Marchionne: «Fabbrica Italia è stato il mio sbaglio più grande»

Marchionne: «Fabbrica Italia è stato il mio sbaglio più grande»
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L’Amministratore Delegato del Gruppo Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, è tornato a pronunciarsi sul Gruppo stesso e sui piani riguardanti Italia ed estero
4 febbraio 2013

L’Amministratore Delegato del Gruppo Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne è tornato a pronunciarsi - nel corso di un’intervista con il Direttore di Repubblica Ezio Mauro - sul Gruppo stesso e sui piani riguardanti Italia ed estero.

Il rapporto con l'Europa e con la Cina

Per quanto riguarda Bruxelles il top manager italo-canadese dichiara: «Chiedo all'Europa di trovare un modo equo per ridurre la capacità produttiva, ma Fiat si chiama fuori dal discorso: noi non chiuderemo stabilimenti grazie alla strategia che abbiamo scelto»

Marchionne prosegue poi precisando che «Il Gruppo punta sulla forza internazionale per aiutare la Fiat italiana. Abbiamo messo a disposizione dell'Italia quello che abbiamo nel resto del mondo», mentre per quanto concerne il crescente mercato cinese l’A.D di Fiat-Chrysler chiosa: «In Cina abbiamo sbagliato la prima volta che ci siamo andati, più di dieci anni fa. E in un ambiente complesso come quello ci vogliono anni per recuperare. Siamo arrivati tardi ma oggi abbiamo una grandissima opportunità posizionando Jeep ma anche Maserati e Alfa Romeo»

Fabbrica Italia

Interpellato invece sulla gestione nazionale, Marchionne dichiara che: «Lo sbaglio più grande della mia carriera in Fiat è stato avere annunciato Fabbrica Italia. Veramente un'imbecillaggine eccezionale. Non perché industrialmente fosse sbagliato, le previsioni di vendite in Europa nel 2010 erano 15-16 milioni di vetture per gli anni successivi. Lanciare Fabbrica Italia era razionale. La domanda che nessuno si fa è chi mi dava i 20 miliardi? Molto semplice: sarebbero dovuti provenire dalle vendite»

In Cina abbiamo sbagliato la prima volta che ci siamo andati, più di dieci anni fa. E in un ambiente complesso come quello ci vogliono anni per recuperare. Siamo arrivati tardi ma oggi abbiamo una grandissima opportunità posizionando Jeep ma anche Maserati e Alfa Romeo

 

Nonostante ciò l’A.D. Fiat-Chrysler conferma il suo impegno nel Bel Paese, precisando che: «Tutta l'attuale occupazione del Gruppo Fiat è confermata. Ho preso l'impegno a portare tutti i lavoratori a casa». In 3-4 anni? Ha chiesto Ezio Mauro. «Anche più velocemente», ha sentenziato Marchionne spiegando che il mercato Fiat per le vendite è il mondo.

Fusione Fiat-Chrysler

Il manager italo-canadese ha inoltre colto l’occasione per precisare che: «Torino è una città che apprezzo, è bellissima. Con tutto bene che voglio a Detroit, quest’ultima non è Torino» Interpellato poi sulla fusione Fiat-Chrysler, l’A.D. del Lingotto precisa: «La faremo, credo di si, con Veba non è un contenzioso. Abbiamo due opinioni diverse sul valore di Chrysler ma risolveremo il problema entro il 2014», mentre in merito alla sede della nuova Casa automobilistica Marchionne non fornisce dettagli. «Dipenderà dall'accesso ai mercati finanziari e dalle scelte della famiglia Agnelli. Quale sarà il nome? Non ci ho ancora pensato»

Fiat-Fiom

Per quanto concerne invece il rapporto con Fiom Marchionne dichiara: «Landini deve far pace con la maggioranza dei lavoratori che condivide le nostre scelte. Sbaglia a chiedere la rappresentanza in fabbrica se non firma accordi. O si fida del management come fanno gli altri sindacati oppure non ha senso. Lui non conosce i mercati mondiali. Io parlo con tutti i sindacati, a eccezione di Landini. Non l'ho deciso io»

«Trovo estremamente presuntuoso che un sindacato pretenda di aprire un confronto quando tutti gli altri sindacati hanno scelto di adottare, di condividere con noi, un certo percorso. Consiglierei di trovare un metodo per collaborare con gli altri e di presentarsi in maniera compatta, conviene a tutti quanti»

Gli impegni che abbiamo preso non sono vincolati a chi vincerà le elezioni. La Fiat come gli altri industriali che incontro sta aiutando il Paese nella credibilità, ma noi facciamo i metalmeccanici, il sistema politico ci deve accompagnare


«Non so quando Landini sia stato eletto - ha proseguito Marchionne - ma fino alla sua entrata non ho avuto nessun problema con la Fiom. Io ho appena avuto incontri con i sindacati, c'erano Bonanni, Angeletti, Di Maulo, c'era molta gente. Li vedo, li incontro abitualmente. L'esclusione di Landini è una scelta sua. Il signor Landini ha messo in dubbio la nostra capacità di fare auto di lusso. Ma scherziamo? Noi siamo gente seria. Vada a fare qualcosa altro»

Fiat indipendete dai vincitori politici

Marchionne ha poi chiuso con un pensiero rivolto alle imminenti elezioni, precisando che: «Gli impegni che abbiamo preso non sono vincolati a chi vincerà le elezioni. La Fiat come gli altri industriali che incontro sta aiutando il Paese nella credibilità, ma noi facciamo i metalmeccanici, il sistema politico ci deve accompagnare»

Fonte: Ansa

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