Non c'è pace per la Marelli (ex Magneti Marelli), contesa fra gli americani (KKR) e l'India (Motherson)

Non c'è pace per la Marelli (ex Magneti Marelli), contesa fra gli americani (KKR) e l'India (Motherson)
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Il futuro di Marelli Holdings è avvolto nel mistero. O meglio: è un rebus tutto da decifrare. Trascinata dai problemi di Nissan, l'ex azienda italiana deve trovare in fretta un piano di rientro dal debito
26 maggio 2025

La società italo-giapponese Marelli Holdings, in difficoltà economica e di proprietà del fondo statunitense Kkr – e che annovera tra i suoi clienti player del calibro di Stellantis e Nissan – avrebbe intenzione di accettare un’offerta di acquisizione da parte del gruppo indiano Motherson Group. Nei prossimi giorni, scrive la stampa economica nipponica, Marelli incontrerà i creditori per discutere un piano di risoluzione extragiudiziale con Motherson come sponsor. Pare che quest’ultima sia in trattativa per acquisire le azioni Marelli da Kkr, insieme a tutti i debiti detenuti dai suoi creditori, tra cui Mizuho Bank e la Japan Bank for International Cooperation. Facciamo però un passo indietro per capire in quale situazione si trova Marelli Holdings.

Le difficoltà economiche di Marelli

Nel 2022 Marelli aveva avviato una procedura di ristrutturazione dopo non essere riuscita a convincere i creditori a sostenere un piano di risanamento alternativo che avrebbe comportato una più rapida riduzione del debito. Il piano di ristrutturazione, depositato nel marzo 2022, aveva nominato Kkr come sponsor e prevedeva una riduzione del debito per un totale di 450 miliardi di yen (circa 3,3 miliardi di dollari). Tuttavia, a causa delle preoccupazioni sulla trasparenza sollevate da alcune banche affiliate alla Cina, non c’è stato il sostegno unanime necessario. Marelli ha quindi immediatamente presentato istanza di udienza preliminare, che è stata approvata dal tribunale distrettuale di Tokyo. E dunque? Nel 2025, ha scritto il Financial Times, Marelli ha registrato una flessione della domanda da parte di clienti chiave come Nissan e Stellantis, accumulando un debito di circa 650 miliardi di yen (circa 4,2 miliardi di dollari). Per affrontare questa situazione, l’azienda ha avviato trattative con un consorzio di investitori specializzati in debiti distressed, tra cui Strategic Value Partners e Fortress Investment, proponendo un piano di iniezione di capitale da circa 100 miliardi di yen. Considerate le difficoltà relative all’approvazione del piano di ristrutturazione, il gruppo italo-giapponese sta considerando altre opzioni, tra cui la vendita di asset o l’ingresso di un nuovo partner che possa fornire nuovi prestiti o acquisire una parte dell’azienda.

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Il compratore indiano

È qui che entra in gioco Motherson, un gruppo industriale indiano leader nella produzione di componenti automobilistici, con una presenza globale consolidata. La società è ufficialmente conosciuta come Samvardhana Motherson International Ltd e ha sede a Noida, Uttar Pradesh, in India. I dati ufficiali dicono che nel periodo 2023-2024 i ricavi hanno toccato quota 20,3 miliardi di dollari, posizionando l’azienda tra i primi 15 fornitori automobilistici a livello mondiale. Ricordiamo che Kkr aveva acquisito Calsonic Kansei nel 2017, che a sua volta si è poi fusa con Magneti Marelli nel 2019. La pandemia di Covid-19 ha inciso negativamente sugli utili, costringendo il gruppo ad avviare una procedura di riabilitazione accelerata nel 2022. Non solo: le finanze hanno risentito anche del crollo delle vendite di Nissan Motor (da sola pesa per circa il 30% del fatturato di Marelli). Il Nikkei scrive che Marelli, sotto pressione per intraprendere una drastica ristrutturazione, cercherà un accordo privato per tracciare un percorso di ripresa sotto l’egida di Motherson.

Cosa potrebbe succedere

Kkr trasferirebbe così a Motherson le azioni Marelli attualmente in suo possesso per un valore pari a zero dollari. Motherson acquisterebbe dunque nuove azioni Marelli per 100 miliardi di yen (700 milioni di dollari) e circa 650 miliardi di yen di debito dai creditori a circa il 20% del valore. Quasi 50 miliardi di yen di finanziamenti di emergenza erogati da un gruppo guidato da Mizuho verrebbero invece acquisiti al valore nominale. Infine, Marelli riceverebbe 280 miliardi di yen di nuovi finanziamenti. Attenzione però, perché il piano di risanamento non andrà avanti senza l’accordo di tutti i creditori. È previsto un periodo obbligatorio di almeno 10 giorni lavorativi per valutare questo tipo di piano di ristrutturazione. La decisione definitiva sull’accettazione del piano è prevista per l’inizio di giugno. Alcuni creditori non giapponesi continuano a non essere convinti...

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