Torna a scendere (e molto) il prezzo delle batterie: pareggio non lontano col termico

Torna a scendere (e molto) il prezzo delle batterie: pareggio non lontano col termico
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Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
Dopo un periodo di aumenti che ha visto il costo del chilowattora arrivare a 180 dollari, il prezzo industriale delle batterie sta vistosamente calando
  • Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
23 marzo 2023

Fino a poco tempo fa l'opinione condivisa da molti automobilisti riguardo le elettriche era "poca autonomia" e "prezzo troppo alto". La seconda controindicazione si va attenuando perché il costo industriale delle batterie è in forte discesa. Dal 2010 al 2020, secondo uno studio di Lyft negli USA, i prezzi sono scesi del 90% e - salvo temporanei aumenti dovuti ad una minor offerta di materie prime (circa il 7%) - i costi dovrebbero ridursi di un ulteriore 50% in tre o quattro anni, man mano che le economie di scala (aumento intensivo della produzione) fanno sentire i loro effetti.

Uno delle tecnologie che potrebbero portare a ulteriori riduzioni di costo e diminuire la dipendenza dalle miniera di nickel e cobalto è la batteria LFP (litio - ferro-fosfato) utilizzata da Tesla e da numerosi altri costruttori come Volkswagen e Ford e oggi "pesa" per circa un terzo della produzione mondiale di batterie. È possibile che la tecnologia NMC (nichel-cobalto-manganese) rimanga la più adatta per auto molto prestazionali di gamma alta, perché ha una densità energetica migliore, ma per le auto "normali" la LFP diventerà lo standard, visto il suo minor costo e maggior durata.

Negli Stati Uniti, dove è in vigore l'IRA del Presidente Joe Biden (Inflation Reduction Act) che finanzia la transizione ecologia con 370 miliardi di dollari per le aziende che realizzano fabbriche negli USA, il costo della batteria potrebbe addirittura azzerarsi perché uno dei capitoli di incentivo indica una cifra fissa di contributo per ogni batteria prodotta, e se il costo scende al di sotto di questa soglia il prezzo diventa praticamente zero, portando un'auto elettrica ad essere fortemente competitiva con quella termica.

E il prezzo delle batterie non è il solo destinato a calare: Tesla ha annunciato una futura generazione di motori elettrici che non avranno più bisogno delle terre rare come il neodimio per i magneti permanenti, sostanza che costa 150 dollari al chilo allo stato grezzo e che puntualmente ha perso di valora al semplice annuncio fatto da Elon Musk. Forti economie sono attese anche nel settore dell'elettronica di controllo con inverter di nuova generazione più efficienti che riducono il numero dei componenti e offrono migliore precisione con l'intergrazione dei sensori all'interno dei diodi di potenza. 

Con le importati riduzioni di costi in questi tre aspetti fondamentali, motori, batterie e inverter, il punto di pareggio potrebbe realizzarsi anche prima del previsto, dati gli enormi investimenti complessivi, stimati dal Wall Street Journal in oltre 500 miliardi di dollari fra qui e il 2026. Se nel contempo il prezzo industriale (o la tassazione) dei carburanti fossili o delle auto che utilizzano questa tecnologia dovessero salire, gestire una elettrica potrebbe risultare in equilibrio economico con il termico entro un paio d'anni.     

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