Mercato Europa: il 2018 (quasi) stabile

Mercato Europa: il 2018 (quasi) stabile
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Il conteggio di fine anno riporta un sostanziale pareggio dei numeri rispetto al 2017: ma preoccupa la tendenza al ribasso delle vendite, che investe soprattutto i Major Market
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
17 gennaio 2019

Le perturbazioni sul mercato dell’auto si susseguono neanche fossimo in pieno inverno (congiuntura economica negativa, introduzione del sistema d’immatricolazione WLPT, guerra aperta al diesel) e le vendite in tutta Europa segnano il passo: il dato finale del 2018, con 15.624.486 vetture immatricolate rispetto ai 15.630.555 del 2017 (-0,04%), riporta sostanzialmente ai livelli dell’anno precedente e, viste appunto le turbolenze prima accennate, da parte di molti operatori viene considerato di fatto positivo, anche se non mancano preoccupazioni soprattutto per quanto riguarda i prossimi mesi.

Ad esempio, dicembre ha chiuso con una contrazione importante, pari al -8,7%, che pare giustificare le tendenze negative che si accompagnano alle previsioni di vendita per il 2019.

Il 2018 ha visto in crescita la maggior parte dei mercati nazionali, mentre in sostanziale pareggio (-0,8%) è il gruppo dei cinque maggiori mercati, che insieme valgono il 71,7% delle immatricolazioni continentali, e che pure presentano al loro interno andamenti differenziati: crescono il mercato spagnolo (+7%) e quello francese (+3%), chiude sui livelli del 2017 il mercato tedesco (-0,2%), mentre sono in calo sono l’italiano (-3,1%) e quello del Regno Unito (-6,8%).

Guardando al mercato per alimentazione, le vendite di auto eco-friendly sono state 253.000, con un aumento del 10%: il segmento delle auto ad alimentazione alternativa tocca il 13% di quota, grazie alla crescita di auto ibride (+31%) e puro elettrico (+147%), che compensano il calo delle alimentazioni a gas (-2%). Per modalità d’acquisto, risultano intestate 856.000 autovetture a società (-3,6%) e 1,05 milioni a privati (-2,7%).

Le auto a batteria e ibride plug-in (9.554 unità) rappresentano lo 0,5% del mercato e sono intestate soprattutto a società; solo il 15% delle auto elettriche e il 20% delle auto ibride plug-in appartengono a privati.

Le marche italiane hanno registrato, in Europa, 60.926 immatricolazioni a dicembre (-2,5%), con quota di mercato del 5,9%; chiudono positivamente il mese i marchi Jeep (+35,8%) e Lancia/Chrysler (+38,6%).

Nel 2018, le vendite delle marche italiane ammontano a 1.021.311 unità (-2,3%) con una quota del 6,5%; in particolare, spicca il dato positivo del marchio Jeep, in rialzo del 55,6%.

Germania

Il 2018 in Germania si chiude con 3.435.778 immatricolazioni di auto nuove, di fatto invariato rispetto alla performance del 2017, con circa 5.484 unità in meno delle 3.441.262 del 2017 (-0,2%), che rappresenta il miglior livello dell’ultima decade.

A dicembre ci sono state 237.058 vendite, -6,7% rispetto alle 253.950 dello stesso periodo del 2017.

In crescita nel 2018 le auto a benzina, salite al 62,4% (+4,7%), mentre il diesel è sceso del 6,5%, ora al 32,3% con 1.111.130 vendite.

Ottimi risultati per le alimentazioni alternative: boom per il metano (10.804 unità, +190%), lieve rialzo per il GPL (4.663 immatricolazioni, +6%), 84.675 ibride (+53,8%) e quota del 3,8%; le elettriche, infine, hanno registrato un aumento del 43,9%, arrivando all’1% del mercato con 36.062 unità.

Le persone giuridiche presentando un lieve calo, ora al 63,6% di quota, mentre i privati salgono al 36,4% (+0,8%) con 1.250.000 immatricolazioni, il miglior livello dal 2011.

Regno Unito

Secondo anno consecutivo in calo (-6,8%): nel Regno Unito, la domanda di auto nuove è scesa a 2.367.147 unità contro le 2.540.617 del 2017; questa flessione deriva da 12 mesi di turbolenze, influenzate da sconvolgimenti normativi, politiche antidiesel, abbinate ad una flessione del clima di fiducia di famiglie e imprese.

Il trend negativo si conferma anche a dicembre con una flessione del -5,5% con 144.089 unità rispetto alle 152.473 del 2017: in questo contesto, si conferma il crollo del diesel (-29,6%) attestandosi a 750.165 unità e quota del 31,7% (-10,3%) a causa della sua demonizzazione; in crescita le vetture a benzina (+8,7%), che totalizzano 1.475.712 unità e quota del 62,3% (+8,9%) e prosegue la corsa dell’alimentazione alternativa, con quasi 142.000 unità, il 20,9% in più dello scorso anno.

Sono poi in flessione tutti i canali: privati (-6,4%, a 1.052.202 unità), flotte (-7,3%) e auto aziendali (-5,6%).

Per la SMMT, l’Associazione dei costruttori, sono necessarie misure di supporto e non punitive del mercato, per un rinnovo del parco nel rispetto del principio della neutralità tecnologica, a beneficio dell’ambiente, degli automobilisti, dell’industria e delle casse della Stato; ma le dinamiche legate alla Brexit gettano ombre sulle prospettive del 2019.

Francia

Quarto anno consecutivo di crescita: +3,0%, con 2.173.481 immatricolazioni rispetto alle 2.110.748 del 2017, frutto soprattutto della dimanica positivo di inizio anno, mentre gli ultimi mesi (anche a causa delle tensioni sociali nel Paese) , hanno virato in negativo: dicembre, per esempio, ha visto un calo del 14,5%, con 165.390 vendite.

Dall’analisi per alimentazione si evidenzia il calo del diesel, sceso al 38,9% dal 47,3% di quota del 2017 e dal 52% del 2016; vendite recuperate dalla benzina, salita al 54,7% di quota (+10,9%), mentre le elettriche hanno superato quota 31.000 unità nel 2018, all’1,4% del mercato; le ibride guadagnano un ulteriore punto, valendo quasi il 5%.

La metà delle auto vendute sono berline (50%), sono in aumento i fuoristrada (al 36% di rappresentatività), mentre registrano un calo i monovolumi compatti (5% di quota).

Spagna

Le immatricolazioni di nuove vetture in Spagna nel 2018 sono state 1.321.438, pari ad una crescita del 7% rispetto allo scorso anno quando se ne immatricolarono 1.234.932; a dicembre c’è stato un decremento del 3,5%, con 99.291 vendite contro le 102.944 dello stesso mese del 2017.

Sul fronte delle alimentazioni, in dicembre il 59,4% di quota è per le auto a benzina e il 32,3% per quelle diesel, in progressiva flessione, con l’8,3% le ibride-elettriche.

Nel 2018, il canale dei privati ha registrato la crescita minore (+4,3%, con 680.219 vetture), mentre società e noleggio archiviano un incremento del 14,2%  (415.887 unità) e del 5,7% (237.979 immatricolazioni).

I commenti delle Associazioni

«Il mercato in Europa - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - ha tenuto il passo, all’interno di uno scenario caratterizzato da molteplici “scossoni”, quali il passaggio alle nuove norme di omologazione dei veicoli, le agitazioni socio-politiche, i fatti legati alla Brexit e un andamento macroeconomico in ridimensionamento. Le prospettive per il 2019 indicate dai principali analisti europei vedono un andamento delle vendite sostanzialmente piatto, tra lo 0,6% e l’1,3% di crescita sul 2018, ma la maggior parte dei rischi sono al ribasso e interessano in particolare le incertezze legate alla Brexit ed il suo impatto sulle vedite principalmente nel Regno Unito. L’Italia, alle condizioni attuali e alla luce delle nuove tassazioni, non sembra poter dare il suo contributo positivo».

«Ad un primo semestre in crescita del 2,8% - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - ha fatto seguito un secondo semestre in frenata (-3,3%), con dicembre in forte flessione che prosegue la tendenza al ribasso iniziata con l'introduzione del WLTP a settembre. Ad eccezione dell'Italia, tutti i major market vedono la domanda di auto contrarsi nell'ultimo mese dell'anno. Per il 2019, considerando che il mercato europeo è fortemente guidato dalla domanda domestica, il rallentamento dell’economia nei Paesi UE potrebbe avere un impatto significativo sulle vendite. La rapida transizione verso una mobilità pulita indotta dalle normative sull’abbattimento delle emissioni di CO2, poi, rischia di avere un impatto negativo sull’occupazione nell’automotive europeo, che conta circa 13,3 milioni di addetti, se non gestita attraverso adeguate politiche a sostegno dell’industria».
 

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