Lancia Abarth SE 037. Il prototipo della supercar da rally

Lancia Abarth SE 037. Il prototipo della supercar da rally
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Cosa nacque quando Fiat investiva nei rally quello che gli altri marchi investivano in F1...
7 novembre 2018

Con la Lancia Abarth SE 037, arriva la terza puntata della rubrica firmata Automoto.it sui grandi pezzi di storia a quattro ruote che hanno infuriato per le speciali dei rally degli anni 80 in tutto il mondo. Dopo la Mitsubishi Starion Gruppo B e l'Audi Quattro a motore centrale, andiamo a togliere la polvere da un mezzo che rappresenta il punto di (ri)partenza di Lancia nel mondiale rally.

Si chiama SE 037 e senza perdere troppo tempo vi diciamo che, come avrete intuito, si tratta del prototipo da cui è nata la Lancia Rally 037; mattatrice del mondiale 1983, quando con sole due ruote motrici e un'affidabilità altissima riuscì a regalare alla casa un mondiale costruttori che valeva più del solito, visto che dall'altra parte della barricata c'era proprio l'Audi Quattro
 

Agli inizi degli anni 70 il marchio Abarth fu assorbito dall'impero Fiat, il che includeva rientrare sotto le decisioni di assetto e strategia del management della casa ai massimi livelli. Abarth, che aveva avuto una lunga tradizione in fatto di corse, venne affiancata a Lancia, per far confluire tutti gli sforzi nei rally. In quegli anni, Fiat investiva nei rally, più di quanto altre case investissero in F1. Durante questi anni d'oro, l'ingegnere Abarth, Aurelio Lampredi, lavorò su alcune delle auto stradali di Fiat, in particolare la 124 e la 131; concentrandosi anche su versioni più spinte delle Lancia coupé di cui vi parliamo e della Delta (nome in codice SE 038, futura S4). 

Questo periodo di poco più di 10 anni vide Fiat-Lancia in testa alle competizioni rallistiche di tutto il mondo, fino all'avvento delle prime vetture a trazione integrale, come l'Audi Quattro, che spezzarono (seppur a fatica) la bontà di queste eccezionali vetture.  
 

La 037 infatti fu l'ultima vettura a motore centrale e trazione posteriore competitiva nei rally mondiali. Dal progressivo avanzare e dominio di una nuova generazione di vetture a quattro ruote motrici, Fiat decise di destinare i fondi ad altri progetti. 

Tuttavia, quello che Lampredi e il suo team impararono dalle gare e dai test, fu trasferito sotto forma di concetto tecnico sulla vettura che sarebbe rimasta per sempre nel cuore degli appassionati. La bobina dell'accensione, per esempio, era fermata da una robusta gomma che permetteva di rimpiazzarla in pochi secondi e la maggior parte dei lavori di manutenzione potevano essere fatti con una chiave inglese da 19 mm.
 

Auto costruite per essere incredibilmente affidabili, veloci da riparare, facili da guidare e facili da guidare forte. Nella versione stradale l'auto raggiungeva i 205 CV a 7000 giri, grazie al volumex che spingeva il 2.0 L 4 cilindri. Quando si parla dell'auto da competizione con la mitica livrea Martini, bisogna citare il range di utilizzo del propulsore che arrivava oltre gli 8000 giri per un valore di potenza compreso tra i 255 e i 280 CV. L'ultimo stage, si dice, ha visto l'auto toccare quota 310 CV nei primi test, per portare sulle prove 40 ulteriori cavalli.

Le sospensioni facevano affidamento su un sistema a doppio braccio con molle elicoidali e ammortizzatori a gas, che al posteriore erano doppi. Questo tipo di sospensione lavora per assorbire il moto oscillatorio verticale dovuto a cunette e dossi, mantenendo relativamente confortevoli pilota e navigatore. Questo permetteva a entrambi di concentrarsi al meglio su quello che c'era bisogno da fare per vincere un rally. 
 

Di lei mai nessun pilota osò lamentarsi e tutti la descrivevano come una macchina veloce pensata per vincere, Affidabile e imprendibile, soprattutto sugli asfalti di un rally quanto mai difficile e logorante come il Tour de Corse. Se ancora non vi basta, vi diciamo che l'80% dell'auto era ispezionabile dai meccanici durante le soste, senza dover ricorrere a lavori troppo ingenti. L'attenzione per i dettagli traspare dal fatto che l'auto fosse anche provvista di guide per le sospensioni che potevano essere facilmente allineate prima del serraggio finale. 
Che dire, a chi non è venuta voglia di farsi un giroPer salire a bordo basta cliccare qui.

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