Napoli: falsi certificati medici per patenti

Napoli: falsi certificati medici per patenti
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Scoperto un enorme giro di attestazioni mediche fasulle: nei guai un medico, i suoi familiari e titolari di agenzie auto ed autoscuole
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
19 gennaio 2021

Da quelle parti, la patente non si negava a nessuno, neanche a quasi centenari e persone costrette a letto da gravi malattie: bastava pagare ed il gioco era fatto.

Un’indagine della Procura di Napoli Nord ha scoperchiato il malaffare: in un solo anno, un medico è riuscito a rilasciare oltre cinquantamila false dichiarazioni sanitarie necessarie ad ottenere il rinnovo della patente; un vero stacanovista, visto che è riuscito ad ammettere quasi 140 certificati al giorno, festivi, domeniche e Natale compresi.

Il giochino fruttava bene, visto che l’accusa parla di un giro d’affari di oltre 1,5 milioni di euro; nel traffico, oltre al sanitario che interpretava in modo del tutto personale il Giuramento di Ippocrate ed ai suoi parenti, sono coinvolte altre persone, tra titolari e collaboratori di autoscuole e di agenzie di pratiche auto.

In totale, dalla Procura sono state disposte 24 misure cautelari, di cui venti arresti domiciliari, tre obblighi di dimora e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre altre sedici persone sono iscritte nel registro degli indagati.

Gli imputati, tutti residenti nelle province di Napoli e Caserta, dovranno  rispondere a vario titolo di reati pesanti, a partire da quello di associazione a delinquere finalizzata al falso in atto pubblico.

Come detto, al centro dell’indagine della Polizia Stradale di Napoli e della Procura di Napoli Nord sono risultati il medico e i suoi familiari, attivissimi - secondo l’accusa - nel fornire dietro pagamento certificati medici a chiunque ne facesse richiesta per poter conseguire la patente o il rinnovo, chiaramente senza che fosse effettuata alcuna visita.

Le certificazioni venivano rilasciate anche quando il medico era in ospedale: al suo posto erano i figli, come accertato da Procura e Polstrada, ad utilizzare le credenziali informatiche del padre e a trasmettere in via telematica i risultati delle visite mediche (mai sostenute…) alla Motorizzazione Generale di Roma.

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