Tesla Cybertruck: vari dettagli non tornano, com'è cambiato dal 2019 al 2023

Tesla Cybertruck: vari dettagli non tornano, com'è cambiato dal 2019 al 2023
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Il Tesla Cybertruck del 2023 a confronto con i progetti lanciati nel 2019: alcune promesse erano esagerate, ma in compenso arrivano nuove e più utili funzioni
11 dicembre 2023

Ora che i dettagli del Tesla Cybertruck sono stati rivelati al mondo, c'è la voglia di capire come si è evoluto questo progetto che lo stesso Elon Musk ha definito come "un incubo" e che ha richiesto ben 4 anni dall'annuncio per diventare una realtà, e pure molto discussa. Nel 2019, anno in cui il veicolo era stato presentato, la fantasia del pubblico era stata molto colpita da alcuni dettagli e dotazioni che con il tempo si sono rivelati impossibili da realizzare o poco pratici, altri studiati solo per creare sensazione e aspettativa. 

Tesla Cybertruck resiste alla palla da baseball a 112 km/h
Tesla Cybertruck resiste alla palla da baseball a 112 km/h
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Vetri antiproiettile? Non esattamente

Nel 2019 fece il giro del mondo in pochi minuti il video di Franz Von Holzhausen (capo del design di Tesla) che lancia una biglia d'acciaio contro un vetro laterale del Cybertruck dichiarato come antiproiettile. Il vetro si rompe, grande imbarazzo ma la battuta di Elon "forse bisognava tirare più piano..." supera l'impasse. Dev'essere per questo che nella versione definitiva la resistenza dei vetri laterali, che sono cristalli antisfondamento, è stata testata con una palla da baseball, e Franz l'ha pure lanciata piano (pare che l'esemplare di Cybertruck telaio n. 002 fosse il suo) dichiarando infine che il vetro può resistere ad un impatto a 70 mph (112 km/h) o alla grandine di classe 4 (una forza di 30 Newton).   

Un render di fantasia del Cybertruck galleggiante
Un render di fantasia del Cybertruck galleggiante

Tre tonnellate e galleggia pure?

Anche la presunta galleggiabilità del Cybertruck era stata oggetto di una certa propaganda con l'affermazione di Elon che nel 2019 disse "...potrà muoversi come un natante per brevi tratti". Ok, scherzava, ma fino ad un certo punto. I nuovi proprietari hanno appena scoperto nei vari sottomenù di controllo il "wade mode" (modalità guado) che, se non proprio per galleggiare, serve almeno per guadare importanti corsi d'acqua senza pericolo per le batterie. Il Wade mode, che si attiva dalla modalità "off road" pressurizza le sospensioni per arrivare a 440 mm di luce a terra e inoltre manda pressione anche nel comparto delle batterie, per prevenire ogni possibile infiltrazione d'acqua.

Il wade mode del Cybertruck per i guadi
Il wade mode del Cybertruck per i guadi
La rampa di carico integrata non ci sarà
La rampa di carico integrata non ci sarà

Il sogno dei motociclisti non si avvera

Questa rampa di carico estensibile a scomparsa, avvistata nei disegni dei primi prototipi e che aveva sollevato molto entusiasmo, non si farà. Tesla l'ha giudicata troppo complessa da realizzare e bisogna anche dire che quella della foto sembrava decisamente insufficiente per reggere i carichi, senza contare lo sporco che vi si raccoglierebbe all'interno. Si è quindi ripiegato su una rampa smontabile e pieghevole che si può stivare nel vano portaattrezzi sotto al pianale (400 dollari ciascuna).

La rampa da 400 dollari del catalogo accessori Cybertruck
La rampa da 400 dollari del catalogo accessori Cybertruck

Prima fila a tre posti: non pervenuta

Le dimensioni del Cybertruck lo consentirebbero di sicuro, ma l'ipotesi vista nei primi disegni di una fila anteriore a tre posti è stata scartata quasi subito; i requisiti di sicurezza degli attuali crash test rendono molto complicata l'integrazione di un airbag che protegga anche il passeggero centrale, quindi alla fine si è optato per un ampio vano portaoggetti con piano d'appoggio abbastanza grande per appoggiare un pc o il vassoio di McDonald's. Al momento solo la nuova Land Rover Defender prevede un piccolo sedile per bambini che può trovare posto al centro sul tunnel.

La concept del Cybertruck nel 2019: tre posti davanti
La concept del Cybertruck nel 2019: tre posti davanti

Autonomia: 800 km per la Trimotor erano un po' troppi

Anche se la rete dei Supercharger negli USA è molto capillare e affidabile, le prestazioni in termini di autonomia fanno sempre colpo, e i dati preliminari del 2019 lasciavano supporre il raggiungimento di un vero record per la versione a tre motori, che oggi si chiama Cyberbeast. Addirittura 500 miglia o 800 km, cosa che per l'epoca era impensabile, e infatti i dati di oggi sono stati ridimensionati: il Cyberbeast è a quota 320 miglia/512 km con un pacco batterie da 123 kWh, che forse nelle previsioni iniziali avrebbe dovuto essere più grande, ma ci sono anche buone notizie: la versione a 4 ruote motrici AWD da 68.890 dollari e due motori migliora le previsioni passando da 480 a 544 km, mentre la versione con la sola trazione posteriore è data per 400 km di autonomia. Tesla ha previsto come optional un range extender, ovvero una batteria aggiunta da mettere nel pianale, al misero prezzo di 16.000 dollari.

Steer by wire e impianto elettrico a 48 volt

Del tutto inaspettate, invece, due importantissime novità che il Cybertruck implementa nella versione definitiva e che gli appassionati di elettromeccanica sanno ben valutare: la prima è il passaggio dell'intero impianto elettrico di servizio alla tensione di 48 V al posto dei tradizionali 12 V, ed è la prima auto al mondo a farlo. La ragione è semplice: quadruplicando la tensione di alimentazione delle componenti, viene divisa per quattro la corrente necessaria ad azionarli, e ciò permette di risparmiare peso (circa 50 kg) e costi sul cablaggi, anche se costringe a riprogettare quasi tutte le componenti ancillari come il sistema di illuminazione, la climatizzazione, le ventole, i servomotori, i solenoidi. Costi molto elevati che Tesla deve pagare ai fornitori per una produzione su scala relativamente piccola, ed è forse per questo che Elon Musk insiste perché questo standard venga adottato da tutti i costruttori ed ne ha "regalato" i progetti a tutti i carmakers sotto forma di white-paper, raccogliendo persino i ringraziamenti ufficiali del CEO di Ford Jim Farley.

Il sistema a 48V, che fra breve potrebbe essere esteso a tutte le Tesla, è anche alla base dell'introduzione del sistema steer by wire del Cybertruck, anche questo inaspettato e mai annunciato prima. Questo prevede due servomotori all'avantreno (ridondanza vuol dire sicurezza) e uno al retrotreno per realizzare un sistema di sterzatura sulle 4 ruote che avvantaggia molto il veicolo in termini di maneggevolezza. A governare questa e altre funzioni c'è un sistema di connessione delle unità che abbandona il classico CAN-bus a favore di una rete Ethernet Gigabit che semplifica i cablaggi e aumenta la velocità delle connessioni di bordo. Sotto molti punti di vista, come detto, la tecnica del Cybertruck va ben oltre il modello in sé, che non sarà importato in Europa, ma investe tutta la produzione Tesla e si rifletterà anche sul prossimo modello in arrivo, la cosiddetta Model 2 annunciata a 25.000 euro.

 

Lo sterzo del Cybertruck è privo del piantone
Lo sterzo del Cybertruck è privo del piantone
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