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Più che un semplice impianto industriale, si tratta di un laboratorio di idee, tecnologia e design dove la manifattura leggera e la mobilità elettrica diventano strumenti di rigenerazione economica e culturale.
L’inaugurazione del sito torinese segna il passaggio da un’idea visionaria a una realtà industriale concreta, sostenuta da un ampio partenariato pubblico e privato — tra cui Cassa Depositi e Prestiti, Finpiemonte, Regione Piemonte e Regione Marche. L’investimento complessivo, pari a circa 7 milioni di euro, ha permesso di riportare in vita un’area produttiva degli anni Sessanta, trasformandola in un impianto moderno, sostenibile e tecnologicamente efficiente.
Oggi, 10.000 metri quadrati di amianto sono stati sostituiti da 10.000 metri quadrati di pannelli solari, simbolo di un approccio che unisce rigenerazione ambientale e rilancio industriale. La nuova fabbrica, pensata per essere leggera, modulare e a basso consumo energetico, rappresenta il cuore operativo di un progetto che intende rivoluzionare il modo di concepire e costruire l’auto elettrica.
Mole Urbana non vuole semplicemente produrre microcar elettriche, ma reinterpretare il senso stesso della mobilità urbana. L’auto, in questa visione, non è solo un oggetto tecnologico ma un “gesto culturale”: una sintesi tra design, responsabilità e sostenibilità.
L’azienda punta a dimostrare che realizzare vetture elettriche non significa solo ridurre le emissioni, ma anche ripensare l’intera filiera produttiva in chiave economica e ambientale. Fare auto elettriche, spiegano, consente di abbattere i costi di produzione, ridurre i consumi energetici e costruire in modo più flessibile, con un impatto positivo sul territorio e sull’occupazione.
Nel nuovo impianto nasce la gamma 2025 di Mole Urbana, composta da dodici modelli modulari progettati e costruiti interamente in Italia, con una filiera nazionale al 99%. Dalle versioni da lavoro alle microcar per la mobilità quotidiana, fino alla nuova Malya, una “keicar all’italiana” lunga 3,80 metri pensata anche per l’uso extraurbano, ogni modello condivide la stessa piattaforma tecnologica:
telaio space-frame in acciaio inox,
batterie LiFePO₄ sostituibili (swapping),
ricarica domestica o rapida CCS,
peso contenuto e autonomia urbana reale.
L’intera gamma è costruita su principi di modularità, semplicità e razionalità, riportando al centro la funzionalità e l’ergonomia, con una particolare attenzione alla sicurezza e all’accessibilità economica.
L’apertura dello stabilimento di Orbassano è anche un segnale di rinascita del saper fare italiano. Mole Urbana dimostra che è possibile costruire automobili in Italia in modo sostenibile, senza rinunciare al design e alla qualità, ma reinterpretandoli alla luce delle sfide energetiche e sociali di oggi.
La fabbrica, che unisce artigianalità e tecnologia, diventa così il simbolo di una nuova manifattura nazionale capace di integrare produzione, cultura e territorio. In un momento in cui la transizione elettrica è spesso percepita come una minaccia, il progetto di Umberto Palermo e del suo team mostra l’altra faccia della medaglia: quella di un’Italia che innova, produce e sperimenta, riscoprendo la sua vocazione industriale.