Mercato auto: l'Europa cresce. E Mercedes chiede più stabilità

Mercato auto: l'Europa cresce. E Mercedes chiede più stabilità
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Sulla scia di un timido ritorno alla crescita, la filiale italiana della Stella si fa avanti per prima e chiede stabilità al governo per il rilancio di un settore che oggi rappresenta circa l'11% del PIL nazionale
16 ottobre 2013

Timidi segnali di ripresa dal mercato europeo dell’auto. Secondo l’Acea infatti a settembre infatti in Europa (27 Paesi Ue più quelli Efta) le vendite di automobili hanno fatto registrare una crescita del 5,5% con 1.194.216 vetture immatricolate, contro le 1.132.238  unità segnate un anno fa. Ad agosto invece le vendite erano scese del 4,9%. Nei primi nove mesi del 2013 sono state immatricolate 9.338.897 vetture, in calo del 4% rispetto al 2012.

Sengale positivo, ma in un contesto che rimane negativo

Si tratta della performance migliore registrata finora nel 2013 anche se - precisa l'Acea, l'Associazione dei costruttori auto presenti in Europa che ha diffuso i dati - ottenuta grazie al "confronto nel 2012 con il secondo più basso settembre dal 2003, ovvero da quando l'Acea ha cominciato a diffondere le rilevazioni dell'Ue a 27".

 

Inoltre, il mese scorso in Europa si è registrato in media un giorno lavorativo in più rispetto al 2012. Limitando l'analisi ai volumi di vendita registrati in Europa occidentale (Ue a 15 più i Paesi Efta), a settembre la crescita del mercato è stata del 5,4% a 1.135.585 unità immatricolate, mentre il consuntivo dei primi nove mesi è di 8.786.219 unità (-4%).

 

Nei soli 27 Paesi dell'Unione europea, invece, a settembre si sono immatricolate 1.159.066 unità, in progresso del 5,4% rispetto ad un ano fa. Nei primi nove mesi del 2013 invece si sono vendute 9.000.629 nuove automobili, in calo del 3,9% rispetto ad un anno fa.

In Italia sempre peggio

Mentre l’Europa, pur con tutte le precisazioni del caso, manda segnali perlomeno positivi, chi continua a preoccupare è sicuramente l’Italia, che anche a settembre non accenna a far scomparire il segno meno, con settembre che fa registrare un calo del 2,9%.

Mercedes-Benz Italia fa sentire la sua voce

Quello che sorprende però questa volta è la risposta dei costruttori, o per meglio dire di Mercedes-Benz Italia. Mentre solitamente sono le associazioni che radunano le aziende automobilistiche a lanciare grida d’allarme, appellandosi ad interventi immediati del governo, questa volta è direttamente un costruttore a voler far sentire la sua voce.

 

La divisione italiana della Stella infatti ha rilasciato un comunicato ufficiale per chiedere senza mezzi termini stabilità a livello politico e governativo, l’unica condizione, secondo il costruttore tedesco, che può raddrizzare i risultati del mercato.

 

«La stabilità rappresenta un fattore determinante nella dinamica di marcia, ma non solo», sottolinea Roland Schell, Direttore Generale di Mercedes-Benz Italia. «Tutto il mondo dell'automobile chiede stabilità e purtroppo ancora una volta gli interessi dei nostri clienti e dei partner della filiera sul territorio sono i grandi assenti dai provvedimenti presi dal Governi per il rilancio dell'economia. Nessuna misura che prenda in considerazione un settore che rappresenta circa l’11% del PIL e che, nel 2012, ha generato 72,7 miliardi di euro di entrate fiscali, pari al 17% del totale delle entrate fiscali».

 

«Noi vogliamo essere tra i protagonisti della ripresa economica italiana e per questo motivo portiamo sul mercato prodotti e servizi innovativi," prosegue Roland Schell. "Penso ai nostri motori amici dell'ambiente e del fisco, di piccola cilindrata dai consumi ridotti ma performanti, e ad iniziative come car2go, il car sharing innovativo, che ha riscosso un grande successo a Milano. Proprio car2go è la dimostrazione del ruolo che possiamo giocare ripensando la mobilità a 360 gradi».

Altri costruttori seguiranno l'esempio della Stella?

A questo punto non resta che sperare che altri costruttori seguano l’esempio di Mercedes-Benz Italia, così da amplificare il messaggio mandato al governo, affinché l’Esecutivo si impegni finalmente ad elaborare una politica strutturata per il rilancio del settore, senza ricorrere ai troppo semplici e controproducenti incentivi.

 

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