Tesla Robotaxi ad Austin (Texas): perché la tariffa è 4 dollari e 20 centesimi?

Tesla Robotaxi ad Austin (Texas): perché la tariffa è 4 dollari e 20 centesimi?
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Tesla dà il via al servizio di Robotaxi ad Austin, in Texas: solo un pubblico molto selezionato (dipendenti, tesla-fan e influencer) ma c'è un dettaglio curioso: il prezzo della corsa è un numero magico
26 giugno 2025

Musk e quel 420 che non fa ridere (ma forse sì): tra karma, finanza e cultura pop

Costo della corsa? 4 dollari e 20. Non 4 o 5 dollari tondi, non gratis, ma 4,20. Pagabili solo ocn carta di credito, naturlamente. Queste è la tariffa per usare il nuovo servizio di Robotaxi di Austin lanciato da Tesla due giorni fa e che il momento riguarda un'area limitata, evitando zone particolarmente difficili o trafficate, dove la guida autonoma di livello 5 potrebbe avere difficoltà. Ma perché proprio 4,20 dollari? Certe cifre non sono solo numeri, alcune diventano simboli, provocazioni, meme globali. E nel caso di Elon Musk, non è un mistero che il "420" faccia parte del suo personale vocabolario pop. Ma questa volta non si parla di battute, podcast o sigarette strane: si torna a quel tweet del 2018, quando Musk scrisse di voler portare Tesla privata a 420 dollari per azione. Una frase che fece tremare i mercati e che oggi torna sotto i riflettori in un processo civile.

Non era uno scherzo (o forse sì?)

In aula, davanti alla giuria e sotto interrogatorio dell'avvocato Nicholas Porritt, che rappresenta gli investitori Tesla nella class action, Musk è stato chiaro: "Il prezzo di 420 dollari non era una battuta". Anzi, secondo la sua ricostruzione, quel valore rappresentava un premio del 20% circa rispetto alla quotazione dell’epoca. Il 7 agosto 2018, giorno del tweet incriminato, Tesla chiuse a 371,15 dollari. Una differenza aritmetica che secondo Musk avrebbe dovuto rassicurare tutti sulle sue reali intenzioni.

Eppure, proprio quel numero ha fatto pensare a molti che si trattasse di una provocazione. Perché 420, nella cultura americana, è una cifra strettamente legata al mondo della cannabis. Sapete perché? Si riferisce ad un orario, le 4 e 20, allo scoccare del quale è socialmente accettabile fumare uno spinello. E "4.20" negli USA è anche il 20 aprile, giorno in cui è proclamata la festa della cannabis. E Musk non ha mai nascosto il suo gusto per l’ironia sottile (e nemmeno per le sigarette , come dimostrò anni fa nel celebre podcast con Joe Rogan).

Ma c’è dell’altro. Davanti alla corte, Musk ha aggiunto una nota mistica: "Credo che ci sia un certo karma intorno al 420", ha detto, con tono serio. Non sa però se si tratti di buon o cattivo karma. Un’allusione alle filosofie orientali, certo, ma anche un modo per spostare il discorso dal piano del dolo a quello della… suggestione karmica. Insomma, Musk nega ogni intento ironico, anche se la storia personale racconta tutt’altro: nel 2022, ha chiuso l’acquisto di Twitter a 54,20 dollari per azione. Ancora una volta quel “.20” inserito lì, quasi fosse una firma.

Nel mondo dei grandi imprenditori visionari, c’è chi si fa riconoscere con uno slogan, chi con un logo, chi con uno stile manageriale. Musk, invece, preferisce giocare con i numeri. Lo ha fatto più volte, con scelte che mescolano provocazione, marketing e filosofia personale. Il 420, in questo senso, è un po’ come 007: un simbolo, un codice, forse anche una strategia comunicativa. Ma davanti a una giuria, quelle cifre non fanno ridere nessuno. E Musk lo sa bene. Anche se, alla fine, l’ironia resta sospesa a metà tra realtà e mito, come tutto quello che riguarda il CEO di Tesla e SpaceX.

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