Pneumatici: le 5 prestazioni fondamentali

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Per alcuni produttori di gomme, migliorare durata, aderenza, comfort, resistenza al rotolamento e comportamento è un po' come tirare una coperta corta. In realtà migliorare le cinque prestazioni senza peggiorarne altre è possibile, grazie alle nuove tecnologie. Michelin ci spiega come
6 aprile 2012

Dopo aver "scoperto" a cosa servono ed a cosa si riferiscono tutte quelle scritte stampate in rilievo sugli pneumatici andiamo nuovamente alla scoperta di uno degli elementi strettamente necessari al corretto funzionamento di un'auto (ma anche di una moto) parlando di quali sono le caratteristiche fondamentali che uno pneumatico deve avere.

 

Valori che i tecnici delle principali case produttrici utilizzano come parametri di confronto, con la concorrenza o i modelli precedenti, per migliorare il proprio prodotto ma che dovrebbero essere valutati con attenzione anche da parte degli automobilisti in fase d'acquisto: parliamo di resistenza al rotolamento, comfort, comportamento stradale, durata ed aderenza.

1) Restistenza al rotolamento

Quando rotola il pneumatico si deforma sotto l'effetto del carico determinando delle perdite di energia: in sintesi è quella che viene definita "resistenza al rotolamento" che ha la peculiarità di influenzare negativamente il consumo di carburante. Un pieno su cinque viene bruciato esclusivamente per contrastare questa forza.

 

5 prestazioni fondamentali michelin
Sono cinque, spesso in contrapposizione, le prestazioni fondamentali di uno pneumatico

2) Comfort

Migliorare il comfort dei pneumatici significa studiare delle gomme in grado di assorbire le irregolarità del terreno e che emettono meno rumore.

Quest'ultimo elemento è particolarmente influenzato dalla dimensione dei tasselli e dal disegno del battistrada

3) Comportamento

Il comportamento di uno pneumatico è solo in parte legato all'aderenza. Una gomma deve offrire anche piacere di guida, progressività nella perdita di aderenza (feeling) ma soprattutto capacità di supportare il guidatore nelle situazioni di emergenza.

 

4) Aderenza

L'aderenza, come dicevamo, non è strettamente legata al comportamento. La capacità di assicurare grip in frenata o in curva, contrastando quindi le forze che spingono in direzione opposta, è infatti un valore che non necessariamente assicura feeling o piacere di guidare e che influenza in parte anche i valori di resistenza al rotolamento e di durata.

5) Durata

Per gli automobilisti la durata è indubbiamente una delle principali preoccupazioni: più dura la gomma più basso sarà il costo di gestione della vettura. E' chiaro, però, che uno pneumatico molto morbido, pensato per assicurare grande grip, non possa per forze di cose percorrere molti km o essere particolarmente attento ai consumi...

 

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Utilizzando nuove tecnologie la "coperta corta" si può allungare

La coperta corta? Si può allungare

Migliorare ognuna delle cinque prestazioni senza andare a pregiudicare l'altra è un po' come parlare della coperta corta che lascia fuori le braccia o le gambe...ma per realizzare una gomma stradale o invernale migliore della precedente, però, è necessario riuscire a migliorare tutte le prestazioni contemporaneamente. Per ottenere il risultato di "allungare la coperta" è necessario ideare costruzioni, mescole, battistrada sempre più evoluti ed in grado di supportare la costante evoluzione delle esigenze dell'automobilista e delle auotmobili moderne.

 

Per scoprire i segreti di questo "misterioso" lavoro siamo a bussare in Casa Michelin scoprendo che, in realtà, alcune idee nate grazie anche all'evoluzione dei materiali permettono anno dopo anno di allungare (e non poco) i bordi di questa fantomatica coperta. 

Esempio: come migliorare resistenza e aderenza

E' d'uso comune pensare che uno pneumatico a bassa resistenza al rotolamento non sia anche in grado di assicurare ottimi valori di aderenza. In realtà questo poteva essere vero alcuni anni fa, all'inizio degli studi sulla riduzione degli attriti. Oggi si è capito che per raggiungere l'obiettivo di consumare meno energia non serve una mescola dura ma una struttura che si scaldi poco. La gomma "fredda", lo si vede in F1 ai cambi gomme o in MotoGP in partenza, non assicura però il massimo dell'aderenza e quindi è necessario che nelle zone di contatto la gomma vada istantaneamente in temperatura quando sollecitata, assicurando così deformazione e massima superficie di contatto.

 


Oggi si è capito che per raggiungere l'obiettivo di consumare meno energia non servono una mescola dura o carcasse particolarmente rigide, ma una struttura che si scaldi poco evitando le deformazioni. Allo stesso tempo, però, il battistrada deve andare istantaneamente "in temperatura" quando sollecitato

Innovazione: il componente DSC

A Clermont Ferrand, ad esempio, hanno messo a punto un nuovo materiale, 100% silice, in grado di integrare il componente DSC (Durable Security Compound). Il risultato di questa combinazione è un pneumatico in grado di assicurare bassa resistenza al rotolamento, con minimo riscaldamento dell'intero pneumatico, e uno riscaldamento istantaneo, e quindi massima tenuta, a fronte di una sollecitazione in caso di frenata o di richiesta di opposizione ad una forte accelerazione laterale.

Si può ridurre anche lo spazio di frenata

Una tecnologia che Michelin ha inventato e fatto propria della gamma di pneumatici sin dagli Energy Saver, che ha permesso una riduzione degli spazi di frenata e, secondo gli studi del TUV Sud, interessanti valori di riduzione dei consumi (Michelin Energy Saver frena, da 80 a 0, 2.48 metri prima della concorrenza e assicura un risparmio di 0,2 litri/100 km). Un valore che oggi vale 165 euro nel ciclo vita di uno pneumatico (45.000 km) e che nel conteggio delle emissioni di CO2 permette una riduzione media di 4 g/km.

Anche la scolpitura conta

Concetti che sono stati ripresi anche nelle gomme invernali, dove l'obiettivo dei nuovi prodotti è sempre più quello di assicurare ottime performance sulla neve e sul ghiaccio ma anche sull'asciutto. Nel caso delle "termiche" per assicurare una miglior frenata su asciutto la scolpitura dovrebbe essere meno fitta e più rigida, al contrario sulla neve più intagliata e morbida. 

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La struttura Stabiligrip di Michelin permette di ottenere tasselli morbidi alle basse andature e più rigidi con l'aumentare delle sollecitazioni

 

Due valori all'esatto opposto che Michelin è riuscita a migliorare utilizzando una inedita tecnologia costruttiva del battistrada, denominata StabiliGrip. Pensato con un concetto di tridimensionalità "evoluto" il nuovo disegno introduce una sorta di ponticello a mezza altezza tra un tassello e l'altro assicurando un nuovo compromesso tra mobilità e rigidità della tassellatura con risultati molto positivi: le gomme dotate di questa tecnologia, infatti, vantano una maggior rigidità in caso di forti sollecitazioni (frenata su asciutto) assicurando morbidezza e grip quando c'è da favorire l'aderenza sulla neve.

 

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