Nissan Micra C+C

Presentata come concept car al Salone di Parigi del 2002, la Micra C+C arriva sulle strade apparentemente senza modifiche significative rispetto al progetto originario, con l’obiettivo dichiarato di rendere la vita difficile a/ peugeot /206 CC e/ opel /Tigra TwinTop.

Ricetta classica
Dal punto di vista stilistico,/ missan /è rimasta fedele ad una ricetta ormai classica per questo tipo di trasformazioni. Il frontale, così, è quello inconfondibile della compatta giapponese, con la sola novità di un inedito fascione inferiore di impostazione più sportiveggiante, ben raccordato con le minigonne laterali. Del tutto inedito è invece l’andamento del padiglione e della coda. Il primo esibisce un parabrezza maggiormente inclinato e per questo più basso si 110 mm rispetto alla versione standard, mentre la coda si è fatta necessariamente più “importante”, dovendo accogliere il tetto in metallo. Quest’ultimo, sviluppato e prodotto dal carrozziere Karmann – uno specialista in questo tipo di componenti – si apre e si chiude in soli 22 secondi, anche in movimento.
Il design della parte posteriore è impreziosito dal bel raccordo tra il fascione paraurti e la scanalatura che percorre la fiancata quasi all’altezza della linea di cintura, ma questo artificio non è comunque sufficiente a cancellare l’impressione di una certa pesantezza della coda: un difetto, questo, per altro comunque a quasi tutte le coupè-cabriolet. Nell’insieme, comunque, la carrozzeria della Micra C+C appare simpatica e non mancherà di estimatori.

Molto buona, infine, la capacità di carico, pari a ben 426 litri a vettura chiusa (siamo su valori da station wagon!) e a 221 litri con il tetto ripiegato. Altrettanto degna di nota è poi l’abitabilità per quattro persone, che la pone sullo stesso piano della 206 CC, mentre la Tigra TwinTop è una due posti secchi.

Benzina con brio
Per la C+C, in/ missan /hanno attinto ai motori più brillanti della gamma Micra, equipaggiando questa piccola scoperta con un 1.4 litri da 88 CV e con il 1.6 da 110 CV.