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Un’altra importante riduzione di personale è in arrivo a Mirafiori. Stellantis ha comunicato ai sindacati un nuovo programma di uscite volontarie con incentivo all’esodo che coinvolgerà 610 lavoratori della storica fabbrica torinese. Il piano, che si aggiunge alle 1.520 uscite già registrate nel 2024, riguarda numerose aree dello stabilimento e si svilupperà tra fine luglio e ottobre 2025.
Nel dettaglio, i tagli più consistenti interesseranno 250 dipendenti delle Carrozzerie (con efficacia dal 31 luglio) e 212 degli Enti Centrali. Seguono 53 lavoratori della Pcma di San Benigno, 31 delle Costruzione Stampi, 20 del comparto Services, 19 delle Presse, 16 del Centro Ricerche Fiat, e 9 della ex Tea di Grugliasco. Per tutte queste ultime categorie, l’uscita sarà formalizzata al 31 ottobre 2025.
Stellantis motiva la nuova operazione con la necessità di preparare lo stabilimento alla prossima fase produttiva, che vedrà il debutto, tra fine 2025 e inizio 2026, della Fiat 500 mild hybrid. In una nota, il gruppo dichiara:
Il programma di uscite volontarie in Italia è finalizzato a supportare il prepensionamento o diverse opportunità di carriera. Tuttavia, a Mirafiori, a partire da agosto, avremo bisogno di una forza lavoro stabile, adeguatamente formata e focalizzata, per supportare il lancio del modello ibrido
La mossa ha ricevuto il via libera di parte dei sindacati, ma non manca chi solleva critiche. Luigi Paone, segretario generale della Uilm Torino, pur confermando l’accordo, ha dichiarato:
Dopo aver stabilito l’accompagnamento alla pensione per i lavoratori più anziani, chiederemo all’azienda un impegno concreto: avviare nuove assunzioni a Mirafiori per garantire un solido futuro allo stabilimento e alla città
Decisamente più dura la posizione della Fiom-Cgil di Torino, che ha scelto di non firmare l’accordo. Il segretario generale provinciale Edi Lazzi ha attaccato frontalmente Stellantis, anche in riferimento al passaggio di testimone tra amministratori delegati:
Cambiano gli amministratori delegati, ma non il trend di svuotamento di Mirafiori e il depauperamento di Torino. Ecco perché non abbiamo firmato l’accordo: nulla è previsto per il futuro