particolare, hanno tutti fatto un bel lavoro, cosicché da noi si corre e si corre bene di default. È una bella notizia.

Si è corso a Roma a fine Luglio, e la prima dell’Italiano ha premiato Basso e Crugnola con una vittoria di giornata a testa, e soprattutto Max Rendina, che ha messo tanta carne al fuoco nel suo Roma Capitale Europeo fornendo una performance organizzativa eccellente.

Prima ancora, erano gli inizi di Luglio, si era corso il rally gioiello del Casentino, monologo Crugnola-Ometto-Citroen C3, che oltre ad averci fatto respirare l’aria buona della competizione, aveva interrotto un disgustoso digiuno durato quattro insopportabili mesi. Era stato un inizio di quelli che ti fanno pensare che il buongiorno si vede dal mattino.

Non passa una settimana dal Roma e si corre il Rally di Alba. Non saprei come definirlo. Il contributo innegabile di Hyundai e dell’ingegnere Andrea Adamo l’ha trasformato da prodotto tipico regionale, mi sia consentito, in vetrina internazionale di altissimo livello. Livello di contenuti e soprattutto di spettacolo. È stata una passerella meritatamente Hyundai, nella quale Neuville ha avuto la meglio su Tanak alla fine dell’”allenamento” WRC, e che ha messo in fila ben 4 i20 R5 ai primi 4 posti, Breen meglio di Huttunen, meglio di Sordo e meglio di Rossetti, ricomparso in buona forma sulle speciali italiane. Bello.

Bellissimo, infine, il Valtiberina, che ci ha rimesso nel cuore Andreucci e Signora, vincitori (con un po’ di fortuna) e ancora “inevitabilmente” i migliori dopo secoli di dominio assoluto e mesi e mesi di incerta e frustrante astinenza. la dinamica dei fatti è la solita. Paolo Andreucci e Anna Andreussi saltano al volo sulla C3 di Peletto (che amici, ragazzi!), liquidano subito la “concorrenza” abituale, e via verso il podio. Dal Rally di Arezzo è venuta anche l’unica nota stonata del momento magico (insieme, se vogliamo, alla sfortuna di Lindholm che ha dovuto rimettere dentro il tappo dello champagne), con quell’uscita infelice di Stephane Consani che il francese si porterà sulla fedina penale per un po’ di tempo.

Non poteva dunque esservi percorso migliore e più promettente per arrivare al Ciocco e Valle del Serchio numero 43. Italians do it better, insomma?

No, magari, ma intanto ce la mettiamo tutta.

In ambito internazionale ce la mettono tutta e di più, ma nonostante le apperenze il percorso resta assolutamente accidentato. Finalmente si è riusciti a stilare un calendario “credibile”, mettendo in fila dopo ben sette gare cancellate Estonia, Turchia, Germania, Italia e Giappone. Sarebbero o saranno otto gare in tutto, visto che Monte-Carlo, Svezia e Messico sono andati felicemente o quasi in archivio. Ma non sembra essere finita. Sul Giappone personalmente continuo a nutrire più di un dubbio, ma non ho il diritto di farvi innervosire oggi, in Turchia ogni giorno si svegliano con una nuova paura. Poi, il Turchia ha spostato la sua data facendo in modo che possa eventualmente entrare l’Ypres (e mi chiederete perché visto che le gare sono in tutto già otto) che ha lavorato a lungo tenendo buona l'ipotesi del doppio formato. Insomma non si può restare tranquilli ad aspettare che le date si presentino da sole. Pare che bisogna continuare ad inseguirle. E con quelle anche le nuove regole, che passano inosservate finché qualcuno non alza la mano per protestare.

Agli inglesi l’Ypres non va giù, non per una questione personale di Malcolm Wilson bensì per un problema di logistica. Calendario troppo stretto, trasferte rischiose, costi che rischiano di diventare gratuiti con soldi gettati al vento (ricordiamo che è l’anno in cui risparmiare sembra avere un senso particolare, autentico, non formale).

All’ingegnere Adamo di cui sopra non piace l’idea che si sia dormito sul tema dell’ibridazione delle auto del WRC, accampando scuse legate al momento, certo, ma non certamente bastanti a seppellire la questione dei ritardi “centrali” nella gestione della “mutazione”. Ad Adamo non piace neanche il formato compatto, non una soluzione al problema dello sperpero, e non piace che non si sia affrontato in termini criticamente economici il futuro del calendario mondiale. Tutte riflessioni oggettivamente concrete, che meriterebbero maggiore attenzione da parte degli organi dirigenti.

Neanche a Tommi Makinen, il “guru” Toyota Gazoo Racing che intanto tratta l’estensione al 2021 del contratto di Ogier, piace il formato “Kompact” basato su due giorni intensi di Gara. Non gli piace se non si rimette in discussione anche al regolamento degli ordini di partenza. Makinen, sicuramente imbeccato dall’attuale leader del Mondiale, Sébastien Ogier, richiama l’attenzione sulla necessità di riproporre le prove di qualifica. Tutto ha un senso, certo, anche questa riflessione.

Ce n’è abbastanza per rovinare il ferragosto al nuovo “boss” del Promoter WRC, Jona Siebel, ma non il nostro. Insieme a Oliver Ciesla, che ha compiuto la sua missione WRC e vola verso altri lidi, noi, da quando il Sardegna Italia di fine Ottobre è andato a buon fine, siamo sereni, e intanto ci prepariamo al Ciocco sotto il sole del nostro lido preferito..

 

© Immagini Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool, Hyundai Motorsport Media

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