Pizzo Autovelox: Minzolini si infuria per le multe esagerate

Pizzo Autovelox: Minzolini si infuria per le multe esagerate
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Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
Il Direttore de "Il Giornale" si infuria contro lo "stile borbonico" delle multe dopo le rivelazioni dei bilanci dei comuni da parte del Codacons. E non è solo.
  • Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
5 giugno 2023

Dopo la comunicazione del Codacons (che abbiamo commentato qui) sui bilanci presentati dai Comuni italiani per le multe stradali, i commenti sul "sistema autovelox" aumentano e dividono. Su "Il Giornale.it" di ieri il direttore Augusto Minzolini ha titolato "Il pizzo dei Comuni" (qui il link all'articolo), una parola forte per definire i 550 milioni di euro ricavati dalle multe per violazioni al Codice della Strada totalizzate nel 2022, in forte crescita rispetto all'anno precedente. Minzolini segnala anche che questa prassi, quella della multa "facile" fa capo alle città con giunte di sinistra. Le parole di Minzolini hanno trovato eco anche nell'articolo di Rosario Tornesello, direttore de "Il Quotidiano di Puglia" che - pur nel rispetto del sanzionamento delle infrazioni - definisce la collocazione degli autovelox "Strumenti a salvaguardia della vita umana, per lo più piazzati da amministrazioni pubbliche in debito di ossigeno su strapuntini di statali superstrade: sicuramente col nobile obiettivo di educare gli indisciplinati automobilisti, incidentalmente facendo cassa".  

La sicurezza stradale non ha colore, e ci rifiutiamo di pensare che un sindaco non abbia a cuore l'incolumità dei cittadini indipendentemente dal partito, ma una cosa è sicura: da tempo la tecnologia delle rilevazioni automatiche ha offerto alle amministrazioni locali su un piatto d'argento un meccanismo di autofinaziamento a costo relativamente basso e ad alta efficienza (caso limite quello del Comune di Gambolò di qualche settimana fa) che un tempo era lento, costoso e erratico come la classica pattuglia della Polizia Locale. Un bell'autovelox qui, uno là, spesso convinti da argomentazioni inoppugnabili delle aziende appaltatrici, ed ecco che la caccia all'automobilista scellerato diventa via via più stringente perdendo di logica, arrivando a porre limiti assurdi che sembrano fatti apposta per essere infranti, magari di 1 km/h, ma in fondo sono sempre una cinquantina di euro che entrano in cassa, i pendolari sono tanti e a fine anno vengono fuori un bel po' soldi, la cui rendicontazione in interventi riguardanti la sicurezza stradale tra l'altro è molto carente.

Non parliamo poi della giungla di norme, circolari, sentenze e interpretazioni che nel corso degli ultimi 13 anni (l'ultima riforma del Codice è del 2010) hanno portato in tribunale migliaia di casi "limite" alimentando un contenzioso defatigante e costoso per giudici di pace e tribunali, fino alla Cassazione, più volte chiamata ad esprimersi sulla sottile differenza fra "approvazione" e "omologazione".

Prima ancora della promessa riforma del Codice della Strada annunciata dal Ministro Salvini (che però non vedrà la luce che a fine anno) sarebbe urgente uno stralcio "autovelox" che riporti l'uso dei controlli stradali a criteri concreti e attuali in tema di sicurezza stradale, escludendo per legge qualsiasi diversa "tentazione" dei controllori. E che nell'apporre limiti si tenga conto anche dell'evolversi dell'auto in termini di prestazioni, sicurezza e dotazioni. 

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