WRC18 Australia. Madonna che silenzio c’è stasera!

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Ott Tanak in testa al Rally, Sébastien Ogier sesto, Thierry Neuville ottavo. C’è tensione, enorme. Non la stessa della vigilia del Rally. Intanto Ostberg perde la leadership, che viene raccolta prima da Latvala e poi da Tanak. Un giorno alla fine del Mondiale.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
17 novembre 2018

Coffs Harbour, Australia, 17 Novembre 2018. “Madonna che silenzio c’è stasera!”. Dov’è l’animosità che ci si aspettava dall’ultimo week end Mondiale WRC del 2018? Sotterrata, silenziata dalla tensione. Non c’è entusiasmo. E neanche disperazione. Solo attesa. Ognuno pensa a fare il suo dovere dando appena una sbirciata alla scrivania a fianco. Magari facendosi in testa un film diverso, risceneggiando la provvisorietà della situazione al termine della seconda Tappa in funzione dei propri obiettivi. Da un certo punto di vista è proprio come un film dal quale ci attenda un finale improvvisamente clamoroso per porre fine allo stillicidio della inevitabile routine. Eppure è un Rally bellissimo. Non molto frequentato, questo sì, né in pista né ai margini delle strade. Che vuoi, l’Australia è lontana da qualsiasi parte del Mondo, e Coffs Harbour è lontana anche da una bella parte di australiani. Rally non affollato, dunque, ma bellissimo.

Bello nella leggera umidità dell’aria, fenomeno oceanico che si riscalda con l’arrivo dell’Estate, bello nell’intensità delle foreste, “segnate” da mille corsi d’acque e da un’infinità di strade di terra nitide, nette, una rete sinuosa e fitta di tracce geografiche ripassate dall’evidenziatore del Rally Australia. Bello nella gente del Nuovo Galles del Sud, nello stridore allegro e comunicativo degli uccelli, nel piacere della vita della natura australiana. Bello anche il Rally, non ci fosse questa dannata tensione. Non ci fosse da decidere tutto ormai nel giorno che resta, dopo che la “traccia” è stata suggerita dalla prima ora della Corsa. In testa alla fine della seconda Tappa c’è Ott Tanak.

L’estone ha preso il posto che è stato di Ostberg fino a venerdì sera, e di Latvala fino alla tredicesima Speciale. Ostberg ha detto di far fatica a “tenere” una Macchina troppo nervosa, Latvala ha onestamente ammesso di aver sbagliato a partire con una sola ruota di scorta, quindi costretto a lesinare sul gas per non finire sull’acciaio. Tanak ha vinto sei delle dieci Speciali del programma, indifferentemente se queste erano la più lunga o la più corta, sta facendo il suo dovere perfettamente e non ha niente da dire che non abbia già detto, e cioè che già prima di partire non stava a lui vincere il Mondiale ma agli altri perderlo, eventualmente. Tanak pensa a vincere, Latvala, secondo, a congelare il primato di Toyota tra i Costruttori, Lappi, quinto, a lasciare un buon ricordo al termine della sua prima esperienza ufficiale di rilievo, da “grande”.

L’atteso terzo posto di Paddon, impreziosito dalle due vittorie parziali, è una sorta di riscatto in prova unica di tutte le pene di una stagione non soddisfacente, tutto nell’ultima, la più vicina al calore di casa sua. Evans e Suninen, sesto e nono rispettivamente, sono già dalla fine della prima tappa al servizio di sua Maestà. Belle traiettorie, spettacolo, ma i tempi sono addomesticati dagli obiettivi imposti dalla Ditta, dalla dirigenza di M-Sport.

E si arriva al dunque. Al duello… mancato. Il silenzio, spesso, quasi tetro genera lì, in una situazione che assume contorni grotteschi. Entrambi i pesi massimi del Campionato sono lì che si scambiano schermaglie fittizie, danzando appena sulle gambe per evitare i colpi. Non certo quelli dell’avversario. Ogier mantiene un ritmo neanche accettabile (o conoscete un Ogier che perde un minuto e mezzo al giorno?), niente di meglio che un misero terzo posto in una delle speciali-show di neanche due chilometri. Al parco assistenza sembra dimagrito. Divorato dalla fatica? Non direi. Ma il sesto posto con Neuville dietro… Se Ogier fa poco, Neuville non fa nulla. Aspetta.

Del resto c’è ben poco che il belga possa fare, a parte stare lì, presenziare nell’eventualità che succeda qualcosa a qualcuno. La gara dell’attacco finale risolta nella gara della speranza. Neuville ha vinto, una sola Speciale, l’ultima e più corta del Rally, il chilometro e un terzo della Destinazione Nuovo Galles del Sud. Ha vinto perché è successo qualcosa. Si è messo a piovere a dirotto dopo il suo passaggio.

Sabato sera, un giorno alla fine del Mondiale, gli ultimi 84 chilometri e gli ultimi quindici punti di Power Stage. Venerdì sera Tanak ha 206 punti, Neuville ne ha 205, Ogier 212. Se resta così fino alle Wedding Bells, né a Tanak né a Neuville bastano tutti i punti possibili del Power Stage. E chi ha voglia di parlare?

Foto: Pure WRC Agency, Ross Hyde

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