Marchionne: "No agli incentivi. In Italia non chiudiamo"

Marchionne: "No agli incentivi. In Italia non chiudiamo"
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Cristiano Gilberti
  • di Cristiano Gilberti
I concetti espressi chiaramente da Sergio Marchionne nella conferenza stampa di questa mattina a Ginevra. Ma anche apertura a alleanze e presto 2 prodotti Alfa e Maserati
  • Cristiano Gilberti
  • di Cristiano Gilberti
6 marzo 2012

La pausa che anticipa la risposta di Sergio Marchionne è significativa. Come a dire, la nostra strategia è chiara e spiegata ormai decine di volte: gli stabilimenti in Italia non si toccano. Per ora non utilizzeranno il 100% della loro capacità produttiva ma non è in discussione la loro sopravvivenza. Le strategie non si improvvisano e quella di Fiat è chiara da tempo. L'unico modo, coraggioso, per mantenere vive le fabbriche è quello di produrre in Italia per vendere in America e negli altri Paesi del mondo.

Ora che il 58,5% della Chrysler è in mano a Fiat tutto questo si può fare e non c'è alcune fretta ad accelerare un processo di fusione che altrimenti oggi vedrebbe la parte Europea svalorizzata rispetto a quella Americana, in grande

 

sviluppo. Ora che sono stati raggiunti accordi dettagliati con i sindacati a Pomigliano e Mirafiori, tutto questo si può fare.

Fiat nella sua strategia rifiuta gli aiuti statali per non cadere negli errori del passato, sebbene questi accordi in America stiano consentendo a Fiat Industrial di crescere in maniera veloce e sana.

Dunque il no secco di Marchionne alla richiesta Unrae di reintrodurre gli incentivi all'acquisto risuona forte nella sala. Anche perché favorirebbe più le aziende che in Italia investono poco, rischiando comunque di passare come l'ennesima richiesta di aiuto del Gruppo torinese allo Stato.

Restano comunque una serie di problemi da risolvere in Europa: il crollo delle vendite, la sovrapproduzione, la marginalità sempre più ridotta. Problemi che si concentrano nei segmenti in cui opera maggiormente Fiat. E da qui la necessità di scegliere bene i modelli da produrre, senza commettere errori.

 

E sempre per questo motivo Fiat si continua a guardare intorno. Accusa il colpo dell'alleanza tra GM e Peugeot ma lo incassa pronta per tornare al centro del ring con la scelta ponderata di un nuovo partner con cui condividere alcuni costi industriali. Che sia Suzuki, Mazda o altri oggi non ci è dato saperlo: "Parliamo con tutti", conferma l'AD.

Purtroppo quando c'è Sergio Marchionne alle conferenze stampa, si parla sempre troppo poco di prodotto. Qualcosa però si scopre. In un momento in cui tutti comunicano  concetti quali sicurezza, ambiente, tecnologia e di macchine se ne vendono toppo poche, avere brand che parlano direttamente al cuore e alla passione è un grande punto di forza.

 

E allora via alla nuova Alfa Romeo Giulia, il cui disegno è ormai definitivo e che sarà prodotta a breve negli Stati Uniti. E via anche alla produzione, nel 2013 della Suv Maserati che, notizia di oggi, non si chiamerà Kubang.

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