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Piccola premessa tecnica per capire di cosa stiamo parlando: il termine Terre Rare (Rare earth elements, Ree) indica un gruppo di 17 elementi chimici essenziali – dal neodimio al disprosio, dal terbio al praseodimio - per la realizzazione di gran parte delle tecnologie moderne. La loro rarità non è da intendersi in termini assoluti ma deriva, semmai, dal fatto che non si trovano facilmente in giro in forma pura o concentrata; come se non bastasse la loro estrazione e raffinazione è difficile e costosa.
Cosa c'entrano con le automobili? Semplice: le Terre Rare possiedono particolari proprietà magnetiche, luminescenti ed elettrochimiche tali da essere insostituibili nella moderna produzione automobilistica. Servono per realizzare magneti permanenti ad alte prestazioni che alimentano quasi tutto quello che c'è in un veicolo, dai motori elettrici ai suoi sensori, ma anche per altoparlanti, monitor e finestrini. Nei veicoli elettrici (Ev), a maggior ragione, questi magneti sono essenziali per i motori di trazione che convertono l'energia elettrica in potenza meccanica.
Giusto per comprendere meglio la loro importanza, un Ev può contenere più o meno fino a 3 chilogrammi di Ree, per lo più nel gruppo motore. In un contesto del genere ci sono due problemi non da poco. Il primo: le Terre Rare sono saldamente nelle mani della Cina. Il secondo: la Cina, complici le tensioni commerciali con l'Occidente, ha varato restrizioni sull'export di Terre Rare. E quindi? Le case automobilistiche occidentali e i loro fornitori stanno affrontando preoccupanti carenze che hanno costretto diversi brand ad interrompere la produzione di determinati modelli.
La Cina non ha rivali nella produzione, lavorazione e raffinazione di Terre Rare. Mining Weekly ha scritto che Pechino produce circa il 90% delle Ree mondiali e controlla praticamente il 99,8% della produzione globale di Terre Rare pesanti. Tutto, o quasi, passa dunque dal Dragone. Ma cosa è successo a partire da aprile? Tra dazi americani, contro dazi cinesi, minacce e risposte piccate tra Donald Trump e i funzionari d'oltre Muraglia, il gigante asiatico ha perso la pazienza e ha dato un taglio al commercio dei Ree. Nello specifico, la Cina ha annunciato ampie restrizioni all'esportazione di Terre Rare e prodotti correlati scuotendo le industrie globali. I controlli sulle esportazioni richiesti da Pechino hanno implementato un complesso sistema di licenze che richiede documenti e approvazioni da parte di diversi enti regolatori cinesi. Risultato? Dall'inizio delle restrizioni in poi, per esempio, i dati dell'Associazione Europea dei Fornitori Automobilistici (Clepa) indicano che è stato approvato solo il 25% delle richieste di licenza per l'esportazione dei Ree. Tutto questo si è insomma riversato a cascata sulle catene di approvvigionamento del settore automobilistico creando interruzioni della produzione in diversi continenti. La situazione è delicata. Già, perché mentre alcuni produttori avevano previsto potenziali problemi e creato in tempo adeguate scorte - altri si stanno ritrovando adesso ad affrontare difficoltà operative non preventivate.
Chi ci ha rimesso di più? Sono numerosi i marchi (non solo occidentali) che hanno più o meno dovuto fare i conti con la mossa della Cina. A maggio Ford è stata costretta a interrompere per una settimana intera la produzione del suo Suv Explorer nello stabilimento di Chicago a causa della carenza di Terre Rare. Suzuki Motor ha bloccato la realizzazione della Swift a causa di una carenza di componenti, prevedendo una ripresa parziale il 13 giugno (con ripresa completa dopo il 16 dello stesso mese). Clepa, senza citare casi specifici, ha fatto sapere che diversi stabilimenti e linee di produzione di fornitori europei di componenti per auto sono stati chiusi perché a secco di Ree. E ancora: il produttore di componenti per auto Bosch ha riferito che i colli di bottiglia nell'approvvigionamento di Terre Rare stanno influenzando i suoi fornitori. Bmw ha dichiarato che una parte della sua rete di fornitori è stata colpita dalla suddetta carenza, ma che i suoi stabilimenti stanno funzionando normalmente. Mercedes-Benz sta valutando strategie "cuscinetto", tra cui l'eventuale accumulo di componenti critici. I prossimi mesi saranno decisivi per capire che cosa accadrà al settore dell'automotive e all'industria hi-tech globale.